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Il 22 maggio all’Alpe di Siusi l’arrivo della cronoscalata del Giro d’Italia

ALPE DI SIUSI — Il 22 maggio è una data da segnare sul calendario per gli appassionati di ciclismo: in quel giorno il Giro d’Italia regalerà a tutti i suoi spettatori una tappa mozzafiato, la cronoscalata da Castelrotto all’Alpe di Siusi, dieci chilometri di salita – una prova massacrante – nel cuore delle Dolomiti, sotto le pareti strapiombanti al cospetto del Massiccio dello Sciliar.

Questi i numeri della tappa: 10,85 chilometri, 784 metri di dislivello, con una pendenza media dell’8,3 per cento. Si parte da Castelrotto a 1.060 metri di quota: i primi 1.800 metri sono in leggero falsopiano, solo l’antipasto della sfida; i restanti 9 chilometri che portano all’arrivo presentano una pendenza media dell’8,3 per cento, con punte dell’11% e diversi tratti oltre il 9%. Una salita regolare e, come si dice in gergo, che “tira sempre”: non prevede tratti in cui rifiatare o recuperare, ma esige uno sforzo continuo e reiterato fino allo striscione finale. Al chilometro 7,5, un dentino all’11 per cento va gestito con cautela: siamo a 1.600 metri di quota e ci sono ancora tre chilometri di fiato e sudore per arrivare ai 1.844 metri del traguardo posto a Compatsch.

La tappa rappresenta uno spettacolo anche dal punto di vista paesaggistico: le inquadrature, oltre che sui protagonisti della gara, saranno tutte sulla cornice tra il Gruppo del Sassolungo a nord-est e il massiccio dello Sciliar di fronte. La salita alterna rettilinei e una decina di tornanti, con tratti in bosco e zone esposte al sole da cui ammirare i suggestivi panorami dolomitici.

Due curiose concomitanze legano questa giornata alla storia della Corsa Rosa: la cronoscalata dell’Alpe di Siusi celebra gli ottant’anni di questa specialità. La prima prova contro il tempo in salita venne infatti inserita nel Giro del 1936 per celebrare, salendo da Rieti, la nascente stazione turistica del Terminillo. Inoltre, il 22 maggio è lo stesso giorno in cui l’edizione 1933 del Giro prevedeva la prima cronometro in una qualsiasi gara a tappe: era l’infinita (62 km) Bologna-Ferrara e vinse Alfredo Binda, che quell’anno a Milano conquistò il suo quinto Giro.

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