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Tornado tedesco si schianta sulle Alpi

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STECHELBERG, Svizzera — Misteriosa tragedia ieri pomeriggio sulle Alpi svizzere. Un caccia-bombardiere Tornado della Luftwaffe, l’aviazione tedesca, si è schiantato contro una parte rocciosa a 3900 metri di altezza nella regione dello Jungfrau. I due piloti sono stati ritrovati su un ghiacciaio. Uno di loro è sopravvissuto mentre per l’altro non c’è stato nulla da fare.

Secondo quanto riportano i militari l’impatto è stato talmente violento che il velivolo si è polverizzato. La disgrazia è avvenuta poco prima delle 15 nella parte superiore della valle di Lauterbrunnen, vicino al villaggio bernese di Stechelberg.
L’apparecchio, un cacciabombardiere biposto ad altissima tecnologia, si è schiantato contro la parete rocciosa che divide l’Äbeniflue e il Mittaghorn, due monti alti 3900 metri circa.
Secondo quanto riferito da Jürg Nussbaum, portavoce dell’aviazione militare elvetica, l’aereo da combattimento era di ritorno dalla Corsica.
Stava effettuando un esercizio di navigazione, operazione in cui il pilota deve sorvolare vari obiettivi. Nussbaum ha precisato che voli dello stesso tipo, in Svizzera, sono possibili e non c’è niente di straordinario.
L’aereo si era fermato per fare rifornimento di carburante all’aereoporto militare di Emmen, nel canton Lucerna, poco tempo prima dell’incidente.
Un elicottero della Air Glacier è riuscito a localizzare i due piloti su un ghiacciaio, sotto il luogo dell’impatto. Gli aviatori avrebbero azionato il seggiolino eiettibile prima dello schianto.
Uno dei due è stato recuperato intorno alle 16.25 quando dava ancora segni di vita. L’altro, come indicato dalla polizia cantonese, è stato soccorso alle 17.45, ma era ormai morto.
Alcuni testimoni hanno assistito alla sciagura. Anche il sindaco di Lauterbrunner Jost Brunner ha detto di aver visto il Tornado volare abbastanza basso, a 1200-1300 metri d’altezza, nella valle per poi cercare di prendere quota.
Sempre secondo il sindaco il caccia si è diretto verso il ghiacciaio di Rottal, sotto il lato occidentale del Jungfrau. La valle di Lauterbrunner è molto stretta e circondata da numerose montagne che arrivano fino ai 4000 metri. In particolare sul versante orientale, dove è avvenuta l’esplosione.
Restano tuttavia alcuni particolari ancora da chiarire. Il primo: cosa ci faceva un aereo dell’aviazione militare tedesca in volo a bassissima quota sulle Alpi svizzere? Che tipo di esercitazione stava compiendo un cacciabombardiere di un paese appartenente alla Nato sul territorio di uno Stato non allineato? Era in corso un’esercitazione di cui solo i militari erano a conoscenza?
Secondo indiscrezioni l’aereo sarebbe stato diretto verso Axalp, una zona spesso utilizzata per esibizioni e manovre militari aeree. Se così fosse, ai registri aerei dovrebbe essere allegato un Notam, ovvero un avviso di restrizione al traffico aereo civile, che giustifichi operazioni militari nell’area.
Il Tornado tedesco sarebbe decollato dalla Corsica (possedimento francese), sarebbe presumibilmente passato sullo spazio aereo italiano, per poi raggiungere la base di Emmen. E quindi tornare indietro fino al punto dell’incidente.
Ora, com’è possibile che un aereo ad altissima tecnologia come un Tornado, progettato per sorvolare a bassissima quota e a velocità supersonica i suoi obiettivi, dotato di sistemi di navigazione che gli consentono di volare parallelo al terreno anche in condizioni si scarsa visibilità, sia andato a schiantarsi durante un pomeriggio assolato contro una montagna enorme, alta 3900 metri?
 
Clicca qui per vedere le evoluzioni dei jet militari sulle Alpi svizzere
 
 
 Valentina Corti
 

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