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Stop allo sci. Mondo della neve unito in piazza: “State uccidendo la nostra montagna”

E tra gli sciatori scatta la gara di solidarietà

“Niente speranza, vogliamo certezza”, è uno degli slogan apparsi durante la manifestazione del mondo della neve organizzata ad Aosta nella giornata di ieri. Un evento di piazza che fa da apripista a una serie di flashmob in programma nei prossimi giorni nelle località sciistiche italiane, a partire dal Piemonte che ha deciso di seguire a breve giro l’esempio dei vicini valdostani.

La delusione di fronte alla decisione last second del Governo di non concedere la riapertura degli impianti di sci, prevista per il 15 febbraio, ha progressivamente lasciato il posto alla rabbia. La sensazione generale degli operatori del settore è di sentirsi impotenti e soprattutto inascoltati. A distanza di poche settimane dal flashmob nazionale “Per chi suona la montagna”, si cerca nuovamente di scendere in piazza per far sentire la propria voce. Per chiedere attenzione, e ristori.

Valle d’Aosta apripista nelle proteste

Nella giornata di giovedì 18 febbraio, in 400 tra lavoratori degli impianti a fune, maestri di sci, albergatori e ristoratori si sono ritrovati in piazza Chanoux, nel centro di Aosta. Uniti nel grido “State uccidendo la nostra montagna”. 

Vilma Gaillard, segretario generale Cgil Vda, ha sottolineato nell’occasione come il settore sia letteralmente in ginocchio. La richiesta della Cgil è una Naspi allargata o un reddito di emergenza per gli stagionali che attualmente non ne hanno diritto. Attenzione e interventi vengono richiesti alla Regione, prima ancora che al Governo.

Il Piemonte si prepara a scendere in piazza

Le stazioni sciistiche del Piemonte si animeranno di proteste nella giornata di domani, sabato 20 febbraio. A chiamare a raccolta alle ore 16.30, tutta la popolazione montana, compresi commercianti e sciatori, è l’Arpiet (Associazione regionale piemontese Imprese Esercenti Trasporto a fune in concessione)

“Lo scopo – spiega il presidente di Arpiet, Giampiero Orleoni all’ANSA – è richiamare l’attenzione sull’importanza del comparto neve per l’economia dei territori montani e lanciare un segnale forte in un momento di emergenza così profondo. Sono invitati tutti, in campo si gioca il futuro di decine di migliaia di imprenditori, lavoratori e delle loro famiglie“.

“Ogni località deciderà come muoversi e come manifestare – aggiunge Enrico Rossi, direttore commerciale di Colomion spa – a Bardonecchia per esempio stiamo valutando di far fare una discesa di gruppo di tutti i maestri di sci con i loro piccoli allievi fino a Campo Smith”.

Lunedì proteste a Cuneo

Nella giornata di lunedì 22 febbraio sarà Cuneo la città protagonista di nuove proteste. A scendere in piazza (ore 10.00 appuntamento in Corso Dante) saranno i gestori delle 14 stazioni sciistiche appartenenti a “Cuneo neve”.

Accanto a loro sarà presente anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che nei giorni scorsi, nell’ambito di un incontro con i sindaci del territorio, ha tenuto a evidenziare il grande valore della montagna per il Piemonte, promettendo tra l’altro per la prossima estate di salire sul Monviso. “Perché è una promessa che ho fatto al generale di squadra aeronautica Alberto Rosso, che ha avuto un ruolo cruciale nell’allestimento dell’ospedale Covid alle Ogr di Torino. Andremo insieme sul Re di Pietra”. 

“Ci saremo tutti. Pronti a dare voce alla montagna, che troppe volte è rimasta in silenzio — dicono gli organizzatori della protesta di lunedì – . Siamo coloro che sono rimasti in silenzio dallo scorso marzo e che aspettano. Che si adeguano, ci sperano, si illudono. Siamo rimasti appesi all’illusione di aprire gli impianti ad ogni data che ci è stata comunicata e ci abbiamo creduto”. Tra i partecipanti anche Prato Nevoso, che “aderisce a questo grido di protesta, rispecchiandosi in tutti i suoi valori e chiedendo rispetto per gli operatori e per le loro famiglie”, come sottolineato dalla stazione sciistica di Frabosa Sottana (CN).

Impianti aperti per protesta

C’è anche chi, piuttosto che scendere in piazza per esprimere il proprio dissenso, ha deciso di passare direttamente ai fatti, aprendo gli impianti nonostante il divieto nazionale.

Ne sono esempi la Piana di Vigezzo e Pian Muné, in Piemonte. “Ancora venerdì la Regione ci aveva assicurato l’apertura e noi abbiamo predisposto tutto, in sicurezza, per riaprire. E così lo abbiamo fatto”, la dichiarazione di Luca Mantovani, uno dei titolari della società che gestisce gli impianti della Piana di Vigezzo al quotidiano Repubblica.

Gara di solidarietà tra gli sciatori

Il mondo della neve è fatto di servizi e clienti. Mentre i lavoratori protestano per le difficoltà di arrivare a fine mese, i “clienti”, gli sciatori, si uniscono a loro volta in una gara di solidarietà verso gli impiantisti.

Iniziative varie sono sorte in maniera spontanea sui social, diffondendosi a macchia d’olio. In tanti stanno decidendo di NON richiedere il rimborso degli skipass acquistati nelle scorse settimane. C’è poi chi decide di prenotare e saldare in anticipo lezioni di sci, che forse non si potranno mai sostenere in questa stagione.

A raccontare l’avvio di questa silenziosa gara di solidarietà è la stessa rivista Sciare, scesa letteralmente in campo, come anticipato, a sostegno del settore. “Se questa ulteriore iniziativa avrà successo – scrive la redazione  – , siamo certi che i gestori degli impianti sapranno distribuire all’intero paese il ricavato, consegnandolo a chi ne ha più bisogno. Le stazioni senza turisti sono piccole comunità e non è difficile scoprire chi, in questo momento terribile, ha più bisogno di altri. Si spera poi che i ristori promessi prima o poi arrivino, ma intanto il tempo passa e la vita vorrebbe andare avanti! Questa iniziativa può costituire un piccolo ma sentito contributo per questi lavoratori fermi da mesi”.

“Intanto le idee per dare corpo all’iniziativa si stanno arricchendo di contenuti. C’è chi propone di anticipare oggi i soldi di una prenotazione alberghiera di un week end per la prossima stagione – prosegue – . L’operazione non ha un nome, anche se c’è chi suggerisce di chiamarla “Per chi scia la Montagna”. Sull’onda del successo riscontrato dal flash mob “Per chi suona la Montagna” che Sciare ha portato avanti, sempre ispirata con le medesime modalità. Ovvero dagli appassionati. Dunque Sciare appoggia anche questa iniziativa mettendo a disposizione ogni sua risorsa”.

Una petizione per chiedere rispetto

Un ulteriore canale scelto dal mondo montagne per far sentire la propria voce è la piattaforma Change.org, dove è stata avviata nei giorni scorsi una petizione dal titolo “Chiediamo rispetto per la il mondo della montagna”, promossa da Montagna Vita.

“Egr. Dott. Draghi per l’ennesima volta, ad oltre un anno di pandemia, i nostri governi, amministratori e tutta la popolazione dell’Arco Alpino si è ritrovata ad annullare la ripartenza degli impianti di sci – si legge nel testo della petizione – . Uno stop arrivato dal CTS e dal Ministro Speranza che, come da (brutta) abitudine, hanno fatto pervenire la comunicazione tramite un breve comunicato stampa. Una comunicazione che arriva a poche ore dall’apertura degli impianti di risalita e che reca ulteriori danni economici a tutto il mondo della montagna, oramai in ginocchio da mesi. I nostri stessi governatori e amministratori locali non sanno più come agire, ogni loro azione e decisione è condizionata da Roma. La nostra gente è abituata a lavorare in silenzio ma molti, troppi, operatori, ristoratori, albergatori, aziende, famiglie, stagionali sono oramai ridotti a vivere senza dignità. I ristori non sono arrivati e, ad oggi, risultano ancora lontani… La Montagna non è presa in considerazione e, piano, piano, sta morendo. Chiediamo a Lei di cambiare queste politiche che non solo stanno portando allo stremo tutti noi ma che mancano totalmente di rispetto verso tutto il #MondoMontagna. Abbiamo bisogno di certezze sia sui ristori sia sulle date per ripartire”.

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Un commento

  1. Prima con “quell’incapace” di Conte si lamentavano tutti mattino mezzogiorno e sera. Ora con l’avvento del nuovo messia e la riunione degli apostoli non sento fiatare piu’ nessuno o quasi. Risolti tutti i problemi? Arrivati tutti i ristori? Maah……

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