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Alpe Devero: la straordinaria salita di Oliviero Bellinzani su “Amico Barba Bianca”

Placca di 6a sullo speroncino (Photo courtesy O.Bellinzani)
Placca di 6a sullo speroncino (Photo courtesy O.Bellinzani)

VERBANIA — Sei ore, tutto compreso. Tanto è bastato per superare i circa 700 metri di dislivello di “Amico Barba Bianca” al Devero, via con un mix tra sportivo ed alpinistico aperta ed attrezzata dalla guida Paolo Stoppini, che percorre l’intera parete est del Pizzo Fizzi, spettacolare guglia rocciosa dell’Alpe Devero un po’ appartata rispetto al più vistoso Pizzo Crampiolo.

Dedicata dall’autore allo storico gestore della Locanda Fizzi di Crampiolo dalla fluente barba bianca,  Mario Ferrari, purtroppo scomparso alcuni anni orsono, la via conta ben ventisette lunghezze, con uno sviluppo di oltre mille metri e difficoltà omogenee di IV/V grado, passi di 6° ed un tiro, il ventitreesimo, di 6a+, che soprattutto nell’ ultima parte, dove le difficoltà sono maggiori, hanno messo a dura prova Bellinzani benché utilizzasse una speciale protesi da arrampicata che in genere non usa. Senza demordere, l’alpinista “speciale” ha proseguito, superando ogni ostacolo, ogni difficoltà, fino alla vetta, che ha raggiunto insieme a Paolo Stoppini e a Fabrizio Manoni, alpinista e guida, famoso per un bivacco a 8.600 metri, coi quali ha affrontato la scalata.

Quindi la discesa a corda doppia per la parete nord lungo la via dedicata a Cassin, anch’essa opera dell’ infaticabile Paolo Stoppini autore di molte altre vie al Devero e non solo, per infine fare ritorno a Crampiolo dalla Val Deserta, paradiso degli escursionisti, portandosi dietro uno splendido ricordo, che presto rivivrà nel video che ne sarà tratto e che Montagna.tv vi mostrerà non appena disponibile.

Ma cosa spinge Bellinzani a vivere imprese del genere? “Non c’è una spiegazione logica, una ragione razionale in ciò che faccio, è così e basta – dice l’alpinista – Nella mia vita di alpinista disabile ho salito un migliaio di cime, ventiquattro 4000, centinaia di vie, e quando a luglio di quest’ anno per caso su internet ho scoperto ‘Amico Barba Bianca’ me ne sono innamorato. Non facevo che pensarci, mi rodeva dentro  e quando alla fine l’ ho metabolizzata, ho telefonato a Paolo che ha organizzato la scalata. Un vero exploit, da parte di tutti”.

“Tuttavia – prosegue – non sono di quelli che dopo una  performance importante se ne stanno tranquilli, preparandosi senza rischi per la prossima. L’alpinismo è per me una pratica quotidiana, una filosofia direi, perché amo la montagna, in ogni condizione e difficoltà, amo scalare, sentire la vita scorrere dentro come un torrente in piena, come lava pronta ad esplodere, un’ emozione che raramente è dato provare con simile intensità. Cosa chiedere di più?”.

 

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La relazione di “Amico Barba Bianca” si può trovare  su www.vienormali.it

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