Montagne

Gasherbrum II

Tredicesima montagna della Terra, terza nel massiccio a cui appartiene, il Gasherbrum II tocca gli 8035 metri. Anche chiamato K4, nome datogli da Thomas George Montgomerie durante le rilevazioni del Great Trigonometric Survey of India, il suo nome significa “bella montagna” da “rgasha” – bello – e “brum” – montagna –.

Geografia

Il Gasherbrum II si trova in Karakorum, nella regione del Gilgit-Baltistan, al confine tra Cina e Pakistan. È la terza cima per altezza nel massiccio dei Gasherbrum, dopo Gasherbrum I e Broad Peak. In realtà ci sarebbe anche il Gasherbrum III, che da molti viene considerato come un picco minore dei due maggiori, vista la sua prominenza di soli 461 metri.

Storia

Le esplorazioni nell’area del Baltoro, ai piedi dei Gasherbrum sono iniziate nei primi anni del Novecento, concentrando la maggior parte degli sforzi “investigativi” verso l’elegante piramide del K2. Il Gasherbrum II è quindi stato osservato da vicino molto presto, anche se nessuno se ne è mai veramente interessato fino agli anni Trenta del Novecento. Una delle prime spedizioni ad averlo osservato, insieme alle altre cime della zona, è stata quella guidata dal Duca degli Abruzzi nel 1909.

La prima seria esplorazione della montagna avvenne nel 1934 a opera di una spedizione internazionale guidata da Günter Dyhrenfurth di cui facevano parte tra gli altri il piemontese Piero Ghiglione, lo svizzero André Roch e il tedesco Hans Ertl. Il loro obiettivo era una ricognizione alla testata del ghiacciaio Baltoro, dove focalizzarono l’attenzione sul Gasherbrum I, senza però dimenticare il secondo. Su quest’ultimo si mossero poco, riuscendo a toccare solo i 6250 metri.

La prima salita

La prima salita del Gasherbrum II è avvenuta il 7 luglio 1956 a opera di una spedizione austriaca guidata da Fritz Moravec. Con lui si trovavano 5 alpinisti, un geologo e un medico. Una spedizione complessa, soprattutto a causa del maltempo che ha rallentato più e più volte le operazioni sulla montagna, facendo anche perdere molto materiale a causa di valanghe e pensati nevicate, ma senza riuscire a intaccare lo spirito degli alpinisti.

Dopo aver individuato una possibile linea di salita lungo la cresta sud-ovest gli scalatori hanno subito iniziato a salire fissando nel giro di poco il primo campo. In realtà questa è l’unica operazione che gli riesce prima del vittorioso tentativo di vetta, infatti i ragazzi vengono presto bloccati dal maltempo divenendo impossibilitati a proseguire i lavori sulla montagna. Il 3 giugno finalmente riescono a muoversi, ma quando raggiungono campo 1 lo trovano distrutto da una valanga. Nonostante questo decidono comunque di continuare la loro salita puntando direttamente alla vetta. Nel giro di 4 giorni raggiungono i 7000 metri dove fissano il terzo campo e decidono per un tentativo con bivacco intermedio. Il 6 luglio partono in tre, Fritz Moravec, Josef Larch e Hans Willenpart, salgono a fatica fino a 7500 metri dove bivaccano. All’alba del 7 luglio sono di nuovo in moto. Stremati dalla fatica, nella neve profonda, raggiungono la cima alle 13.30. Un orario perfetto per poter ridiscendere in sicurezza. “Sulla vetta il vento era fermo e ci siamo goduti la vista indimenticabile e meravigliosa. La salita del Gasherbrum II non è stata una vittoria sulla montagna. La montagna è stata gentile con noi. Il tempo e le circostanze erano buone”.

Prima invernale

La prima salita invernale del Gasherbrum II è stata realizzata il 2 febbraio 2011 alle 11.28 pakistane da Simone Moro, Denis Urubko e Cory Richards. Si tratta della prima cima del Karakorum a essere violata nel corso della stagione fredda.

Una spedizione perfetta dove gli alpinisti sono riusciti a toccare la vetta appena 22 giorni dopo aver raggiunto il campo base. L’intera salita è avvenuta con meteo perfetta, mentre in discesa i tre alpinisti sono stati avvolti dalla bufera con venti a 120 chilometri orari. In queste condizioni hanno dovuto superare il grande labirinto ghiacciato che si estende alla base della montagna. Un dedalo di crepacci e seracchi che ogni tanto si frantumano rilasciando nell’aria un rombo assordante. Spesso e volentieri succede nel silenzio della montagna, quando le spedizioni sono lontane dal pericolo, ma non sempre. Nel 2011 un seracco è crollato proprio mentre Simone, Denis e Cory legati in cordata scendevano dalla montagna. Li ha trascinati per metri prima che la sua energia si esaurisse restituendo all’alta quota il suo silenzio. I tre sono miracolosamente illesi. Simone riesce a liberarsi per primo ed estrare dalla massa nevosa i due compagni. Ripresa la discesa verso valle ancora qualche intoppo, soprattutto per Richards che finisce per ben due volte dentro un crepaccio.

Vie alpinistiche

La più semplice e battuta via di salita al Gasherbrum II è quella dei primi salitori lungo la cresta sud-ovest.

Non sono molte le vie aperte sul Gasherbrum II, e sono tutte recenti.

  • 2007 – Gli italiani Karl Unterkircher e Daniele Bernasconi salgono per l’inviolata parete nord in Cina. Con loro si trovava Michele Compagnoni, nipote di Achille, che ha scelto di rientrare a soli 150 metri dalla vetta.
  • 2018 – Felix Berg e Adam Bielecki realizzano la prima salita della parete ovest.
  • 2019 – Denis Urubko apre in solitaria e in stile alpino “honey moon”, via direttissima alla vetta.

Altre salite degne di nota

  • 1975 – Il 12 agosto le polacche Anna Okopinska e Halina Kruger-Syrokomska raggiungono la vetta divenendo le prime donne a salire il Gasherbrum II.
  • 1984 – Reinhold Messner e Hans Kammerlander realizzano il concatenamento Gasherbrum II – Gasherbrum I. I due alpinisti dopo aver salito il GII non sono scesi al campo base ma si sono fermati al loro campo 1, quindi sono risaliti verso il colle del Gasherbrum La per proseguire sul GI. Il tutto senza supporti esterni. Qualcosa di nuovo per il tempo.
  • 1984 – Il 6 agosto il francese Patrice Bournat e lo svizzero Wim Pasquier realizzano la prima discesa in sci dalla cima del Gasherbrum II.
  • 1985 – L’11 luglio Goretta Traverso, insieme al marito Renato Casarotto, raggiunge la cima del Gasherbrum II. Doppio primato per Goretta che diventa la prima italiana a toccare la vetta del GII e anche la prima italiana a salire un Ottomila.
  • 1986 – Una spedizione slovena realizza la salita in velocità alla cima del Gasherbrum II impiegando solo 32 ore per andare dal campo base alla cima.
  • 1996 – In luglio Jean-Christophe Lafaille scala Gasherbrum I e II in soli quattro giorni, senza pause al campo base.
  • 1997 – Anatolij Boukreev partendo dal campo base avanzato raggiunge la vetta nel tempo record di 9 ore e 30 minuti.
  • 2001 – Denis Urubko sale dal campo base alle vetta nel tempo record di 7 ore e 30 minuti.
  • 2006 – I tedeschi Sebastian Haag e Benedikt Böhm salgono il Gasherbrum II per ben due volte in una settimana. La prima il 29 luglio, la seconda il 3 agosto.

Guida al Gasherbrum II

Raggiungere il Gasherbrum II non è cosa per tutti. Il percorso di avvicinamento è lungo e si svolge in ambiente naturale d’alta quota privo delle comodità presenti lungo il cammino per l’Everest. Nonostante tutto questo il trekking verso il Gasherbrum II rimane uno dei più panoramici e suggestivi itinerari offerti da Himalaya e Karakorum. In nessun altro luogo è possibile ammirare cattedrali di roccia e ghiaccio così imponenti come il K2, le Torri di Trango, la Torre Muztag, il Gasherbrum IV, il Broad Peak e il Chogolisa.

La prima cosa da fare per avvicinarsi al Gasherbrum II è prendere un volo aereo diretto a Islamabad. Dalla capitale pakistana sarà possibile volare su Skardu, nella parte orientale del Gilgit-Baltistan. In alternativa è possibile raggiungere la località via terra percorrendo la Karakorum Highway, una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita. Da Skardu il viaggio prosegue in jeep fino al villaggio di Askole (3050 m), ultimo avamposto raggiungibile con un mezzo a motore. Da qui si prosegue a piedi, con lo zaino in spalla, prima costeggiando il torrente Biafo, poi il Baltoro, fino a incontrare la testata dell’omonimo ghiacciaio da risalire fino al circo Concordia. Qui gli Ottomila si mostrano agli occhi dei trekker nella loro interezza. Ancora una manciata di ore e si raggiunge il campo base della montagna, a circa 5mila metri di quota. I più allenati impiegano 4 o 5 giorni per raggiungere le pendici della montagna. Molti vengono però rallentati dagli effetti della quota.

Raggiunta Askole il trek procede verso Jula (3150 m), quindi Payu (3400 m) e Urdukas (4100 m), sui fianchi del ghiacciaio Baltoro. Il quarto giorno si dorme sul ghiaccio vivo nel campo di Gore (4500 m) per poi raggiungere Concordia (4700 m) e godere dello spettacolo più bello di Himalaya e Karakorum. Per il rientro il consiglio è quello di proseguire verso il passo di Gondogoro La per poi raggiungere il villaggio di Hushe e fare rientro a Skardu.

I trekker interessati a vivere questa esperienza devono munirsi di una guida e pagare un permesso. In generale il costo di un trekking economico si aggira intorno ai 2000 Euro a persona. Gli alpinisti, oltre a questo, devono pagare il permesso di salita, come per tutti gli Ottomila.

Il consiglio, per chi fosse interessato a visitare la seconda montagna della Terra è quello di rivolgersi a un’agenzia specializzata in trekking. Ne esistono di diverse sia in Italia che in loco. Il loro aiuto è fondamentale per riuscire a sbrigare in modo rapido le difficili questioni burocratiche.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Leggi anche

Close
Back to top button
Close