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365 volte Europa, Riccardo Carnovalini racconta il suo viaggio lungo un anno

A volte, anche dei viaggi a piedi straordinari non lasciano dietro di sé delle immagini adeguate. Riccardo Carnovalini, 63 anni, spezzino residente in Val di Viù in Piemonte, non ha riportato fotografie straordinarie da molti dei suoi grandi raid. Un elenco incredibile, che include due traversate complete delle Alpi e tre dell’Appennino, il periplo delle coste italiane da Trieste a Ventimiglia, il TransAlpedes da Vienna fino a Nizza e il più breve, ma sfizioso Basilicata coast to coast. Venticinque anni fa, Riccardo ha partecipato al primo Camminaitalia, un trek di otto mesi per promuovere il Sentiero Italia. 

Più di recente, ha avuto un ruolo decisivo nel percorrere l’Appia antica da Roma a Brindisi. Un viaggio che è diventato famoso grazie ai réportage e al libro firmati da Paolo Rumiz, inviato di Repubblica e camminatore accanito. L’ultimo viaggio, che è stato il più lungo di tutti, è durato 365 giorni, tra l’ottobre del 2018 e l’ottobre del 2019. Riccardo e la sua compagna Anna Rastello sono partiti dalle Alpi piemontesi, si sono diretti a ovest fino al Portogallo, hanno costeggiato l’Atlantico in Spagna, Francia, Belgio e Olanda. Poi sono andati a sud, dalla Germania alla Grecia, e sono risaliti attraversando i Balcani. Fino al rientro in Italia, a Trieste, hanno percorso 11.275 chilometri attraverso 22 paesi diversi. 

Stavolta, accanto all’impegno e alla soddisfazione del viaggio, c’è anche un libro straordinario. S’intitola 365 volte Europa, costa 20 euro, è pubblicato dalle Edizioni Magister di Matera. Racchiude 365 delle quasi 11.000 foto scattate da Riccardo Carnovalini durante il viaggio, offre a chi lo sfoglia un volto inedito e coinvolgente dell’Europa. Ci sono immagini di Anna e di Riccardo in cammino, ci sono foto di colline, di montagne e di spiagge, non mancano le foreste, le fioriture, la fauna. Molte foto di 365 volte Europa, però, sono dedicate alla gente. Non altri camminatori vestiti con scarpe tecniche e goretex, ma contadini e allevatori, uomini che giocano a carte e donne impegnate in cucina. Accanto ai bambini che giocano a guardie e ladri nelle campagne della Bosnia-Erzegovina ci sono veri poliziotti in divisa, che più volte in Croazia hanno fermato Anna e Riccardo scambiandoli per migranti clandestini.

Non cercavamo nulla, non volevamo conferme a convinzioni, o risposte a dubbi. Permeabili, abbiamo provato, giorno per giorno, a farci penetrare dagli odori, dai sapori, dai calori, dai rumori” scrive Anna Rastello nel testo che accompagna il libro. “Un cammino in cui il carburante per il motore è stato un mix di curiosità e caparbietà”. “Abbiamo dovuto mettere a frutto l’esperienza di una vita per completare l’anno”.

La voce di Riccardo Carnovalini arricchisce e approfondisce il racconto. “E’ stata una partenza vera, quando abbiamo chiuso la nostra casa di Viù abbiamo staccato le utenze, al ritorno abbiamo trovato ragnatele e muffa. E’ stato un progetto tutto nostro, nato senza pensare a comunicarlo. Alla fine ci siamo accorti di aver visto un’Europa sconosciuta, che valeva la pena raccontare”. I 365 giorni di Anna e di Riccardo sono stati un viaggio estremamente frugale. I due hanno dormito quasi sempre in tenda, a volte all’interno di capannoni, pagliai o altri ripari di fortuna. Hanno speso pochissimo, poche decine di euro al giorno in due. Solo in rari casi si sono concessi un albergo, o sono stati ospitati da amici o conoscenti occasionali sotto a un tetto. 

Ho percorso decine di migliaia di chilometri a piedi, ma questo viaggio è stato come un dottorato di ricerca, alla fine del mio percorso di formazione” sorride Riccardo Carnovalini. “La parte più dura è stata certamente l’ultima, quando abbiamo seguito la rotta dei migranti da Salonicco a Trieste, e abbiamo avuto dei seri problemi, alle frontiere e non solo. I controlli più duri, spesso con il mitra puntato, sono stati in Bulgaria e in Croazia”.    

I grandi viaggi a piedi di Riccardo, e i réportage che li hanno raccontati su Airone e su altre testate, sono iniziati trentacinque anni fa. Alcune di queste avventure, come la traversata delle Prealpi, hanno dato vita anche a libri fotografici di alto livello. In altri casi le immagini sono state meno spettacolari. Il nuovo libro dimostra che l’autore è diventato un fotografo di alto livello. Dopo gli anni dedicati alle grandi camminate ho lavorato a lungo per la De Agostini, e ho dovuto studiare. Nell’ultimo viaggio, attraverso l’Europa, ho dovuto vincere la mia timidezza e fotografare le persone, senza di loro il réportage sarebbe stato incompleto. ‘365 volte Europa’ dimostra che negli anni ho imparato” continua Carnovalini con un sorriso. 

Nel libro si vedono la bellezza delle coste atlantiche e quella delle chiese gotiche, i profili delle montagne spagnole e albanesi, le fioriture, perfino l’impronta di un orso sul terreno. Qua e là, nelle pale eoliche, nei viadotti, nelle navi portacontainer che attraversano i canali dei Paesi Bassi si vede l’Europa ricca e produttiva. Molto più spesso compare un continente povero, in bilico tra il passato e il presente, legato a forme di vita arcaiche. Andare a piedi, d’altronde, porta ad allontanarsi dalla prosperità e dall’asfalto. “L’Europa è una bambina, a tratti capricciosa, talvolta irritante” scrive Anna Rastello nella conclusione del suo testo. “Ha bisogno dell’amore di tutti noi per crescere, e per diventare ciò che i Padri dell’Europa avevano sognato: una donna di pace     

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4 Commenti

  1. Bell’articolo. Personaggi inimmaginabili. Su un cartoncino, che mi farà a suo tempo da segnalibro, ho preso nota di elementi utili. Che forza, non solo di fare quelle cose ma di concepirle. Staccare il compteur e poi tornare alle ragnatele, a far rivivere una casa – portata in spalla – e dei ricordi, anche per noi. Grazie.

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