



Durante il periodo del disgelo sono molte le occasioni per ammirare le prime fioriture di stagione e ottenere buone immagini di questo soggetto che rimane uno dei più interessanti e fascinosi della fotografia di montagna. Non vi parlo, però, di una gita meticolosamente studiata per cercare e fotografare i fiori. Vi consiglio, però, a non farvi trovare impreparati se, durante un’escursione dovreste incontrare lungo il vostro cammino qualche specie floreale particolarmente interessante.

Macro? No semplice gita in montagna
No direi proprio di no. Vi racconto della fotografia di fiori, senza parlare in maniera troppo specifica di macro fotografia. Di questa fascinosa branca della fotografia ne parlerò prossimamente. Ora, non affrontiamo, quindi, la tecnica per ottenere immagini di soggetti molto piccoli o di particolari di pistilli o petali, ma mi limito a parlare di fotografia di close up, riferendomi alle nozioni per ritrarre il fiore intero, oppure di un particolare dello stesso, ma sempre con un ingrandimenti limitato. Mi concentro soprattutto sulle foto di fiori che si possono scattare, nel periodo del primo disgelo, durante una normale gita ad un rifugio, ad un lago o a qualsiasi altra meta in montagna.

Attrezzatura e riduzione di peso e ingombro: obiettivo macro e zoom tutto-fare
Non essendo una vera e propria sessione di macro o un’escursione con il solo fine di fotografare fiori è necessario razionalizzare l’attrezzatura e portare il minimo indispensabile. La maggior parte degli strumenti specifici per la macro rimarranno tranquillamente nell’armadio di casa.

Oltre alla normale strumentazione da gita, visto che si suppone di muoversi in stagione e zona ricca di fiori, porterei sicuramente l’ottica macro, da aggiungere ad un normale zoom tipo 24-70 (formato FX) o analoghi (18-200; 18-55 su DX, ecc), utili per le normali fotografie di paesaggio. Se lo zoom ha una focale minima generosa, come il 24 mm (FX), per esempio, può essere interessante per riprese d’insieme, ovvero di fiori in primo piano con il paesaggio sullo sfondo. Il macro, invece, verrà utilizzato per tutte le immagini di primo piano dei fiori. Limiterei l’attrezzatura a questi strumenti. Per una panoramica più specifica sull’attrezzatura, per questi scopi, vi rimando a questo capitolo “Fotografare i fiori in montagna”.

Treppiede
Se portate abitualmente il treppiede, anche in questo caso, si rivelerà uno strumento sempre utile, visto che il mosso, per questi soggetti, è sempre in agguato. I fiori di stagione, però, sono piuttosto bassi. Non serve, quindi, un cavalletto alto; può essere, sufficiente un piccolo treppiede da tavolo, purchè abbastanza robusto per sostenere il peso della vostra attrezzatura. Ho parlato del treppiede, in maniera dettagliata, in questo post “Fotografare con il treppiede a altre tipologie d’appoggio”.

Attenzione alla minima distanza di messa a fuoco!
Ogni obiettivo ha una minima distanza di messa a fuoco, ovvero non consente di focheggiare il soggetto se ci si trova troppo vicini allo stesso. Come si comprende qual è il limite di messa a fuoco? E’ sufficiente controllare sulle specifiche del produttore o sulle istruzione, oppure guardare sulla ghiera di messa a fuoco, oppure semplicemente provare. Se si cerca di scattare, sotto la distanza minima, l’otturatore rimane generalmente bloccato. Per fotografare immagini con primi piani di fiori e il paesaggio sullo sfondo è importante che la minima distanza di messa a fuoco sia piuttosto corta, in centimetri. Una buona distanza per uno zoom tipo 24- 70 mm è quella compresa tra i 20 e i 40 cm. In questo modo è possibile avvicinarsi molto al soggetto e ottenere scatti con il primo piano dei fiori nitido e lo sfondo altrettanto. Purtroppo alcuni zoom tutto fare, tipo 28-300 o 28-200 o 18-300 possono mettere a fuoco un soggetto solo a 50 cm. Diventa, quindi, difficile ottenere una tipologia di scatti come quelli di cui sopra. Sono, quindi, ottiche poco adatte alla fotografia di fiori. Regolate in focale tele, invece, offrono spunti interessanti.

Profondità di campo
Vi ho già raccontato della profondità di campo in questo capitolo: “Lo sfocato come scelta consapevole nel paesaggio di montagna e non solo” . Per fotografare il primo piano di un fiore è molto interessante cercare di ottenere uno sfondo soffuso, in modo da isolare il soggetto dal contesto generale, come nella fotografia di ritratto; il fiore con i pistilli, però, sarebbe meglio avesse una certa nitidezza. Si usa, quindi, un diaframma adatto per avere il fiore nitido e lo sfondo soffuso, trovando il giusto compromesso. Per i fiori in primo piano, invece, con le montagne sullo sfondo, si cerca di avere un effetto di tutto nitido, con una profondità di campo estesa. Si usufruisce, quindi, di una diaframma chiuso.

Dove metto a fuoco?
Nei fiori il punto di messa a fuoco è, generalmente, sui pistilli. Se il soggetto sono dei fiori con un paesaggio sullo sfondo, si mette a fuoco sempre, o quasi, il primo piano.

Luce?
Visto che puntiamo sulla semplicità, in questo caso, usiamo solo la luce naturale, senza illuminatori a led o luce flash, più che altro per non dovercene sobbarcare il peso. Per approfondire i concetti di illuminazione, vi rimando, invece, a “Fotografare i fiori in montagna”.

L’idea di questo post è semplicemente quella di sfruttare gli incontri occasionali con i fiori per portare a casa qualche immagine interessante, oppure possiamo considerare queste nozioni basilari come il prodromo per imparare un genere molto affascinante nell’ambito della fotografia di montagna.
