Gente di montagna

Enrico Camanni

“Alla difficoltà delle vie ho sempre anteposto la bellezza, spaziando senza limiti e pregiudizi.”

Enrico Camanni

Alpinista, giornalista e scrittore Enrico Camanni è una delle penne più autorevoli nel mondo della montagna. Per anni redattore capo della Rivista della Montagna, fondatore e direttore del mensile Alp. Autore di numerosi libri sulla storia della montagna e dell’alpinismo, negli ultimi tempi si dedica alla narrazione delle avventure di Nanni Settembrini, personaggio di sua invenzione che vive attraverso racconti gialli, l’ultimo “La discesa infinita” viene pubblicato nel 2021 tra i Gialli Mondadori.

La vita

Nato a Torino nel 1957 Enrico Camanni si avvicina alla montagna durante l’adolescenza, quando a 14 anni sperimenta l’arrampicata. “Ero irresistibilmente attratto dai profili delle creste, una calamita per gli occhi e la fantasia”. Inizia così un periodo di intensa attività alpinistica che per una decina di anni lo porta attraverso tutte le Alpi.

Diplomatosi nel 1975 al liceo Gobetti di Torino, Enrico prosegue gli studi universitari frequentando il corso di indirizzo storico alla facoltà di Scienze Politiche.

È la passione per la montagna a portarlo verso il giornalismo, ma non solo. Nel corso degli anni la sua attività si è allargata occupandosi di progettazione di allestimenti e mostre, come nel caso dell’esposizione permanente del Museo Montagna di Torino, quella del Forte di Vinadio o del rinnovato Salone della Montagna di Torino: Alpi 365 Expo.

Dal 2009 è vicepresidente dell’associazione Dislivelli, ente che si propone di favorire l’incontro e la collaborazione di competenze multidisciplinari diverse nell’attività di studio. Sempre con Dislivelli inaugura, nel 2014, il progetto sweet mountains, una grande rete dedicata al turismo sostenibile alpino. Nel 2019 il progetto si trasforma in associazione e Camanni assume la presidenza.

L’alpinismo

Enrico Camanni scopre la montagna da piccolissimo, in gita con i genitori. Quello delle terre alte è un ambiente esotico per un giovane cresciuto in città. Durante l’adolescenza arrivano le prime esperienze e la scoperta dell’arrampicata. Una folgorazione che porta il futuro scrittore a vivere un periodo di intensa attività su tutto l’arco alpino. “Ho scalato senza tregua per dieci anni” racconta. Ad attrarlo maggiormente sono però le linee di roccia del Gran Paradiso e del Masino Bregaglia. “Il mio maestro è stato Dado Massara, il compagno preferito Andrea Giorda”. La passione lo porta, a 19 anni, a diventare istruttore della Scuola di alpinismo Gervasutti mentre a 20 entra nel Gruppo Alta Montagna e a 21 prende la direzione della Scuola nazionale di Scialpinismo della SUCAI di Torino. Poi c’è un rallentamento. L’età matura porta consiglio, mi sono sentito un drogato e ho sentito il bisogno di rallentare. Ho ripreso ad arrampicare intensamente solo dopo i 40, orientandomi su vie di roccia sana, solare e soprattutto estetica”.

Il giornalismo

Enrico Camanni approda al giornalismo durante gli studi universitari quando, nel 1976, inizia a lavorare per Piero Dematteis alla Libreria della Montagna di Torino. Il primo impiego è quello di garzone/tuttofare per la libreria. “Piero aveva bisogno di un aiuto e a me piacevano i libri” spiega semplicemente Camanni. Poi è venuta la scrittura, il lavoro in quell’esperimento di giornalismo che è stata la Rivista della Montagna. Fondata nel 1970 da un gruppo di appassionati torinesi la Rivista è stata un esempio di pubblicazione laica inerente la montagna, sicuramente quello meglio riuscito e il più longevo con mezzo secolo di storia. Tutte le grandi penne della montagna, a partire da Camanni, passano per La Rivista. Gian Piero Motti, Roberto Mantovani, Giorgio Daidola, Alberto Rosso e molti altri nomi che costituiscono una scuola torinese del giornalismo di montagna.

Inizialmente Enrico si occupa delle notizie di cronaca e segue la segreteria di redazione, tre anni dopo assume il ruolo di caporedattore che mantiene fino al 1984 quando lascia la Rivista per immaginare e lavorare a qualcosa di nuovo. Nel 1985 troviamo Camanni alla guida di Alp (Vivalda Editore), è la sua rivoluzione personale. “Negli anni Ottanta credevamo di rovesciare il mondo con la carta patinata, e forse una botta gliel’abbiamo data”. Alp è nuova, è fresca. Usa un linguaggio diverso, più sportivo, ispirato alle pubblicazioni francesi e ai grandi giornali italiani, tratta la neonata arrampicata sportiva e i grandi exploit alpinistici del tempo. Camanni rimane alla sua guida fino alla fine del secolo quando, nel 1998, passa il timone nelle mani di Marco Albino Ferrari. Da qui in avanti si susseguono esperienze. Nel 1999 prende la direzione de L’Alpe, una rivista frutto di una cooperazione transfrontaliera, che narra le Alpi come cerniera e non come barriera. Una fucina di idee che prende corpo sull’onda europeista di quegli a cavallo tra il 1900 e gli anni Duemila. La storia prosegue fino al 2008, quando la rivista chiude i battenti di fronte alla dura crisi economica del tempo. Salutata questa piacevole esperienza transfrontaliera vediamo Camanni prendere la direzione del mensile Piemonte Parchi, collaborazione che durerà fino al 2011. Nel 2012 approda invece alla guida di Turin, rivista che nasce dalla spinta di Carlin Petrini e grazie ad alcuni finanziatori della città capitale delle Alpi. Fino al 2014 il direttore regala a Torino dieci monografie tra storia, memoria, presente e futuro del capoluogo di Regione.

Parallelamente al lavoro di direttore Camanni collabora con riviste di settore e generaliste. Suoi articoli su alpinismo, cultura alpina, ambiente e territorio sono apparsi su Meridiani Montagne, Airone, La Stampa e molti altri. Negli stessi anni affina le sue competenze narrative scrivendo saggi e romanzi.

Libri

Le Valli di Lanzo e il Canavese, Fabbri, 1982

Grandi guide italiane dell’arco alpino, Priuli&Verlucca, 1985

La letteratura dell’alpinismo, Zanichelli, 1985

Rifugi e sentieri, Zanichelli, 1987

Le montagne di vetro, Vivalda, 1989

La storia dell’alpinismo, integrazione/aggiornamento all’opera di Gian Piero Motti, Vivalda, 1993

La stagione degli eroi, Vivalda, 1994

In principio era il mare. La storia geologica delle Alpi, Priuli&Verlucca, 1995

Cieli di pietra. La vera storia di Amé Gorret, Vivalda, 1997

La guerra di Joseph, Vivalda, 1998

Nuovi mattini, Vivalda, 1998

I falliti e altri scritti, a cura di Enrico Camanni, Vivalda, 2000

La nuova vita delle Alpi, Bollati Boringhieri, 2002

La notte del Cervino, Vivalda, 2003

Montagne del Piemonte, Priuli&Verlucca, 2003

Valle di Cogne, Cda&Vivalda, 2004

Mal di montagna, Cda&Vivalda, 2005

La sciatrice, Cda&Vivalda, 2006

L’ultima Camel Blu, Cda&Vivalda, 2008

Il Cervino è nudo, Liaison, 2008

La metafora dell’alpinismo, Liaison, 2010

Ghiaccio vivo. Storia e antropologia dei ghiacciai alpini, Priuli&Verlucca, 2010

Anuk, Liaison, 2011

Il ragazzo che era in lui, Vivalda, 2011

Di roccia e di ghiaccio. Storia dell’alpinismo in 12 gradi, Laterza, 2013

Il viaggio verticale. Breviario di uno scalatore tra terra e cielo, Ediciclo, 2014

Il fuoco e il gelo. La Grande Guerra sulle montagne, Laterza, 2014

L’incanto del rifugio. Piccolo elogio della notte in montagna, Ediciclo,2015

Le guide del Cervino. Una lunga storia di tradizione e passione, Le Château, 2015

Alpi ribelli. Storie di montagna, resistenza e utopia, Laterza, 2016

Il desiderio di infinito. Vita di Giusto Gervasutti, Laterza, 2017

Storia delle Alpi. Le più belle montagne raccontate, Biblioteca dell’immagine, 2017

Verso un nuovo mattino. La montagna e il tramonto dell’utopia, Laterza, 2018

Il belViso. La montagna che guarda gli uomini, Fusta, 2019

Una coperta di neve, Mondadori, 2020

Il grande libro del ghiaccio, Laterza, 2020

La discesa infinita. Un mistero per Nanni Settembrini, Mondadori, 2021

“Se non ci parlano di cose alte, se non ci esortano una volta ancora ad alzare gli occhi e aprire la mente per guardare oltre, allora le Alpi non esistono.”

Enrico Camanni

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