Alpinismo

Cerro Piergiorgio: la vetta è vicina

EL CHALTEN, Patagonia — Duecento metri e saranno in vetta. In mezzo a mille difficoltà Hervè Barmasse e Giovanni Ongaro, impegnati sull’inviolata Nordovest del Cerro Piergiorgio, hanno raggiunto e oltrepassato il punto massimo toccato l’anno scorso. E nei prossimi giorni, con Cristian Brenna e Mario Conti, tenteranno di concludere la spettacolare scalata. Ecco immagini e racconto.

"La pressione sale, El Chalten si è svuotata – ci ha raccontato Barmasse ieri -. Tutti in partenza. Chi per camminare e ammirare lo splendido panorama offerto dal Fitz Roy e il Cerro Torre, chi per un trekking al Circolo de los Altares e chi, come gli alpinisti, ad inseguire sogni e salite. Come Garibotti, i fratelli Huber e Sigriest, impegnati nella tanto agognata "Traversia" (Standart, Herron, Egger, Torre). E chi come noi, per il terzo anno consecutivo, al Cerro Piergiorgio sulla parete dove tutti hanno fallito: la nord ovest".
  
"Sabato scorso io e Giovanni – prosegue l’alpinista valdostano – siamo partiti dalla Piedra del Fraile e con l’aiuto di alcuni portatori, gli stessi che hanno aiutato Glowacz e Jasper per il Cerro Murraillon. Ci siamo portati fin sotto la parete, nello stesso punto dove l’anno passato abbiamo trascorso quasi due mesi, tentando di aver la meglio su questi mille metri verticali".
 
"Il giorno successivo, aspettando Cristian Brenna e Mario Conti – che si sono uniti a noi lunedì – abbiamo iniziato a risalire sulle corde fisse che purtroppo, ridotte in uno stato a dir poco pietoso, spesso ci hanno obbligato a ripetere i tiri di corda dell’anno passato, impegnandoci in una salita che non si è rivelata veloce come speravamo".
  
"Nonostante tutto ciò dopo tre giorni, attraverso difficoltà  psicologiche non indifferenti, siamo arrivati nel punto massimo raggiunto l’anno precedente e non solo: abbiamo concluso l’ultima giornata scalando un tiro di corda in più, sotto una cascata di acqua dovuta all’elevata temperatura di questi giorni che ha sciolto i funghi sommitali". 
   
"Domani torneremo al Fraile – conclude Barmasse – e poi alla parete, dopo i soliti 23 chilometri di morena e ghiacciaio, per approfittare della prossima finestra di bel tempo che speriamo, con uno o due bivacchi, ci porti finalmente in "Cumbre", cioè in vetta. Incrociate le dita".
 
 
 

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