BERGAMO — Soddisfazione dei parlamentari e delle istituzioni. Entusiasmo degli enti turistici. Attenzione da parte di coltivatori e ambientalisti. La decisone dell’Unesco di dichiarare le Dolomiti patrimonio dell’Umanità sta riscuotendo il plauso da tutta la comunità italiana. Ma la gente, che cosa ne pensa? Quali sono le reazioni, i dubbi, i commenti che si hanno riguardo a questa storica decisione? Montagna.tv lo chiede ai suoi lettori.
Abiti ai piedi delle Dolomiti, ci lavori o semplicemente ci vai in vacanza? Le conosci perchè frequenti i loro sentieri e le loro pareti, o magari soltanto perchè sono famose? Scrivici qual è la tua opinione riguardo la decisione di renderle patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Montagna.tv pubblicherà il tuo parere, e cercherà di rispondere ad eventuali dubbi e domande che verranno posti.
Ma non solo, farà di più. Per celebrare questo storico avvenimento, che riporta le bellezze Italiane in primo piano del mondo, abbiamo deciso di dedicare alle Dolomiti una speciale gallery fotografica con le immagini dei lettori. Inviateci le foto più suggestive scattate sulle guglie dolomitiche, sui sentieri e nei pittoreschi villaggi del circondario.
Le pubblicheremo su Montagna.org ed eleggeremo le 12 immagini più belle, che andranno a comporre un calendario speciale che vi regaleremo a fine anno insieme al classico calendario dei lettori.
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Sono abbastanza giovane (29 anni) ma è da più di vent’anni che frequento le Dolomti in particolare la zona del Brenta, l’Alta Badia e negli ultimi anni l’Agodino. Sicuramente il riconoscimento dato dall’unesco è importante ma quali sono le conseguenze che realmente si porta dietro? O meglio, avrà delle conseguenze o vedremo solo qualche cartello qua è la che ci informa di essere in uno dei luoghi più belli e prezioni del mono?…come se non lo sapessimo già! Da quello che si è letto sui quotidiani o si è sentito ai tg sinceramntequesto non si capisce! La mia speranza seppur flebile è che si ripensi, approfittando anche della crisi incombente, allo sviluppo turistico di certe zone, vedi val Rendena, dove è in atto un mastodontico collegamento sciistico tra Pinzolo e Campiglio fatto passare per collegamento di viabilità alternativa.
Gian Marco Falcini
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Salve, sono un escursionista di Treviso, ho appreso la notizia dell’inserimento delle Dolomiti nella lista dell’Unesco e sono soddisfatto per questo riconoscimento internazionale. Ho sentito preoccupazioni sia dalla gente comune per il pericolo di sfruttamento economico dell’area dolomitica sia dagli operatori economici per le eventuali restrizioni alle loro attività.Speriamo che l’Unesco non favorisca ulteriormente lo sviluppo di attivita’ umane in un area cosi’ delicata e unica nel mondo.
Federico Treviso
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Personalmente sono felice di apprendere, le Dolomiti patrimonio dell’uamnità, purchè sia eattamente così. Sono un assiduo Frequentatore delle Dolomiti e della montagna in generale, certo non sono favorevole, ma nettamente contrario trovare rifugi o piccoli alberghi in alta montagna uguali a quelli dei centri di villeggiatura sulla costa, lo stesso caos d’auto e quanto può somigliare a tutto ciò che andando in montagna è desiderato lasciare; c’è una bella poesia di Giorgio Caproni: signore deve tornare a valle, lei cerca davanti a se, ciò che ha lasciato alle spalle. Penso però che il migliore e il più giusto, giudizio sulle Dolomiti, patrimonio dell’umanità, debba essere di diritto da chi ci vive.
Graziano Grazzini
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Patrimonio ed umanità. Occorre comprendere bene questi termini per poterne capire il valore. Un "patrimonio" per l’umanità, significa una riserva, una dote, un grande dono, un tesoro da custodire con l’impegno di tutti. A volte scambiamo patrimonio con proprietà ed allora diventa possesso: «è mio e ci faccio quello che voglio!». Diventa uso proprio e non conservazione. Diventa a proprio beneficio e non per il bene comune. Solo nella misura in cui ridimensioneremo l’idea che abbiamo di patrimonio e il valore che attribuiamo alle cose che non ci appartengono, come la vita, la natura, la terra, le montagne e impariamo ad averne rispetto, potremo veramente gioire nel sapere che le Dolomiti sono state dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Solo se saremo capaci di "umanità", di mettre nella giusta relazione l’uomo tra gli uomini e l’uomo nell’ambiente naturale, comprenderemo veramente il valore delle montagne, del dono che rappresentano, della risorsa anche utilizzabile sul piano commerciale per il turismo, ma quello responsabile. Che non vuol dire fermi tutti stiamo a guardare, ma significa scoprire e aiutare i turisti a scoprire il bello ed il buono che c’è in questi luoghi e tra questa gente. Da qui deriva l’attenzione alle gite con le racchette da neve, la passeggiata tra gli alpeggi, l’escursione per le trincee della grande guerra, la serata con i piatti tipici: proposte semplici nel rispetto della natura e della tradizione che sono da riscoprire e da riproporre (piuttosto che la corsa sfrenata con la motoslitta!). Una frase famose recita: "la terra non ci è data in eredità dai padri, ma in affitto dai figli". C’è molta gente che frequenta la montagna e può diventare un problema: certamente, ma come tutti i problemi va affrontato. Non si tratta di scegliere una chiusura (al traffico, ai numeri, ai giorni), ma di scegliere cosa offrire. Si tratta di insegnare un modo per frequentare la montagna, come si va a funghi nel bosco, come si scia sulle piste, come partecipare della fatica e del rispetto che hanno per la montagna coloro che la abitano qui quotidianamente e da secoli. Per incrementare il turismo o per ridurlo non dobbiamo pensare al turismo di massa, ma ad un turismo responsabile; non possiamo portare nelle valli le comodità o gli ambienti ricercati dalla moda o dalle "abitudini cittadine", non possiamo pensare di ricreare "Riccione" o il lungo mare a 2000 metri. Occorre al contrario far riscoprire la semplicità ed il bello della cultura, dell’ambiente, della vita: il bello delle DOLOMITI che ora sono anche (ma lo sono sempre state) patrimonio dell’umanità. E noi ne siamo responsabili.
Marcello Barbieri (anni 45), Modena (da 45 anni ospite, estate ed inverno, al Passo di Costalunga TN)
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Sono abbastanza giovane ho 29 anni ma è da prima di nascere che frequento le dolomti in particolare la zona del brenta, l’alta badia e negli ultimi anni l’agodino. Sicuramente il riconoscimento è grande e importante ma quali sono le conseguenze che si porta dietro? Maggior tutela del territorio,
ince
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Sono Agostino di Genova ma alla notizia dell’UNESCO che le DOLOMITI diventano Patrimonio dell’Umanità ne sono rimasto entusiasta anche per uno come mè che è nato sul mare praticamente sulla via Aurelia.
Non sono più molto giovane hò 57 anni compiuti e faccio Trekking con alcuni amici vicino alle mie parti ma quando devo andare in vacanza sulle Dolomiti allora mi porto il Kit completo da Ferrata perchè le Dolomiti sono uniche.
La prima volta che le hò viste nel lontano Agosto 1971 ne sono sempre rimasto affascinato e quando posso ma sono un pò lontano ci vado di corsa infatti anche quest’anno tra 15 giorni vado a Santa Cristina in Val Gardena non vedo l’ora di esserci.
Io penso che oltre alle Dolomiti anche il gruppo Monte Bianco e Monte Rosa facciano parte dell’Unesco sono uno spettacolo.
Agostino
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Aumenterà la pubblicità. Aumenteranno le opportunità. Aumenteranno i "visitatori". Aumenteranno le moto e le auto sui passi (e qualche comune montano ne aprofitterà per far pagare il pedaggio). Aumenteranno gli alpinisti, gli sciatori, gli scialpinisti, quelli con le mountain bike, quelli con le bici da corsa, quelli che fanno trekking. Aumenteranno le chiamate al soccorso alpino. Aumenteranno gli affari per chi vi opera: albergatori, commercianti, affittacamere, guide alpine, ristoranti, bar, gelaterie, professionisti di ogni genere. Aumenteranno i prezzi. Aumenteranno le manifestazioni sportive e non. Aumenteranno le feste di paese (quante ne faranno resuscitare) Aumenteranno i posti di lavoro. Aumenteranno i posti letto. Aumenteranno le case di vacanza. Aumenteranno le attrazioni. Aumenteranno le persone ai bivacchi in quota. Aumenteranno le piste da sci. Aumenteranno anche i cercatori di funghi. Aumenteranno le persone che le frequentano sia d’estate che d’inverno. Aumenteranno quelli che non riescono a rispettarle. Aumenteranno quelli che le sporcano. Continuerà ad aumentare il cemento (più velocemente o più lentamente?). Di sicuro non è un tasso che cesserà di crescere. Diminuiranno gli alpeggi. Diminuiranno le malghe che ancora sono delle vere malghe. Diminuiranno i posti tranquilli e incontaminati.
Diminuiranno i posti dove stare in pace. Forse aumenteranno i regolamenti e le risorse per contrastare quei disastri (piccoli e grandi) a cui l’uomo sa dare origine. Lo spero…ma…E’ una buona notizia o è una cattiva notizia?
Massimo Stella
PS: Che fossero stupende lo sapevo già…
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Ho appreso questa notizia con tanto entusiasmo, sarà perchè fin dalla prima volta (1976) cjhe le ho viste mi hanno rapito e ogni anno puntulalmente appena ho del tempo libero ritorno perchè appena mi immergo nei loro sentieri sento in me una pace interiore e non ne posso fare a meno. La cosa importante e che adesso anche l’uomo contribuisca a mantenere questo patrimonio.
Lucia53
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Salve sono un vostro lettore della provincia di Venezia,grande appasionato di montagna insieme a mia moglie e ad un gruppo di amici:Proprio questa sera io e mia moglie stavamo discutendo degli articoli e delle interviste lette sul vostro sito,e siamo pienamente d’accordo con le affermazioni e le paure di Mauro Corona e Reinhold Messner.Purtroppo secondo noi,con la mentalita’ di molti Italiani,sara’ molto difficile mettere in pratica l’idea di un turismo ecosostenibile e mettere d’accordo le istituzioni tra di loro.Comunque un grazie personale a Corona sostenitore della montagna di serie B,che a mio parere riserva grandi fatiche,le quali pero’ arrivati in cima si traducono in vere emozioni.
Michele Benetti
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Buonasera a tutti, sono un vostro assiduo lettore e sono molto contento che Le Dolomiti siano diventate Patrimonio dell’Umanità. A mio avviso questa decisione poteva essere stata presa qualche anno fa. Meglio tardi che mai.
Massimo De Candido
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Spett.le redazione. Sono un Vecchio alpinista (classe 1939). Sono contentissimo che finalmente le Dolomiti siano inserite nel Patrimonio dell’Unesco,e che siano protette. Ultra contento che anche il Monte Bianco sia candidato,ma mi permetto,perche’
non inserire anche il Monte Rosa?? Se venite a Torino e salite al Colle dell’Eremo in una bella giornata con un po’ di vento vedrete che tutta la cerchia che parte dal Monviso, sino a dove arriva lo sguardo sul Monte Rosa dovrebbe essere protetto dall’Unesco. Forse chiedo troppo. Basterebbe un po’ di moderazione da parte dei CANNIBALI che frequentano le montagne (fortunatamente in media-bassa quota). Cordiali saluti, complimenti per il vostro sito che visito giornalmente, per sentirmi ancora partecipe della vita sulle montagne.
Francesco
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Gent. redazione,come si può non essere d’accordo con Mauro Corona? Sottoscrivo dalla prima all’ultima parola quanto giustamente scrive il bravo e attento Mauro Corona.Tutti siamo felici del prestigioso riconoscimento ufficiale dell’Unesco! Le Dolomiti rappresentano senz’altro un’ambiente unico da tutelare e valorizzare in modo da poter tramandare, il più possibile intatto, alle future generazioni questo straordinario patrimonio. Purtroppo però la realtà sul territorio è sempre diversa, in quanto, a parole, tutti sono difensori della natura, poi però da tanti amministratori pubblici di tutti i livelli, dai tanti enti pubblici delegati a ciò, ma anche, talvolta da parte della popolazione residente o anche dal turista arrogante, arrivano, nei fatti, e molto frequentemente, segnali poco edificanti…Tutti tendono a vedere l’immediato e talvolta a fare i propri comodi adesso, subito, mentre per pensare il futuro non c’è mai tempo e spazio: è soprattutto un discorso educativo che è oggettivamente carente fin dalle scuole primarie o che talvolta manca del tutto o è troppo generico, vago e approssimativo. Il grande valore naturale della montagna, da una buona fetta di popolazione non è compreso affatto e se non si comprende questo aspetto in certi dettagli, non si può nemmeno pensare a come programmare e organizzare un’economia di montagna in armonia con l’ambiente e nel rispetto della vita dei montanari. Senza ambienti intatti non si può fare turismo e senza turismo non ci può essere economia soddisfacente…è ovvio. L’invito di Corona a camminare e abituare quindi la gente ad andare a piedi è a mio avviso il pilastro fondamentale per un giusto e corretto approccio di base alla montagna per "costruire" dalle "fondamenta" questo "rispetto" che con il passare degli anni purtroppo è sempre in palese riduzione: motoslitte che scorazzano indisturbate su laghi parzialmente ghiacciati, o in pieno inverno su versanti valanghivi, motocross d’estate, anche nei prati, proliferare di strade "forestali", accessi incontrollati, abbandono di rifiuti, proliferazione di impianti di risalita in zone già sufficientemente servite, gestione dell’attività venatoria non troppo attenta, ecc,ecc…le problematiche di sfruttamento e distruzione sono tantissime….Tutte le aree montane di ogni latitudine dovrebbero avere le stesse tutele e attenzioni in quanto la gente di montagna che deve viverci, quotidianamente, ha naturalmente con essa un rapporto spesso di difficile equilibrio costi/benefici. I montanari dovrebbero poterci vivere secondo precisi standard più o meno specifici che almeno sulle montagne europee,o nei cosiddetti "paesi evoluti" dovrebbero essere sempre garantiti. La speranza che questi riconoscimenti internazionali producano in futuro maggiore attenzione anche alle zone di montagna "marginali" è quanto poi tutte le persone di buon senso auspicano, ma in assenza di segnali concreti che mirino con i fatti ad un enunciato obiettivo,a volte troppo "impopolare" per il politico o l’amministratore che deve assecondare e o pianificare certe scelte…alla fine fa prevalere "le vie di mezzo", i "compromessi" per "salvare capre e cavoli". Il risultato finale , però, se non ci saranno decisi cambi di rotta, sarà ahimè "diverso" e ci rimetteremo tutti quanti "sia le capre che i cavoli…" ed allora le conseguenze saranno facilmente prevedibili. Tutto rimarrà solamente un buona intenzione e nulla più.
Un lettore residente in Trentino Alto Adige
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Un grande riconoscimento per le nostre dolomiti, ma è la mentalità dell’uomo che dovrebbe cambiare, frequentare i paesi dolomitici in estate è peggio che respirare l’aria di Milano centro. Aria inquinata, troppo traffico e troppo caos. Occorre regolamentare la circolazione, come sostiene Corona, cerchiamo di far vivere la montagna a piedi, e non per forza con mezzi di locomozione. I turisti scoprirebbero un nuovo modo di frequentare la montagna e tutto sarebbe più vivibile per tutti. Dietro al riconoscimento si paventano già le difficoltà per mettere d’accordo gli enti locali che non facilmente si metteranno d’accordo in tempo utile. Sono per la montagna pulita e vivibile ovunque, non solo nei centri turistici.
Bi
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Frequento per passione la montagna e le dolomiti, aimè principalemente nei periodi delle ferie, una cosa che non vorrei veder fare è un aumento indiscriminato delle codidette infrastrutture: case, alberghi, impianti di risalita, mentre sarebbe una cosa intelligente dotare tutta la zona di mezzi di mobilità adatti a disintentivare l’ uso delle auto private, per esempio servizi ferroviari, autobus e navette varie ecocompatibili, efficaci, efficienti e magari non troppo esosi.
In punta di scarpone