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Uragano su corsa in montagna: feriti

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LONDRA, Gran Bretagna — Piogge torrenziali, grandine, fiumi straripati e venti a oltre cento chilometri orari. Si è scatenato l’inferno, sabato pomeriggio, sulle montagne inglesi del Lake District, dove si stava svolgendo la celebre Original Mountain Marathon. I 2.500 atleti in gara hanno iniziato una frenetica diaspora per mettersi al riparo dentro rifugi, stalle, baite diroccate. Ma la maggior parte di loro, circa 1.700 secondo la polizia inglese, è stata costretta a pernottare all’addiaccio. E ora, mentre si contano i feriti, scoppiano le polemiche contro gli organizzatori e si moltiplicano i racconti terrorizzati di chi è sopravvissuto alla vicenda.

E’ davvero uno scenario da film ad alta tensione quello in cui si è svolta, nel weekend, l’Original Mountain Marathon inglese. Uno scenario che richiama subito alla mente la tragica corsa sullo Zugspitze, in Germania, durante la quale, a luglio, due atleti sono morti per ipotermia e crisi respiratoria nel mezzo di una tremenda bufera di neve. Stavolta, di morti non ce ne sono stati, ma secondo le autorità, si tratta di un vero miracolo.

La corsa, con 2.500 atleti al via, era partita sabato mattina nonostante le piogge torrenziali e le terribili previsioni meteo. Ma verso mezzogiorno il nubifragio è diventato così forte da far esondare i fiumi e le raffiche di vento impossibili da sopportare. E così gli organizzatori hanno deciso, per la prima volta nei 41 anni di storia della gara, di annullarla.

Non lo hanno fatto prima, dichiarano gli organizzatori, perchè l’Original Mountain Marathon è celebre anche come "test di sopravvivenza". Per completare il percorso, di circa 80 chilometri, molti impiegano 36 ore e i corridori – che gareggiano a coppie – devono avere con sè materiali come tende, sacchi a pelo e cibo. Secondo quanto riferito da alcuni atleti, viene organizzata in questo periodo proprio perchè il meteo avverso è una delle difficoltà da superare. Ma di certo, nessuno si aspettava un nubifragio simile.

Quando la gara è stata annullata, i soccorsi hanno inviato un elicottero e 100 uomini nella zona, alla ricerca degli atleti che nel frattempo si erano dati alla macchia in cerca di un riparo. Pochi fortunati hanno trovato posto nei rifugi della zona, altri si sono riparati in angoli di fattorie, fienili, granai o baite. Ma la maggior parte ha dovuto trascorso la gelida notte all’addiaccio sulle montagne.

"Abbiamo assistito a terribili scene di panico" raccontano i soccorritori, che solo domenica pomeriggio sono riusciti a chiudere le operazioni, assicurandosi che tutti gli atleti erano stati recuperati. Una dozzina di corridori è stata ricoverata per ferite o per  ipotermia. Due persone hanno fratturato le gambe, una ha riportato delle serie lesioni spinali precipitando in un ruscello ghiacciato.    

"E’ stata l’esperienza peggior di tutta la mia vita in montagna – ha raccontato uno degli atleti -. Pioggia e grandine scendevano quasi in orizzontale e il vento soffiava a raffiche di 140 chilometri orari. Non ho mai visto niente di simile, sembrava il diluvio universale raccontato nella Bibbia".

 
"Il vento continuava a spingerci – racconta un altro atleta – continuavamo a rischiare di cadere sulle rocce e romperci una gamba. La visibilità era zero, la pioggia così forte che i nostri indumenti antipioggia non servivano a niente. I sentieri erano trasformati in fiumi, i piedi affondavano. Eravamo inzuppati e rischiavamo di congelare".

E ora, la polemica si scatena. Polizia e soccorso alpino, che avevano sconsigliato lo svolgersi della manifestazione, accusano gli organizzatori di "mancanza di buon senso" per aver voluto dare ugualmente il via alla corsa. "I soccorsi sono costati migliaia di sterline – dicono le autorità – e questo disastro era annunciato. Perdipiù era noto che sulle montagne dove si svolge la corsa non c’è nemmeno copertura per i cellulari".

Ma gli organizzatori si difendono. "A questa gara partecipa gente preparata – hanno detto alla stampa -. Sanno come affrontare gli imprevisti in montagna, non sono degli alpinisti improvvisati".

Guarda il video del nubifragio sulla gara 

Sara Sottocornola

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