Alpinismo

Il gelo stronca la solitaria sul Mckinley

JUNEAU, Usa — L’Alaska, d’inverno, è troppo per un uomo solo. La temeraria impresa dell’alpinista russo Artur Testov, partito alcune settimane fa per scalare in solitaria e d’inverno la Nord del McKinley, è finita al campo base. Il buio, i 59 gradi sottozero e la neve alta lo hanno completamente distrutto.

L’alpinista aveva con sè due pesanti slitte, con rifornimenti per due mesi, e una scala che avrebbe dovuto aiutarlo durante la scalata. Era partito a piedi dal villaggio di Kantishna a fine dicembre, doveva arrivare in questi giorni alla base della parete Wickersham Wall e poi dare inizio alla scalata invernale della vetta più alta del Nord America (6.194 metri).
 
Ma Testov ha esaurito ogni energia durante l’avvicinamento. E’ arrivato all’attacco sfinito, svuotato, senza più volontà: l’Alaska, d’inverno, è davvero troppo per un uomo soltanto.
 
"Era come camminare in un mare di latte – ha raccontato Testov al rientro – era tutto piatto, sempre buio, non c’era visibilità, non un riferimento in base a cui orientarsi".
 
"Dal McKinley cadeva molta neve portata dal vento – prosegue l’alpinista -, più mi avvicinavo, più lo strato da attraversare era spesso. Dovevo scavare delle trincee nella neve alta oltre un metro, poi tornare a prendere le slitte e trascinarle fin dove ero arrivato".
 
Senza contare che di notte la temperatura scendeva fino a sessanta gradi sottozero e per l’alpinista diventava impossibile scavare delle trune, dove poter pernottare, nella neve così dura e ghiacciata. Ha sempre dovuto riposare nella tenda, in balia del meteo.
 
Insomma, un procedere davvero sfiancante. Quando è arrivato alla base della parete che doveva scalare, Testov non se l’è sentita ed è tornato sui suoi passi. Ma la rinuncia non è definitiva: Testov vuole a tutti i costi risalire d’inverno su quella montagna, su cui nel 1998 firmò la prima invernale. Ma stavolta dalla parete Nord.
 
Testov ha annunciato che l’anno prossimo ritenterà la salita, però insieme a due compagni russi con i quali effettuerà un sopralluogo quest’estate. "Ho individuato una nuova linea di avvicinamento – ha raccontato Testov – dal Kahiltna pass al campo base: sembra più facile e meno faticosa".
 
Sara Sottocornola

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