News

In Abruzzo grande discarica abusiva

immagine

PESCARA — La più grande discarica abusiva italiana è stata scoperta dal Corpo Forestale di Pescara, in una zona appenninica dell’Abruzzo. Copre un’area di quattro ettari e si trova fra la stazione ferroviaria ed il fiume della città omonima, vicino al polo chimico di Bussi. Per ora si parla di circa 240 mila tonnellate di materiali tossici, con un costo di bonifica stimato in circa 58 milioni di euro. 

Cloroformio, tetracloruro di carbonio, esacloroetano, tricloroetilene, triclorobenzeni e metalli pesanti. Questi i rifiuti individuati dalla Forestale, che per trovarli ha dovuto scavare fino a 5-6 metri di profondità.
 
Allarmanti le dichiarazioni degli inquirenti, che temono che l’area in cui sono stati interrati i rifiuti possa essere molto più vasta. Il danno è già di proporzioni gigantesche. Molte delle sostanze inquinanti sono state assorbite dal terreno, finendo nelle acque del vicino fiume Pescara.
 
Esclusa per ora una contaminazione dell’acqua potabile. Si calcola che ci vorranno migliaia di anni prima che l’area possa tornare alla normalità. La zona è stata messa sotto sequestro, ma al momento non ci sono indagati: i reati per i quali si procede sono disastro ambientale ed avvelenamento delle acque destinate al consumo umano.
 Il disastro ha richiamato sul luogo anche il wwf. « Questa vicenda – ha dichiarato Dante Caserta, presidente del wwf Abruzzo – getta una luce sinistra sulla storia del vicino insediamento chimico di Bussi che per troppo tempo, evidentemente, ha ricevuto solo un benevolo trattamento da parte di chi appoggiava ciecamente il cosiddetto “sviluppismo industrialista”. Ora però non si sa dove trovare i 58 milioni di euro necessari per la bonifica. Per decenni nessuno ha visto nonostante il sito si trovi a fianco di una stazione ferroviaria e di un’autostrada».
 
C’è un altro problema urgente a cui pensare. E’ infatti necessario trovare una discarica sufficientemente grande, in cui riversare tutto il materiale tossico, senza incorrere in rischi di alcun tipo. 
 
 
Foto: courtesy Corriere della Sera e wwf
 
Valentina d’Angella

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close