Ricette e sapori

Julia, Azzurra e Fiamma, le sorelle dello zafferano più forti del terremoto

Lo zafferano, l’oro rosso dell’Appennino, può dare una mano a far rinascere i borghi messi in ginocchio dai terremoti del 2016. Tre sorelle, Julia, Azzurra e Fiamma Antonucci, coltivano questa preziosa spezia a Roccasalli, una frazione di Accumoli a mille metri di quota che, come i centri vicini, è stata duramente colpita dal sisma. 

Julia, Azzurra e Fiamma sono nate a Roma, dove i loro genitori Claudio e Gabriella si sono trasferiti da molti anni. “Pensavamo di avviare il nostro progetto da tempo, abbiamo firmato per l’acquisto del terreno nell’estate del 2016, e poche settimane più tardi è arrivato il terremoto del 24 agosto. Ci siamo ritrovate in mezzo alle macerie, ma non abbiamo mai pensato di lasciare” spiega Julia, 31 anni, la maggiore delle tre. Abbiamo battezzato la nostra azienda Ubi Maior, significa che vogliamo essere più forti dei terremoti. Il nostro terreno di Roccasalli è sassoso come quello di Navelli, in Abruzzo, la più importante zona di coltivazione italiana. Lo stesso vale per Cascia e per Norcia, dove si produce lo zafferano in Umbria. Per noi coltivare questa pianta è stata una scelta obbligata”.

Le sorelle Antonucci sono periti agrari. Julia lavora a Roma, Azzurra (26 anni) segue alcune aziende agricole tra Lazio e Umbria, Fiamma (24 anni) vive ad Amatrice. Per lavorare a Roccasalli, le tre si danno il cambio. Nelle scorse settimane, Fiamma, Julia e Azzurra hanno iniziato a seminare piante officinali come la lavanda, il tarassaco, la salvia e il timo. 

Al centro del lavoro di Ubi Maior, quest’anno come nei precedenti, c’è ancora lo zafferano. La spezia che si usa in cucina si ricava dagli stigmi essiccati dai fiori ed è leggerissima, impalpabile. 

Nel 2017 abbiamo seminato cento metri quadrati del terreno, e abbiamo prodotto 60 grammi di zafferano. Nel 2018, con più terreno lavorato, siamo arrivate a tre etti, ricavate da 16.000 fiori. Lo abbiamo venduto ad Accumoli e Amatrice, e in un negozio di Roma. Nei ristoranti ha avuto un’accoglienza entusiasta”. Nell’estate che si sta concludendo, le tre sorelle hanno lavorato per preparare il terreno, ma perché Ubi Maior cresca c’è bisogno anche d’altro. Abbiamo montato un prefabbricato di legno accanto al campo, ma la linea elettrica non lo raggiunge. Abbiamo montato un pannello solare sul tetto, ma quell’energia non ci basta. Per ora lavoriamo con un essiccatore in una casa agibile di un altro paese, ma non possiamo andare avanti all’infinito” allarga le braccia Julia Antonucci. 

Dopo il terremoto, a Roccasalli come ad Accumoli e ad Amatrice, sono stati risolti i problemi legati all’emergenza, dalle case (i “moduli” prefabbricati) alle strade. Per la ripresa economica, e della vita di chi è rimasto o vuol tornare, finora la Regione Lazio, come le sue vicine, ha fatto poco. 

Ci serve un laboratorio vero accanto al campo, in futuro avremo bisogno di un punto-vendita. Invece tutto va ancora al rallentatore, che si tratti di allacci, permessi o altre pratiche. E’ chiaro, ci sono altre priorità, ma insomma….”. Ma le tre sorelle Antonucci preferiscono il lavoro ai lamenti. Tra qualche giorno, per la terza volta, i preziosi fiori rossi inizieranno a colorare i campi sassosi di Roccasalli. Il raccolto avverrà nei primi giorni di ottobre. L’obiettivo è mezzo chilo, forse qualcosa di più, di zafferano. Sulle montagne del Reatino, e di tutto l’Appennino, realizzare i propri sogni non è mai stato facile. Julia, Azzurra e Fiamma ci credono, e meritano di avere successo. Auguri. 

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Un commento

  1. Muretti a secco riconosciuti patrimonio Unesco.Se sirestaurassero tutti quelli di Montagna Italiana (lavoro in quantita’ non sostituibile da macchine e velocizzazioni cementifere )a ruota seguirebeb agricolura di nicchia mad altovalore qualitativoe divarieta’, oltre che consolidamento idrogeologico .
    Questa e’ solo una dimostrazione assieme a tante altre.Se poi si riesce a far scucire contributi UE..tanto meglio.Almeno provarci con praratiche burocratiche ben espletate e spinte politiche nostrane convinte..anche se dalla montagna attualmente in abbandono demografico si buscano meno voti..

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