Alpinismo

Miskovic: elicotteri in ritardo, ho rischiato

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ISLAMABAD, Pakistan — "Ho dovuto aspettare due giorni nella bufera, a 5.400 metri, perchè gli elicotteri erano in ritardo o troppo occupati. E’ ora che anche in Pakistan qualcuno si dedichi a organizzare i soccorsi, altrimenti si rischia la vita". Queste le parole di Dejan Miskovic, rientrato a Islamabad dopo la difficile avventura sul Muztagh Tower dove ha perso il compagno Pavle Kozjek.

Era il 25 agosto quando i due alpinisti sloveni, impegnati nella scalata al Muztagh Tower, si sono avventurati sulla pericolante cornice di neve che ha ceduto sotto i piedi di Kozjek e ne ha causato la scomparsa. Miskovic è rimasto intrappolato a 6.800 metri di quota: non poteva più nè scendere nè salire e la bufera di neve gli impediva di valutare altre vie.
 
Così, Ales Cesen e i suoi compagni impegnati sul K7 sono stati trasportati ai piedi del Muztagh Tower per dare aiuto all’alpinista. Ma il maltempo ha impedito loro di salire in aiuto a Miskovic, che lassù ha resistito per giorni senza nemmeno un sacco a pelo, e alla fine è riuscito da solo a trovare il modo di abbassarsi fino a 5.400 metri dove gli elicotteri pakistani lo hanno prelevato e portato in salvo.
 
Ora Miskovic è felice di essere sopravvissuto, ma la paura provata in parete, mentre aspettava il recupero in volo, è stata davvero troppa. E così, appena arrivato a Islamabad, si è sfogato con i giornalisti.
 
"Ho dovuto passare due giorni a 5.400 metri – ha detto Miskovic a Explorersweb – solo perchè gli elicotteri erano in ritardo. Anche al momento dell’incidente, i gestori dei velivoli erano pieni di lavoro e ci hanno messo troppo a trovare un elicottero. Oltretutto, il servizio è molto caro. Il governo pakistano dovrebbe creare una squadra di soccorso che coordini gli elicotteri e la logistica".

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