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“AMA-Bilmente”. Sei atleti amputati sfidano il Monte Rosa

É iniziato il conto alla rovescia per il progetto alpinistico “AMA-Bilmente”, che tra pochi giorni vedrà sei atleti amputati dotati di protesi artificiali tentare la salita al Monte Rosa, nell’ambito della SkyMarathon AMA, percorrendo lo stesso tracciato dei normodotati ma con partenza prevista per loro dalla Capanna Gnifetti, a 3647 m. Questa gara, la più alta d’Europa, porta ai 4554 m della Capanna Margherita, è diventata negli anni un evento “clou” per gli appassionati delle skyrace. Protagonisti saranno l’atleta paraolimpico Moreno Pesce e 5 compagni del Team3gambe. 

Una nuova stimolante sfida tutta da vivere per Moreno Pesce che ha fortemente voluto realizzare questo progetto nato dalla collaborazione con gli organizzatori della gara ed un gruppo di guide alpine locali che si sono offerte di seguire passo per passo, gli atleti del Team3gambe lungo l’impegnativa salita. Il Monte Rosa con le condizioni attuali oltre al confronto con la quota rappresenta un terreno davvero molto insidioso per atleti amputati e dotati di un arto artificiale.

Il progetto AMA-Bilmente

Lo scopo del progetto è di trasmettere un importante messaggio sia alle persone diversamente abili che alle persone normodotate. L’invalidità non più come limite fisico. Lo scopo è proprio quello di abbattere l’immensa montagna psicologica della disabilità, affrontando la vera montagna.

Pronti ad affrontare tante incognite

”Affronto questa nuova impresa con gioia e tante incognite sul risultato – dichiara Moreno Pesce alla vigilia della salita –  A noi interessa partire con l’idea di raggiungere un obiettivo importante, poi vivremo la nostra esperienza passo a passo, per atleti come noi, nulla è mai scontato. Si tratta di una prova importante per raggiungere il primo 4.000, quota non banale, quattro di noi, non si sono mai confrontati con questo genere di altezza in montagna. Solo io e Massimo Coda abbiamo un traguardo già raggiunto di questo tipo. Bisogna quindi misurarsi. Esiste comunque di base per noi un profondo rispetto per la montagna, non mi pongo mai nei panni del super atleta o di quello particolarmente allenato. Davanti alla montagna che amo, mi pongo sempre con estrema umiltà. L’essere protagonista vuol dire per me essere nelle condizioni di provarci poi ci possono essere mille incognite, imponderabili. Le condizioni sono molto particolari, molta neve in quota, l’anno scorso di sono aperti dei crepacci, dobbiamo solo spingere.”

“Abbiamo fatto due gruppi – aggiunge – . Il primo comincerà con me il 15 giugno 2021, con me si saranno Loris e Cesare. Lino, Massimo e Salvatore, salgono il 18 mattina e verranno affiancati dalle guide alpine che si sono offerte di supportarci per raggiungere questo ambizioso obiettivo. E’ stata una necessità quella di creare due gruppi perché abbiamo velocità di salita diverse e sarebbe un pericolo metterci tutti vicini condizionandoci a vicenda. Saliremo ognuno con il passo con il quale saremo in grado di affrontare l’impegnativa ascesa. Il Monte Rosa è un ambiente dove non ti annoi mai, una montagna così grande che permette di decidere come procedere ovviamente seguendo le indicazioni delle guide alpine.  Anche la quota sarà un elemento rilevante, saremo fuori “comfort zone”. Causa la pandemia negli ultimi mesi non è stato facile prepararmi, di recente l’ho fatto raggiungendo la cima del Gran Sasso, un tremila. Noi partiremo dal Rifugio Gnifetti che è già oltre quel limite e dovremmo misurarci appunto anche su come reagirà il nostro corpo a quella quota. Ci siamo preparati anche con degli esercizi di respirazione che aiutano ad affrontare le altezze più impegnative permettendo di adattarsi più velocemente alla progressiva mancanza di ossigeno”. 

In memoria di Etienne Bernard

C’è una storia umana densa di montagna e sofferenza tra le pagine di questo progetto. Al fianco di Moreno Pesce ci sarà come accompagnatrice volontaria, Martina Scussel, giovane esperta di montagna e maestra di sci di Falcade, compagna della giovane guida alpina Etienne Bernard, tragicamente scomparsa quest’inverno sul Pordoi. Al suo posto ci sarà il padre Renato Bernard, guida alpina della Val di Fassa, che seguirà il gruppo accompagnando l’operatore e film maker Jacopo Bernard. Una salita con il cuore carico di emozioni.

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