Reality Monte Bianco: qualche termine a sproposito, ma divertente
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BERGAMO — Irritante, come una strisciata d’ortiche sui polpacci nudi mentre commini su un sentiero, la Balivo che con tono enfatico ripete qualche volta di troppo “Alpinisti!”. Credo abbia prodotto quest’effetto in migliaia di Alpinisti o che tali si sentono, nell’eccezione del termine utilizzato da Guido Rey, Boccalatte, Cassin, Comici fino a Bonatti e Manolo, e chi più ne ha ne metta.
Mauro Corona, che non è solo un prolifico scrittore ma anche un buon alpinista, rinunciò all’ultimo minuto, un paio di anni fa, a partecipare all’Isola dei Famosi perchè il popolo dei suoi lettori gli si rivoltò contro accusandolo di tradimento della cultura pauperistica della montagna e dei suoi valori più nobili che credeva rappresentasse. Lui probabilmente l’Isola l’aveva semplicemente scelta per far cassa per le finanze famigliari. Nobile obbiettivo pure questo.
Mentre ieri sera mi divertivo a guardare Arisa salire l’affilata cresta della Piramide Calcaire, insultando la sua irritabile guida alpina, ho avuto la percezione e la certezza del dolore che dal cuore sanguinante della stragrande maggioranza degli “alpinisti” promanava in quel momento. Ma le parole urticanti e dissacranti pronunciate ieri sera non sono state solo quelle ritenute a sproposito come “alpinisti” . Anche “gara, premio, tempi, penalità” si sono ben condite nel programma “Monte Bianco”, il primo reality (ancora una classifica) della televisione che ha la montagna come terreno di gioco.
Perchè di questo si tratta: di un gioco. E quando si è arrivati alla fine, dopo che Anna Torretta ha calato per 70 metri nel vuoto il suo “lottatore” da 100 chili Stefano Maniscalco e che Filippo Facci ci ha rifilato la sua ennesima battuta al vetriolo sull’assurdità di tanta fatica, dopo che le chiappe della bella e agile modella brasiliana Mello si sono rinfrescate nelle gelide acque della val Veny, dopo la sigla e la pubblicità, quando tutti sono andati a dormire nelle loro tende, mi sono accorto d’essermi divertito.
Confesso di aver guardato un reality per la prima volta, avendo perfino vietato a mia figlia, quando potevo proibire qualcosa, di guardare il “Grande fratello”. Non me ne voglia Magnolia, con Rai2 produttore abilissimo del format “Monte Bianco”, e complimenti per aver avuto il coraggio di usare l'”alpe” come location e l’alpinismo con le sue difficoltà, regole e spettacolarità come modalità per un gioco televisivo. Mia figlia ieri sera mi ha mandato un sms: “divertente”.
Dimenticavo. Simone Moro è stato bravo, un po’ rigido all’inizio ma prodigo di consigli e di attenzioni – lo è anche nella realtà – ai concorrenti (altra parolaccia urticante), utili anche a chi in montagna ci va senza partecipare a un reality.[:]
Concordo…il meno peggio sicuramente di tutti i reality in circolazione….certo che definire Moro “il migliore alpinista del mondo”…ecco magari si poteva evitare..
Non c’è solo la performance , l’impresa titanica , romantica,sportiva ,ma anche la scampagnata picaresca…alla Tratarin di Tarscona .
Siamo a livello di persone comuni , più o meno in forma, e ci sta bene pure la belloccia o la vittima sacrificale, il romanaccio , la toeletta nel torrente…la mangiata in compagnia, la tenda satura di effluvi da fagiolata.Pubblicità occulta? No , è ben scritto nei messaggi che passa pubblicità.La guida deve saper saper gestire ogni tipo di cliente-compagno, comodo sarebbe confessare i virtuosi, curare i sani e insegnare agli istruiti.
Tempo al tempo ..ed appare dal vero ciò che Milo Manara disegnò per il festival di Trento ..e venne scartato.
Amo la montagna pura, semplice, naturale. Non può rientrare in ciò uno spettacolo costruito male; artificiale. Non può far parte dell’alpinismo tradizionale una gara, una competizione in nome dello spettacolo; guidata da una Balivo che di montagna non ne capisce niente; mi dispiace per Simone Moro che si è prestato a questa recitazione: non è questa la modalità di avvicinare la gente alla montagna. Tutto consumo e basta. Fanno schifo. Lorenzo Gallina (Treviso)
Credo che alpinisti del calibro di Messner o di Bonatti (che, ahimè, non c’é più), ma anche di un caro amico come Marco Confortola rimarrebbero schifati se gli fosse stata fatta la proposta di partecipare ad un programma come Monte Bianco, così mediocre, così commerciale, così poco attento al vero significato dell’andare in montagna amandola e rispettandola!!!!……Della mediocrità e banalità della presentatrice non c’erano dubbi, dato il livello di programmi che generalmente conduce, ma che caduta in basso di Simone Moro!
Condivido, è un reality e prendiamolo come tale…!!! Gli ALPINISTI lo sanno benissimo che quelli non sono alpinisti e probabilmente (anzi credo certamente) non lo diventeranno mai..!!!
Le Guide? quanta pazienza, poveri, speriamo almeno si portino a casa un bel gruzzoletto….
Spettacolo indegno, che mortifica la nostra passione, la nostra cultura ed il denaro pubblico annualmente versato in forma di canone. Patetica la figura dell’ex mito Simone Moro che, fallita l’occasione di portare un fenomeno da baraccone a saltellare con il suo triciclo sul tetto del mondo, rilancia facendo da pastore ad un gregge di clowns da reality usando come teatro la montagna simbolo della storia del nostro paese e di eroi come Bonatti. Auguro a questo scempio il fallimento che merita e che avvenga al più presto
un bel gioco sarebbe questo: indovinare qualche smagliatura o incongruenza o stranezza.Per esempio mentre scalavano ..si vedevano nell’inquadratura i cameramen delle riprese Rai..oppure la comparsa nella valle Veny di un rifugio in muratura..possibile che non siano entrati per una scorpacciata o slavazzata con acqua calda e shampoo?Possibile pretendere il nodo a 8 dopo una sola dimostrazione e passare al cronometraggio?
Ridicolo e imbarazzante.