Alpinismo

Sherpa tenta doppio record su Everest

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KATHMANDU, Nepal — Nel 2004 aveva stabilito il record mondiale di velocità, salendo sul tetto del mondo in poco più di otto ore. Adesso, Pemba Dorje Sherpa, insegue altri due primati: toccare la cima di Everest e Lhotse in un giorno solo. E rimanere sull’Everest per almeno 24 ore. Entrambi, però, usando l’ossigeno.

La notizia è stata data dalla stampa nepalese nei giorni scorsi. Pemba Sherpa, dopo il travagliato record del 2004, che venne riconosciuto dalle autorità nepalesi ma che ebbe parecchi problemi con le statistiche ufficiali della "signora degli ottomila" Elizabeth Hawley, vuole di nuovo entrare nel guinness dei primati.
 
Il primo record che vuole stabilire, quello di permanenza, mira a battere quello di Babu Chiri Sherpa, che nel 1999 restò sulla cima dell’Everest per 21 ore senza ossigeno, sebbene lo abbia parzialmente usato durante la salita.
 
Il secondo, quello della cima di Everest (8.848 metri) e Lhotse (8.501 metri) in un solo giorno, fa venire in mente la "traversata" a lungo inseguita da Simone Moro, che però era un progetto totalmente diverso.
 
"Qui non si tratta della traversata, che sarebbe una via nuova – spiega Moro -. Quello che realizzerà Pemba sarà un concatenamento, che è ben diverso. E poi, c’è da segnalare che tenterà l’impresa con l’ossigeno".
 
Le due cime hanno in comune la salita fino agli ottomila metri di Colle Sud. Poi gli itinerari di salita (entrambi vie normali) si separano. "Ricordo che Anatoli Boukreev realizzò la salita di Everest e Lhotse nel 1996 – continua Moro – dopo la celebre tragedia di John Karakauer. Il Lhotse lo salì a tempo record (22 ore), sei giorni dopo il suo salvataggio sull’Everest. Anatoli ripetè l’impresa nel 1997 salendo le due cime a distanza di un mese".
 
Pemba Sherpa realizzò con l’ossigeno anche il record del 2004. Usò le bombole nell’ultima parte della salita e durante la discesa.
 
Una nota che è doveroso sottolineare, visto che l’ossigeno attenua le sensazioni di freddo e
affaticamento, migliorando le prestazioni.  Anche se si parla di "record", quindi, è bene considerare che sul piano fisico, e alpinistico, tale impresa non è paragonabile a quella di alpinisti come – per fare un esempio – Hans Kammerlander che nel 1996 scalò la parete nord dell’Everest in 16 ore e 45 minuti, senza ossigeno, per poi scenderla con gli sci.
 
Sulla cima, Pemba Sherpa porterà la bandiera della "Private and Boarding Schools’ Organisation Nepal", che giovedì ha tenuto una cerimonia per congratularsi con Pemba Sherpa, che già nel 2004 ha portato "in alto" il nome del Nepal e che ora si accinge a farlo di nuovo.
 
Sara Sottocornola

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