Alpinismo

Nanga Parbat, i polacchi rinunciano

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ISLAMABAD, Pakistan — Trentotto giorni di scalata in condizioni estreme. Quota massima raggiunta: i 6.800 metri di campo 3. Si chiude con questo bilancio la spedizione del dream team polacco guidato da Krzysztof Wielicki, partito prima di Natale con l’intenzione di mettere a segno la prima invernale del Nanga Parbat, 8.125 metri.

Una tenda persa a campo 2. Bivacchi nella tempesta e giorni di infernale cammino sferzati dal vento gelato. Due alpinisti con congelamenti. Il quinto tentativo polacco di salire il gigante pakistano in invernale è stato interrotto nei giorni scorsi per cause di forza maggiore.
 
"Sopra i seimila metri era un vero inferno di ghiaccio – ha raccontato Wielicki (nella foto a campo 3) -. Le temperature erano inferiori a trenta gradi sotto zero e il vento toccava i cento chilometri orari. Non riuscivano a scalare più di quattro ore al giorno e la progressione sulla montagna era lentissima oltre che stremante, sia fisicamente che mentalmente".
 
La squadra stava percorrendo la via Schell: Una cresta rocciosa che si eleva per 1.500 metri sul versante Rupal e che prevede una virata intorno ai 7000 metri per raggiungere il Diamir e poi la cima. Un itinerario poco consueto e lunghissimo, che prevedeva quattro, forse cinque campi alti.
 
I polacchi volevano salire in stile veloce, ma il meteo non permetteva di farlo in sicurezza. Hanno dovuto fissato oltre 4 chilometri di corde fisse per proteggersi.
 
"Non si può sempre vincere – ha commentato il capospedizione comunicando la rinuncia -. Forse un giorno ritenteremo, ora conosciamo meglio la montagna e siamo certi che con più tempo, più alpinisti e portatori più esperti la via Schnell ci possa condurre in cima".
 
Il team, guidato da Wielicki – il quinto uomo del mondo ad aver salito i 14 ottomila, che vanta le prime invernali di Everest, Lhotse e Kangchenjunga – contava tra i suoi componenti Artur Hajzer, che nella sua carriera ha intascato 4 ottomila e la prima invernale sull’Annapurna; Dariusz Zaluski anche lui 4 ottomila scalati e ben 4 tentativi in invernale su K2, Makalu, Nanga e Shisha Pangma; Jan Szulc, capo della spedizione che ha portato a casa la prima invernale sullo Shisha Pangma; Jacek Berbeka, Krzysztof Tarasewicz, Jacek Jawien e il giovanissimo Przemyslaw Lozinski.
 
Sara Sottocornola

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