AlpinismoAlta quota

Sherpa improvvisati? Nives Meroi risponde: non cercavo colpevoli

Nives Meroi (Photo courtesy grivel.com)
Nives Meroi (Photo courtesy grivel.com)

TARVISIO, Udine — “Ho letto il testo di una intervista che avevo rilasciato domenica sera in merito all’incidente accaduto sul Manaslu. Di fronte a così grandi tragedie le polemiche sono inutili e proprio per questo voglio fare alcune precisazioni”. E’ arrivata tramite il suo sito web la risposta di Nives Meroi alle polemiche sugli sherpa e l’affollamento in quota scatenate dall’articolo “Sherpa improvvisati e folla in vetta lassù basta poco e si scatena l’inferno” pubblicato il 24 settembre scorso su La Repubblica a firma di Leonardo Bizzaro.

Le parole usate nell’articolo avevano infastidito Silvio “Gnaro” Mondinelli, sopravvissuto alla tragica valanga, che aveva voluto rilasciare una dura dichiarazione in difesa degli sherpa e delle spedizioni commerciali pubblicata da Montagna.tv il giorno successivo. La Meroi ha prontamente fatto seguito chiarendo la sua posizione che, secondo quanto pubblicato sul suo sito, nulla aveva contro sherpa e spedizioni commerciali.

“Sicuramente io non sono stata capace di esprimere in maniera chiara il mio pensiero di fronte ad una notizia tanto inattesa e drammatica – scrive la Meroi – ma nemmeno in un momento così tragico mi è venuto in mente di voler cercare un colpevole, negli “sherpa improvvisati” o nella presenza delle spedizioni commerciali. (…)
Non ho assolutamente definito gli sherpa degli “improvvisati”. I climbing sherpa sono forti e fidati lavoratori: alcuni di più altri di meno, come tutti; capaci nella valutazione ambientale, meno dal punto di vista tecnico della salita. E in ogni caso, con minore potere decisionale”.

“Il mio commento, a caldo, era stato: la montagna, così come nel 2008 quando ci ero andata io, era estremamente affollata – scrive la Meroi – anche a causa dell’impossibilità di accedere alle montagne in Tibet. E visto che valanghe e seracchi costituiscono alcuni dei rischi della salita, si è trattato purtroppo di una fatalità e di una tragica questione di numeri, perchè se sulla montagna ci fossero state poche spedizioni non sarebbero morte tante persone, forse nessuna. La possibile “responsabilità” umana di cui io avevo parlato – e a cui nessuno sfugge – è la falsa sicurezza che ti può dare, l’avere intorno tante gente”.

“Tutto il resto – conclude l’alpinista tarvisiana – le mie opinioni su come gli organizzatori delle commerciali propongono la salita o su come molti clienti le affrontano, non erano che discorsi marginali fatti forse per arginare lo sgomento per la notizia, ma che evidentemente sono sembrate il centro del discorso”.

Per l’opinione completa di Nives Meroi: http://www.nivesmeroi.it/
Per la dichiarazione di Mondinelli https://www.montagna.tv/?p=43186

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5 Commenti

  1. Nives Meroi dichiara pubblicamente che “…nulla aveva contro sherpa e spedizioni commerciali”? Peccato che nelle sue ultime conferenze afferma, sempre pubblicamente, il contrario, e ripetutamente. Inoltre sinceramente annoiando anche il pubblico.

      1. Pienamente d’accordo con voi, non fa altro che polemizzare con i suoi colleghi, per poi rimangiarsi tutto, come in questo caso.

  2. Prima di giudicare una persona che scala gli ottomila senza portatori di alta quota penso che dovreste pensarci su almeno un paio di volte…

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