Alpinismo

Makalu, Urubko rinuncia: è un inferno

KATHMANDU, Nepal — Hanno provato a lottare contro il vento, il freddo e l’inverno himalayano. Ma non ce l’hanno fatta. Denis Urubko e compagni rinunciano definitivamente alla prima invernale sul Makalu, dopo aver sferrato nel weekend un secondo tentativo di vetta nel mezzo di una terrificante bufera di vento da cui sono scampati per miracolo.

"Non è possibile sopravvivere lassù" è stato l’agghiacciante commento di Urubko di ritorno dai campi alti. Lui e Samoilov sono riusciti a salire oltre il Makalu La, fino a 7.500 metri di quota, dopo aver pernottato seduti in una piccolissima tenda esposta alle bizze del vento, che soffiava a 135 chilometri orari con una temperatura di 36 gradi sottozero.
 
La bufera era talmente forte che sono riusciti a salire soltanto 400 metri in tre ore, mentre il vento praticamente li sollevava dalla montagna. Impotenti di fronte a tanta forza della natura, i due alpinisti hanno deciso per il dietrofront. Ma la discesa che li attendeva è stata altrettanto difficile.
 
Urubko e Samoilov sono tornati al campo base sfiniti e con alcuni congelamenti, per fortuna non gravi. Le previsioni per i prossimi giorni non sono incoraggiantii, con i jet stream previsti ancora forti nella parte alta della montagna almeno fino all’11 febbraio. Così la spedizione ha deciso di chiudere la partita e di rientrare in Russia.
 
"La cima era così vicina – ha commentato laconico Urubko – potevo quasi toccarla. Ma forse, per me non è destino".
 
Non ci sono novità invece per la spedizione italiana di Nives Meroi. L’alpinista italiana è al campo base con Romano Benet e Luca Vuerich, in attesa che la bufera di vento si calmi.
 
 
Sara Sottocornola
Foto courtesy Nives Meroi

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