AlpinismoAlta quota

Mario Vielmo al Gasherbrum I. La ricca stagione in Karakorum

Partita in sottotono per le incertezze dettate dalla pandemia, la stagione alpinistica in Karakorum ha ingranato rivelandosi decisamente ricca.

Vielmo al Gasherbrum I

Questa mattina è arrivato in Pakistan Mario Vielmo, che dà l’avvio a una nuova avventura in Karakorum per conquistare il Gasherbrum I. “Un Ottomila che già conosco perché ho già provato a scalarlo altre due volte. Il primo tentativo risale al 2011 quando arrivai a 120 metri dalla vetta. Ricordo quando mi trovai solo alle 10 del mattino, in perfetto orario rispetto alla tabella di marcia che mi ero prefissato e stavo bene. Mi sarebbe servita solo un’altra ora per raggiungere la cima, ma improvvisamente una tempesta di vento e neve mi obbligò a decidere in fretta se continuare a salire o scendere. Fu una scelta assai difficile da prendere in pochi istanti. Lassù non c’è spazio per gli errori, è in gioco la tua vita, e uno sbaglio può essere fatale- Avevo promesso a una persona cara che se qualcosa fosse andato storto sarei sceso senza indugi. E mi affidai anche al mio istinto, così scesi dalla montagna – racconta l’alpinista vicentino -. Anche la seconda volta nel 2018 ho dovuto rinunciare alla vetta. Durante la spedizione non mancarono problemi di vario genere e quando fu il momento di tentare la vetta, ancora una volta il brutto tempo e le alte temperature mi fecero desistere e mollare”.

Per Vielmo il Gasherbrum I sarebbe il dodicesimo 8000. “Parto ancora più motivato perché come insegna la vita, i sogni non realizzati vanno ricercati, abbiamo sempre altre opportunità se ci crediamo, allora si ritenta nella consapevolezza non del risultato a tutti i costi, che comunque ha il suo grande valore, ma consci della meravigliosa esperienza che si potrà vivere. La montagna resta per me qualcosa che va oltre l’avventura nonostante le mille difficoltà che s’incontrano in queste scalate. Quello che io provo durante questi viaggi nasce dalla mia anima seguendo la magica attrazione verso l’aria sottile delle grandissime altezze. Ora sento che è arrivato il momento di scalare gli ultimi 120 metri di questa grandiosa montagna”.

Chi c’è ai Gasherbrum

Mario al campo base troverà anche Marco Confortola, che ieri ha lasciato Skardu per iniziare il trekking per il GI.

Ai Gasherbrum ci saranno anche diversi alpinisti internazionali, tra cui Guillaume Pierrel, Aurélia Lanoe, Boris Langenstein e Tiphaine Duperier che hanno come obiettivo la discesa in sci di GI e GII (nessuna delle due è una prima, anzi il Gasherbrum I è il primo 8000 a essere stato sciato nella storia, a farlo nel 1982 Sylvain Saudan). I francesi da qualche anno si divertono a disegnare nuove linee con gli sci sulle vette Karakorum: Boris Langenstein e Tiphaine Duperrier hanno sciato il Nanga Parbat nell’estate del 2019; nel 2018 Langenstein e Duperrier, insieme a Carole Chambaret, avevano invece realizzato la prima discesa completa con gli sci del Laila Peak.

Al GII c’è invece Philippe Genin, che come suo copione proverà a suonare con una tastiera in vetta. Lo ha già fatto da C2 del Cho Oyu e dalla cima dell’Ama Dablam.

K2 e Broad Peak

Poche novità interessanti rispetto agli ultimi annunci invece dal K2 e Broad Peak, dove sono previste alcune spedizioni commerciali guidate dalle agenzie pakistane (e questa è una novità resa possibile dall’iniziale –poi revocato– ban in entrata imposto dal Pakistan ai nepalesi per la situazione sanitaria). A parte gli alpinisti di cui avevamo già parlato, come Garranzo, ci sarà anche Oswald Rodrigo Pereira, intenzionato anche lui a cercare risposte sulla scomparsa di Mohr, Sadpara e Snorri.

Tutti saranno sulla normale lungo lo Sperone degli Abruzzi, tranne Ian Welsted e Graham Zimmerman che saranno sulla cresta ovest in puro stile alpino. Sono arrivati in Pakistan pochi giorni fa.

Al Broad Peak avevamo già anticipato la presenza di Don Bowie e Lotta Hintsa, che continuano ad acclimatarsi e a trasportare carichi in alto. Tra i vari alpinisti presenti sotto la montagna ci sarà anche il sudcoreano Hong-bin Kim a caccia dell’ultimo 8000 per finire la collezione.

Una nuova via sul Nanga Parbat

Per finire l’elenco degli ottomila manca il Nanga Parbat, dove è impegnata la squadra andalusa che ha l’obiettivo di aprire una nuova via sul versante Diamir. Al momento sono arrivati fino a 5.350 metri lungo un canale piuttosto nevoso. Al momento sono fermi per il maltempo.

Sui 6000 e 7000

Scendiamo di quota, ma saliamo nelle difficoltà tecniche. Sul Biarchedi I Ralf Dujmovits e Nancy Hansen continuano ad acclimatarsi: “Dopo 5 giorni e 4 notti in parete, io e Nancy siamo tornati al campo base per alcuni giorni di recupero. Durante questi cinque giorni abbiamo il meteo è stato quasi sempre orribile con più di 40 cm di neve fresca e un totale di 6 ore di sole. Abbiamo comunque raggiunto i nostri obiettivi: ci siamo acclimati fino a una quota di 5.650 m e abbiamo trovato il nostro percorso verso il ripido colle che ci permetterà di avvicinarci al Biarchedi I”.

La squadra di Yannick Graziani, Patrick Wagnon e Helias Millerioux continua ad aggirarsi in Karakorum sciando e scalando, qualche giorno fa erano a nord-est del Rakaposhi. Quel giorno, Millerioux scrisse che avevano goduto di una perfetta discesa con gli sci di 1.300 metri.

Nuova cordata è invece quella tra il Piolet d’Or Tom Livingstone e Mathieu Maynadier. I due tenteranno una salita del remoto Pumari Chhish South (7492m). Prima e unica salita della montagna è di Yannick Graziani e Christian Trommsdorff nel 2007.

I francesi Jérôme Sullivan, Victor Saucède, Jérémy Stagnetto e Martin Elias proveranno invece il K13, o Dansam Peak, 6.666 metri a sud ovest di Saltoro Kangri. Poca è la documentazione sulla montagna, ma dovrebbe essere ancora inviolata.

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