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Ande, in crisi gli allevamenti di alpaca

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PUNO, Perù — I ghiacciai si ritraggono a causa del riscaldamento globale, la riduzione dei ghiacci comporta minore disponibilità di risorse idriche a cui consegue la collaterale diminuzione dell’estensione dei prati naturali. Risultato: aumenta la mortalità degli alpaca, con gravi ripercussioni per le popolazioni andine.

Gli effetti del riscaldamento globale riguardano davvero ogni regione del mondo e ogni aspetto della nostra società. Arriva dal Sud America l’allarme per la sopravvivenza degli alpaca, gli animali caratteristici delle regioni andine, che sarebbero a rischio a causa dello scioglimento dei ghiacciai.
 
Il problema della siccità infatti, riguarda da vicino l’allevamento degli alpaca perché comporta la diminuzione dell’estensione dei prati naturali dove l’animale si alimenta. Questa specie di ruminanti, che vive in greggi ad elevate altitudini tra i 3.500 e i 5.000 metri di quota, mangia circa un chilo al giorno d’erba ed è soggetta a malattie che portano spesso alla morte in caso di malnutrizione.
 
Aumenta insomma la mortalità degli alpaca e le conseguenze, come spesso accade, non si avvertono solo a livello di ecosistema ma anche, e forse più nell’immediato, nell’ambito delle economie delle popolazioni locali.
 
Sulle Ande infatti, numerose popolazioni vivono per lo più grazie all’allevamento di questi animali, che costituisce quasi esclusivamente la fonte di tutta la loro economia. La loro lana ha garantito finora il sostentamento di migliaia di famiglie indigene negli altipiani andini della Bolivia, del Cile e del Perù, soprattutto nella regione meridionale di Puno, dove solo qui vivono circa 3 milioni di alpaca.
 
 
Valentina d’Angella

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