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Everest: un laboratorio sulla qualità dell’acqua a un nuovo smaltitore di rifiuti

Rifiuti valle del Khumbu
Rifiuti valle del Khumbu

KATHMANDU, Nepal — Ogni anno passano per la valle del Khumbu migliaia di visitatori. Più di 35.000 trekkers, alpinisti, turisti che, risalendo la valle verso le grandi montagne e il campo base dell’Everest nel cuore del grande Parco Nazionale del Sagarmatha – oltre a portare passione, vita e denaro – producono rifiuti, consumano cibo e acqua. All’immondizia prodotta dai visitatori si aggiunge poi quella dei villaggi della valle. Ogni anno vengono raccolte più di 150 tonnellate di rifiuti, e al momento solo il 30% viene smaltito nella valle. Ma due importanti progetti sono al via per migliorare la situazione: uno per costruire ed installare un nuovo inceneritore ecologico che andrà ad aggiungersi a quello già presente, il secondo per allestire a Namche un laboratorio di analisi delle acque.

L’ente che si occupa della raccolta dei rifiuti è l’SPCC, il Sagarmatha Pollution Control Committee, associazione riconosciuta dal governo Nepalese e da tutte le autorità della valle del Khumbu, che ogni anno organizza campagne di pulizia sull’Everest e nel Parco del Sagarmatha. Da diversi anni l’SPCC, EvK2CNR ed EcoHimal collaborano su più fronti per la gestione dei rifiuti e per altri progetti di tutela ambientale. Da quest’anno la collaborazione si amplia, con l’avvio dei progetti del laboratorio di analisi delle acque a Namche e del nuovo inceneritore ecologico.

L’approccio sostenibile alla gestione dei rifiuti nella zona dell’Everest si sta sviluppando da qualche anno grazie anche alla collaborazione tra l’ente italiano e l’associazione nepalese fortemente legata alle comunità locali, coinvolte direttamente nei processi di raccolta. Nel 2012 EvK2CNR in collaborazione con EcoHimal e l’SPCC, ha installato a Namche Bazaar, un inceneritore ecologico che ogni anno riesce a smaltire circa un terzo dell’immondizia portata al punto di raccolta di Namche.

Prima del 2012, nonostante l’importante lavoro dell’SPCC, parte dei rifiuti finivano interrati ai margini dei villaggi o bruciati a cielo aperto con grave danno ambientale. Oggi la gestione dei rifiuti è cambiata e per una volta, anche se indirettamente, gli alpinisti danno un contributo. Gli Sherpa membri dell’associazione attrezzano ogni anno l’Icefall, il primo, pericoloso tratto per la scalata dell’Everest lungo la via normale che porta dal Campo base a Campo uno: un dedalo di seracchi in continuo movimento e che costituiscono, dal punto di vista tecnico, uno dei maggiori ostacoli lungo la via verso la vetta della montagna più alta del mondo. Qualunque alpinista intenda percorrere l’Ice Fall deve pagare, per il servizio, una tassa all’SPCC. Con quei soldi, l’associazione, oltre a pagare il lavoro degli sherpa sul ghiacciaio, finanzia la raccolta e il trasporto dei rifiuti fino all’inceneritore di Namche.

Inaugurazione dell'inceneritore con Da Polenza e Ang Dorijee Sherpa Charmain SPCC
Inaugurazione dell’inceneritore con Da Polenza e Ang Dorijee Sherpa Charmain SPCC

Oggi i rifiuti portati a Namche e agli altri punti di raccolta vengono differenziati. La plastica viene tritata e venduta o in alcuni casi utilizzata come materiale da costruzione, l’alluminio delle lattine viene fuso per farne souvenirs e altri oggetti, la carta viene compattata per produrre mattonelle da bruciare nelle stufe.

Il nuovo progetto prevede quindi di produrre e installare un nuovo inceneritore per incrementare lo smaltimento con l’obiettivo di passare dal 30% di rifiuti smaltiti al 100%. Il progetto del nuovo inceneritore si sta sviluppando in Italia ma sarà prodotto in Nepal con tecnologia nepalese e prevede l’uso di energia elettrica, disponibile in quantità a Namche, per incrementarne le capacità. Si è scelto di realizzare l’inceneritore in Nepal in modo che sia in seguito possibile produrne più esemplari da installare eventualmente in altre valli e in zone remote.

Al via anche la realizzazione di un laboratorio a Namche per analizzare la qualità dell’acqua del Sagarmatha National Park, che vedrà la collaborazione tra EvK2CNR, l’SPCC e l’ISE (Istituto per lo studio degli Ecosistemi di Verbania). Lo scopo è quello di promuovere una gestione più efficiente della qualità dell’acqua, installando il laboratorio e sviluppando un programma di monitoraggio della qualità dell’acqua con analisi chimiche e microbiologiche. Sempre più di frequente infatti l’acqua della valle del Khumbu viene imbottigliata e venduta lungo la valle finendo per contribuire ai problemi di gastroenterite sempre frequenti tra i turisti.

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