Alpinismo

Broad Peak: peccato!

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BERGAMO — Peccato, peccato, peccato. Utile per la tecnica, ma inutile per il cuore indagare sui come e sui perchè di questo rientro a orecchie basse di Simone Moro. Ad un certo punto ci avevo sperato, il tempo sembrava buono e il Broad a portata di mano. Invece niente.

Peccato! Perchè dopo lo Shisha di due anni fa, la seconda impresa invernale di Simone – la terza, vale a dire il K2, era oggettivamente fuori dalla portata e solo una botta di fortuna pari a un tredici al totocalcio avrebbe potuto inanellarla al suo palmares – avrebbe forse dato la sveglia agli indolenti collezionisti di ottomila, ai pigri di fantasia e di coraggio che risalgono i ghiacciai dalle vie normali.
 
Avrebbe dato una botta di vita anche all’alpinismo sui media, che amano Simone per la sua frizzante loquacità e professionale disponibilità a comunicare – e non è poco per un alpinista. Forse qualche pubblicitario o qualche sponsor si sarebbe deciso a investire qualche soldino in alpinismo o himalaysmo.
 
Ma tant’è che questa stagione invernale, partita carica di idee e propositi eccellenti, come i Ragni in Patagonia con l’ennesimo ritorno sul muro del Piergiorgio e la salita dell’Aguja Mermoz, si sta rivelando sfortunata.
 
O forse – anche questo va considerato – gli obiettivi erano troppo ambiziosi per il nostro alpinismo. Perchè lo spartiacque è proprio tra l’imponderabile sfiga e la competenza, la preparazione, la determinazione e la motivazione, la ricerca della sfida e del risultato, l’accettazione consapevole del rischio.
 
A me, francamente, sembravano invece esserci le premesse perchè con una buona dose di fortuna, che ci vuole, si potessero portare a casa dei buoni risultati.
 
Simone ha avuto il coraggio di osare. Spero che abbia voglia di riprovarci. Devo dire che questa idea dell’invernale al K2 sta sollecitando il mio noto chiodo per quella montagna. Ma ovviamente la precedenza è di Simone.
 
Per quanto riguarda i Ragni spero ce la facciano almeno al Piergiorgio. Darebbe un risultato che li aiuta a ritornare sulla ribalta delle "imprese" internazionali, dove fino a qualche anno fa c’erano di diritto.
Agostino Da Polenza

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