Alpinismo

Sloveno in sci dalla Nord dell’Eiger?

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GRINDELWALD, Svizzera — La notizia ha dell’incredibile. Secondo quanto riportato dall’alpinista valtellinese Luca Maspes, uno sloveno di 34 anni avrebbe sceso la Nord dell’Eiger con gli sci ai piedi, percorrendo a ritroso la via aperta da Heckmaier e compagni nel 1938.

Impossibile, penserete voi. Eppure Maspes in persona ha garantito la veridicità della fonte e si è scomodato per comunicarci in grande anticipo lo scoop che avrebbe appreso lui stesso dall’amico Erik Svab, un altro che di montagna se ne intende.
 
Ebbene, ecco la ricostruzione fornita da Maspes: "Partenza dalla vetta alle ore 8, arrivo in fondo alla parete intorno alle 10.30. Momenti critici sulle rampe sommitali (alcuni tratti percorsi in "grattonage" con le piccozze) e poco sotto il "ragno", lungo la "traversata degli dei" che avrebbe impegnato lo sloveno – sconosciuto prima d’ora, ndr- in passaggi oltre i 65°".

 
Dovizia di particolari a profusione, per una discesa che, qualora fosse confermata rappresenterebbe un’impresa senza precedenti nella storia dello sci estremo.
 
"Lo sloveno Mako Drumjeck – racconta Maspes – ha sceso il secondo ed il primo nevaio, in condizioni di innevamento ideale e senza ghiaccio affiorante. Lungo la discesa, sembra sia stata usata la corda in un solo tratto: precisamente in corrispondenza della traversata Hinterstoisser. Qui lo sloveno ha percorso il tratto orizzontale assicurato a una corda".
 
L’Eiger e la sua mitica parete Nord, teatro di alcune delle più belle (e tragiche) pagine di storia dell’alpinismo. "Drumjek – sostiene sempre Maspes – avrebbe approfittato delle eccezionali condizioni d’innevamento della parete quest’inverno per mettere a segno un colpaccio".
   
Sarà. Ma la cronaca è ancora sommaria. E la notizia non è stata confermata. Per ora c’è solo la voce di un alpinista autorevole di 34 anni, Luca Maspes, che si è preso la briga di spendere la domenica pomeriggio per raccogliere informazioni da girare con solerzia al nostro portale. Di questo lo ringraziamo. Anche se noi preferiamo vedere il Maspes far fatica durante la scalata di una montagna piuttosto che indaffarato, alle prese con astruse parole e tasti, davanti a un computer: mica che, dopo le cocenti delusioni al Cerro Piergiorgio, ci diventi un alpinista da scrivania…
 
Attendiamo dunque conferma alla notizia dell’Eiger prima di stappare lo spumante. Nessuno dubita dell’affidabilità di Maspes, per carità. E tantomeno che sia un visionario. Ma, in precedenza, il valtellinese ha già dimostrato di essere un burlone. Un po’ attempato, a dire il vero, ma comunque un burlone. Come quando, seguendo la sua fervida fantasia, decise di piazzare la statuetta di un budda in cima Pizzo Badile. Se poi calcoliamo che ieri era il primo aprile, le pinze sono d’obbligo.   
 
Per avere un’idea della pendenza di questa parete, comunque, guardate il video della discesa con il parapendio 
 
 

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