Pareti

Simon Gietl: prima traversata invernale in solitaria delle Tre Cime di Lavaredo

Tre anni fa, insieme a Michi Wohlleben, ha realizzato la prima traversata invernale delle Tre Cime di Lavaredo salendo, oltre alle tre vette principali, anche Punta Frida e Cima Piccolissima.

Due giorni fa Simon Gietl è tornato sulle Tre Cime per ripetere l’impresa ma, in solitaria. Come sempre l’ha fatto in silenzio, annunciando la realizzazione solo una volta terminata la traversata. “Ho iniziato a immaginare questa traversata tre anni fa mentre con Michi portavamo a termine la prima invernale” ci racconta Gietl. “Sono stato titubante fino all’ultimo sulla partenza perché c’era un vento molto forte, anche se le temperature erano perfette per la scalataspiega l’altoatesino che sabato scorso si è andato a testare sulla Cima Ovest. “Ho scalato lo Spigolo degli Scoiattoli, sono salito bene capendo che c’erano le condizioni e che io mi sentivo in forma per tentare”, così domenica 23 febbraio è partito. Ha iniziato a scalare intorno alle 7.30 del mattino e all’una e mezza era in vetta alla Cima Ovest. “Da qui sono sceso lungo la normale fino alla forcella che separa la Cima Ovest dalla Cima Grande e, approfittando delle ultime ore di luce, ho risalito per qualche centinaio di metri la Via Dülfer alla Cima Grande fissando qualche corda”. Con il sopraggiungere del buio e ridisceso alla forcella dove ha bivaccato.

“Durante la notte il vento è stato forte, ma non sono comunque riuscito a riposare bene”, la mattina ha poi deciso di proseguire leggero lasciando il materiale da bivacco. “Sono partito verso le 7.30, alle 9.30 ero sulla Cima Grande, alle 11.40 sulla Cima Piccola. Sono poi sceso alla forcella e ho risalito la cresta che porta a Punta Frida. Da qui ho poi raggiunto la Cima Piccolissima verso le 14. Quando ho guardato l’orologio mi sono stupido di essere stato così veloce. Quindi sono sceso lungo la fessura Preuss arrivando alla base verso le 15 di lunedì 24 febbraio”.

Gietl ci lascia, oltre che con i numeri e i tempi di questa traversata, con una riflessione più intima. “Per me non è stata una semplice scalata, ma un viaggio interiorespiega. “Muovendomi da solo sulla roccia ho capito che mi sento bene da solo, con me stesso. È difficile riuscire a rimanere da soli, sentirsi, senza rumore, capirsi. Ci sono riuscito”.

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2 Commenti

  1. Beato Lui!
    La “scoperta o riscoperta di se stessi”,lo dicono tutti….a quando qualcosa di nuovo?
    Ormai son stati tutti surclassati dalla Poetessa Wislawa Szymborska – Sulla morte senza esagerare
    “…Non c’è vita
    che almeno per un attimo
    non sia stata immortale.”
    …e non era neppure alpinista.

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