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Coldiretti: salvare le malghe da estinzione

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TRENTO — Evitare che i vincoli che verranno imposti dall’Unesco alle Dolomiti penalizzino le attività esistenti, e conservare le 150 malghe che rischiano l’estinzione. E’ questo l’obiettivo della Coldiretti del Trentino. 

L’associazione degli allevatori e dei coltivatori diretti ha espresso la sua soddisfazione per la decisione di Siviglia. ma con una precisazione. "Il riconoscimento attribuito ai 231mila ettari di terreno delle Dolomiti è una importante premessa per salvare dal rischio di estinzione le circa centocinquanta malghe presenti che sono una componente determinante del territorio interessato".
 
"Le Dolomiti non sono un quadro da appendere alla parete – precisa la Coldiretti – ma un bene reso vivo e vitale dalla natura e dal lavoro dell’uomo e degli animali allevati, che garantiscono un paesaggio unico e l’offerta di prodotti dal gusto inimitabile".
 
Sulle Dolomiti infatti, sono presenti oltre alle 150 malghe anche una trentina di caseifici e circa un migliaio di aziende agricole "impegnate ad evitare – sottolinea la Coldiretti – la scomparsa di prodotti tipici locali come il mais poncio, i fagioli Lamon o l’agnello Alpagoto".
 
Il rischio da evitare, dicono gli allevatori, è quello che una regolamentazione troppo rigida dal punto di vista della tutela ambientale possa penalizzare questo tipo d’economia. un’econom ia che si trova già in forte difficoltà per il crollo delle quotazioni del prezzo del latte pagato agli allevatori e per le oggettive difficoltà di fare impresa in montagna.
 

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