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Ande, in marcia contro colosso energetico per salvare il fiume Magdalena

Il corso deviato del fiume Magdalena

HUILA, Colombia– Gli abitanti delle valli dei fiumi Magdalena e Paez, nel cuore delle Ande, sono scesi in strada per vedersela con un gigante: la multinazionale Emgesa-Impregilo, una compartecipata Enel, che ha avuto il permesso di costruire una immensa diga sul fiume Magdalena all’interno del progetto idroelettrico El Quimbo.

La diga sarà enorme: alta 66 metri, lunga 635, profonda 410, con un bacino idrico di 8.250 ettolitri d’acqua, che dovrebbero garantire 2.216 gigawattora all’anno di energia. Non pochi, visto che garantirebbero l’8 percento del fabbisogno energetico colombiano fino al 2034. Ma la gente del posto non ci sta e da un anno, da quando i lavori sono iniziati, sta combattendo una strenua battaglia contro il colosso energetico e contro il governo.

La diga di fatto obbligherà i contadini a trasferirsi, perché sbarrando il corso del fiume renderà impossibili agricoltura ed allevamento. Già ora ottocento famiglie hanno dovuto lasciare le proprie case. Abbandonate anche 25 aziende di caffè. Il governo dice che la diga porterà benessere e lavoro alla zona. Ma a regime la diga necessiterà solo di 40 persone per mantenersi in funzione, mentre per costruire l’impianto serviranno tremila lavoratori.

Le popolazioni indigene hanno chiesto di incontrare Emgesa basandosi sulla Convenzione 169 ratificata dalla Colombia nel 1989 che riconosce i diritti ancestrali dei nativi sui territori che abitano da sempre. La multinazionale ha risposto picche dicendo che l’incontro presuppone non venga accettata la legalità della concessione della licenza e non il non rispetto delle regole ratificate dalla Convenzione.

Sembra non esserci speranza, e il governo ha già messo in campo l’esercito per obbligare i contadini a lasciare le loro terre. È stato anche impedito a osservatori internazionali in difesa dei diritti umani di vivere con i contadini.

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