Montagne

Maiella

Per altezza è il secondo massiccio dell’Appennino, dopo quello del Gran Sasso. La Maiella è un crocevia di popoli, che da sempre abitano le sue erbose pendici. Un luogo dove il cammino si fonde con gli incontri culturali resi possibili dalla storia dei luoghi, dalle tracce di antichi percorsi e dall’attività umana che nei secoli ha modellato l’ambiente trasformando al wilderness in paesaggio.

Geografia

Compreso tra le province di Chieti, Pescara e L’Aquila il massiccio della Maiella trova la sua massima elevazione nel Monte Amaro (2793 m). Dal 1992 il suo territorio è incluso all’interno del Parco Nazionale della Maiella, i cui confini si allargano a prendere il Monte Morrone, i Monti Pizzi e il gruppo del Monte Porrara.

Il massiccio fa parte della dorsale più orientale dell’Appennino abruzzese ed è delimitato a nord dalla Val Pescara, a est e sud dalle colline della provincia di Pescara e Chieti, a ovest dalla Conca Peligna.

La seconda cima del massiccio è rappresentata dai 2737 metri del Monte Acquaviva a cui seguono il Monte Focalone (2676 m), il Monte Rotondo (2656 m), il Monte Macellaro (2646 m), il Monte Pesco Falcone (2646 m) e Cima delle Murelle (2596 m). Poi altre minori con altezze comprese tra i 1000 e 2400 metri.

Storia

Conosciuto e popolato fin dall’epoca preromana, il massiccio della Maiella ha ospitato Marrucini e Sanniti sul suo versante est; mentre su quello ovest i Peligni. Nel 1200 sui fianchi della montagna vengono eretti una serie di eremi, per volere di Pietro da Morrone (Papa Celestino V), oggi meta di pellegrinaggio o escursioni turistiche.

Particolare importanza, nella storia della Maiella, la rivestono i terremoti. La zona presenta un elevato rischio sismico, dovuto alla presenza di numerose faglie attive. Uno dei più violenti è stato quello del 1706, seguito da quello del 1915 e ancora nel 1933.

Non si conoscono con esattezza le date di salita alle cime più alte del massiccio, la quota e la particolare conformazione dell’area le rendono tendenzialmente accessibili anche a chi non è un alpinista esperto. Questo non significa comunque che i sentieri siano adatti a tutti, ma semplicemente che con buona probabilità le più alte vette del massiccio sono state violate in tempi antichi, di cui non rimane memoria.

Curiosità

Nonostante la posizione a sud rispetto al Gran Sasso e nonostante la quota più bassa il massiccio della Maiella presenta quelli che vengono definiti “Nevai della Maiella”. A rendere possibile la formazione e il mantenimento di questi importanti bacini di riserva idrica le particolari condizioni climatiche del massiccio. Quattro quelli principali.

Guida alla Maiella

Il massiccio della Maiella è accessibile da più versanti e con mete differenti. Noi qui vi illustreremo come poter raggiungere la sua vetta più alta, quella del Monte Amaro. Si tratta di un trekking lungo e con un notevole dislivello, consigliabile quindi solo a chi è abituato a muoversi in territorio montano ed è in possesso di un adeguato livello di allenamento. L’ascensione parte dal rifugio Pomilio, a 1888 metri di quota, facilmente raggiungibile in auto dai paesi di Pretoro, Lettomanoppello e Roccamorice. Da qui si prende a seguire il sentiero caratterizzato dalla lettera P, che con una lunga marcia porta prima alla Madonnina del Blockhaus, quindi alla cima del Monte Focalone. Ancora Cima Tre Portoni e infine la nostra meta. Il ritorno avviene per lo stesso itinerario. Raccomandiamo di intraprendere l’escursione solo se allenati e di portare con se una buona scorta d’acqua. In totale, tra andata e ritorno, sono circa 26 chilometri.

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