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L'angelo biondo della valanga al Manaslu, intervista a Benedikt Böhm

Benedikt Böhm
Benedikt Böhm

BRESSANONE, Bolzano – Nell’autunno 2012 era al Manaslu  quando è scesa la valanga che ha ucciso 11 persone. Benedikt Böhm era ai campi alti insieme al suo amico e compagno Sebastian Haag: miracolosamente non sono rimasti sepolti sotto la neve. Quando hanno realizzato però cosa era successo, sono corsi fuori e hanno prestato i primi soccorsi. Ricordando quei momenti all’Ims di Bressanone, Silvio Gnaro Mondinelli, anche lui coinvolto in quella tragedia, li ha descritti così: “mi ero sempre immaginato gli angeli come due belle e dolci fanciulle, e invece quel giorno ho scoperto che erano due omoni, uno biondo e uno moro. Sono stati eccezionali”.

Le immagini della valanga che vi mostriamo nel video sono tratte del film “Cinque giorni di settembre”, che descrive quegli eventi. Böhm, come i tanti altri alpinisti presenti sulla montagna, stava salendo per tentare la cima in una notte stellata e perfetta. Poi la tragedia, che ha coinvolto anche Mondinelli e ha ucciso tante persone, tra cui l’italiano Alberto Magliano. Il prima, il durante e il dopo sono descritti con grande lucidità.

Ma con Benedikt Böhm abbiamo parlato anche di altro: 8000, sci, velocità e progetti futuri. Böhm è infatti forte sia come sciatore sia come alpinista. Tedesco, classe 1977, ha scalato diversi ottomila, tutti senza ossigeno e tutti in tempi record, perché per lui la velocità, più che una scelta è un istinto, un modo naturale di fare le cose. Era al Broad Peak quando è morta Cristina Castagna, sua cara amica, di cui ricorda in questa intervista gli ultimi momenti di vita. È stato al Gasherbrum II e l’anno prossimo – situazione politica permettendo – intende andare al Nanga Parbat per compiere la discesa con gli sci dalla via di Hermann Buhl.

Una ricca e interessante intervista la sua, cha abbiamo registrato all’ultima edizione del’International Mountain Summit. Cliccate qui per vedere il video.

 

 

 

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