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Valanga sul Pordoi. Muore giovane guida alpina

Deceduto il soccorritore travolto da una slavina in Valle Imagna

Ieri sera attorno alle 21 il Soccorso alpino di Livinallongo (BL) è stato allertato su richiesta dei colleghi di Canazei, per partecipare alle ricerche di uno scialpinista non rientrato da una gita con le pelli nella zona di Forcella Pordoi, da dove c’era stato l’ultimo contatto verso mezzogiorno.

A dare l’allarme la compagna preoccupata perché il cellulare suonava libero, ma lui non rispondeva. Dalla triangolazione delle celle telefoniche, risultava la sua presenza nella zona del Torrione Roma, al confine tra Bellunese e Trentino, dove il ventisettenne di Canazei (TN) era diretto. Non potendo l’elicottero di Trento intervenire a causa delle forti raffiche di vento, le squadre sono partite con gli sci per perlustrate l’area utilizzando l’Artva. Nel canale ci sono le tracce di una valanga e sono stati rinvenuti nella notte degli oggetti.

I soccorritori si sono poi dovuti fermare, non riuscendo a trovarlo e non potendo operare in assenza di rischio senza l’opportuna visibilità. Il corpo della vittima, Etienne Bernard, 27 anni, maestro di sci e guida alpina, non è ancora stato recuperato. Le operazioni avrebbero dovuto riprendere stamattina ma le avverse condizioni meteorologiche non consentono attualmente il sorvolo in elicottero.

Valle Imagna. Morto lo scialpinista travolto

Non ce l’ha fatta il volontario della VI Delegazione Orobica del Cnsas, Claudio Rossi, 42 anni, travolto da una slavina in Valle Imagna nella giornata di ieri e trasportato in gravi condizioni all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Dal CNSAS Lombardia giungono anche maggiori informazioni in merito alla valanga che lo ha travolto nella mattina di mercoledì 13 gennaio.

L’allertamento è arrivato poco prima delle 10:30. La zona dell’intervento è stata quella tra Costa Imagna e Brumano, nei pressi della Costa del Palio. La valanga aveva un fronte di 50 metri. L’amico che era con lui è stato parzialmente coinvolto ma è riuscito a uscire da solo e a dare l’allarme. La centrale di Soreu ha subito mandato sul posto l’elisoccorso; le squadre del Cnsas sono state portate in quota con l’elicottero, dalle piazzole di Sant’Omobono Terme e di San Giovanni Bianco. Altri soccorritori erano pronti a partire dal Centro di Clusone.

Claudio è stato ritrovato dalla unità cinofila da valanga del Cnsas sotto una settantina di centimetri di neve, contro un albero. È stato immediatamente soccorso dall’équipe sanitaria e portato all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, dove è deceduto nel primo pomeriggio. L’elicottero di Areu (Azienda regionale emergenza urgenza) è poi tornato a prendere l’amico e lo ha portato in ospedale per accertamenti. L’intervento si è concluso alle 12:30.

Claudio Rossi era anche un infermiere del 118 di Bergamo e il Soccorso alpino e speleologico lombardo esprime vicinanza anche ai suoi colleghi del 118 di Bergamo e di Areu.

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5 Commenti

  1. Non sara’ che i principianti inesperti ed i super esperti alla fine corrono gli stessi rischi e conseguenze su terreni diversi?Che peccato ..per questi e per tanti altri.!

  2. Lasciamo perdere l’incidente. Voglio parlare di altro.
    27 anni, già guida alpina. A quell’età si può essere bravissimi ad arrampicare ma non si ha ancora la necessaria esperienza di montagna, non c’è stato tempo per farla. Vi fidereste di una guida alpina così giovane? E’ ammissibile dare l’abilitazione a uno che, in pratica, è poco più di un ragazzo?

  3. > Muore giovane guida alpina

    Lasciamo perdere l’incidente. Voglio parlare di altro.
    27 anni, già guida alpina. A quell’età si può essere bravissimi ad arrampicare ma non si ha ancora la necessaria esperienza di montagna, non c’è stato tempo per farla. Vi fidereste di una guida alpina così giovane? E’ ammissibile dare l’abilitazione a uno che, in pratica, è poco più di un ragazzo?

    1. Sì che mi fido: molti giovani hanno delle capacità introvabili nei vecchi e la loro passione è fantastica.
      A 27 anni un alpinista “serio” è completamente formato, poi fa delle scelte, ma cresce solo in qualcosa..
      Gli altri alpinisti, che si divertono per scopo, fanno da contorno.

  4. Che tristezza !
    Penso che il padre e la madre che lo avevano educato alla montagna siano distrutti dal dolore e sono molto vicino a loro.
    Non era un vanitoso e bulletto come tanti, anzi era un vero appassionato.
    Non capisco mai cosa spinga questi giovani a fare “robe” che mai immaginerei, e sì che ne ho combinate.
    Penso sempre che il consumismo della nostra società sia entrato con prepotenza anche nei terreni pericolosi e abbia tolto la percezione del pericolo assicurando la sicurezza….. ma questo vien fatto solo con le parole di chi si vende o ci vive, i fatti non si vedono mai, se non di rimedio a posteriori.
    Siamo in tanti che ci facciamo domande e i più vicini a lui non si danno pace.
    Giovani, non fidatevi di ciò che i media e i divi vi dicono della montagna, imparate a studiarla e a conoscerla con umiltà e pazienza.

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