La pasta di montagna abita in Val di Fiemme
Tra i souvenir gourmet meno scontati che meritano un posto in valigia non può mancare la pasta Felicetti, rigorosamente made in Val di Fiemme. Una produzione speciale che ha attraversato le generazioni e i continenti, senza mai lasciare la Valle. Se la montagna e i climi estremi sono oggi ingredienti ricercati e apprezzati dai gourmet di tutto il mondo, non era lo stesso nei primi anni del Novecento, quando Valentino Felicetti ebbe l’intuizione che l’acqua di sorgente e l’aria d’alta quota potessero conferire alla pasta di grano duro un sapore distintivo.
La pasta di montagna Felicetti è nota per essere la più amata dagli chef, grazie alla produzione d’eccellenza mai convenzionale e per la sostenibilità come scelta di campo. Il biologico, infatti, è per Felicetti un metodo di lavoro irrinunciabile e condiviso con una filiera italiana che pratica l’esclusione dei fertilizzanti chimici e l’uso responsabile di terreni e risorse. Nei due stabilimenti produttivi – quello storico di Predazzo, a cui recentemente si è aggiunto il nuovo pastificio di Molina di Fiemme – l’azienda utilizza esclusivamente semole di provenienza nazionale (con la sola eccezione delle linee Kamut® khorasan), così da presidiare direttamente qualità e tutela del territorio, due istanze che accompagnano la storia di Felicetti da oltre 100 anni.
Una ricetta d’autore per portare il profumo della Valle a casa
Tra le specialità anche le paste monovarietali confluite nella linea Monograno: solo semole biologiche monorigine, coltivate su terreni circoscritti che garantiscono una qualità superiore percepibile al palato. Paste sempre più amate dagli chef come Alessandro Gilmozzi, chef de El Molin di Cavalese, che suggerisce questa preparazione.
Spaghetti all’abete, salmerino e fieno (per 4 persone)
Per gli spaghetti:
320 g di Spaghetti Felicetti
80 g di pesto di abete
20 g di uova di salmerino
pane al fieno
Per il pesto di abete:
100 g di gemme di abete
200 g di olio evo
20 g di pinoli
Preparare in pesto di abete emulsionando gli ingredienti in un frullatore, aggiustare di sapore con del semplice sale. Tuffare gli spaghetti in acqua bollente salata (soluzione consigliata: 3%) e scolarli con qualche minuto di anticipo, per poi completare la cottura con mantecatura in sauté con pesto di abete fino a ottenere una consistenza cremosa. Impiattare e finire con uova di salmerino e pane al fieno leggermente tostato.
l’acqua e’ di zona, la manodopera forse tutta quanta locale, ma il grano arriva con camion.
E meno male che anche su questo argomento (come su tutti, del resto) il nostro Albert non ci fa mancare il suo illuminante pensiero…
Questa sera andiamo a dormire tutti più tranquilli
tu continua a mangiare Barilla… con il sugo Star 😀
trovi sempre qualcosa da criticare…