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Majella, escursione sulla Rava della Giumenta Bianca

Rava Giumenta Bianca - Mt Amaro
Rava Giumenta Bianca - Mt Amaro

Il cielo è terso, l’aria fredda e calma ci avvolge insieme all’azzurro bluastro della neve che riflette il colore dell’alba. Le ciaspole schiacciano lo spessore di neve fresca che ricopre il sottobosco. I grandi faggi ormai privi di foglie ci accolgono tra i rami e ci accompagnano nel cammino. Tutto intorno è silenzio, solo i nostri passi ritmici rompono l’aria. Il sole che sorge sul vicino Monte Morrone è uno spettacolo incantevole. Il sentiero nascosto dalla neve è tortuoso, guadagna quota lentamente e punta con inspiegabili gimcane verso la rava.

La Rava della Giumenta Bianca è uno dei canaloni più spettacolari dell’Appennino. Si distende molto ripida dalla cima della Majella (2973mslm) fino oltre il limite del bosco sottostante (1700mslm). Nei secoli le slavine hanno ripulito questa lingua da ogni arbusto o alberello che abbia osato tentare di piantarci le radici. Ogni qual volta l’inverno porta forti nevicate con massicci accumuli di neve, poderose valanghe si staccano dal versante e penetrano nel bosco sottostante, a volte fino a travolgerlo e sradicarlo. Quest’anno la neve non è stata abbondante, siamo fortunati, non rischiamo di essere spazzati via. Blocchiamo i ramponi agli scarponi e mordiamo lo spessore di neve che ricopre la rava, procediamo a zig zag. Il cuore salta in gola, ci fermiamo, riprendiamo fiato e saliamo, ancora su. In alcuni punti la neve cede e la fatica aumenta e allora cerchiamo di copiare i passi del compagno che volenteroso ci precede.

Dopo aver faticato per qualche ora, il canalone piega a destra verso una sella assolata. Davanti a noi si apre un poderoso paesaggio: la Valle di Femmina Morta. Questo esteso altipiano a quota 2400-2500 è uno spettacolo di dolci colline e doline innevate. Il paesaggio è lunare, respinge ed attrae allo stesso tempo. D’estate è una distesa di ciottoli bianchi interrotti da  colorati cuscinetti di Silene acaulis e praticelli alpini, ora tutto è bianco.

Bivacco Pelino - Mt Amaro
Bivacco Pelino - Mt Amaro

Il sole non si nasconde più dietro al costone della montagna e ci riscalda. Uscire dall’ombra gelida è un bel premio guadagnato passo dopo passo sui denti dei ramponi. Ormai manca solo l’ultima fatica, gli ultimi cento metri alla cima. La croce rossa sulla vetta è già visibile, tanto da far pensare che la si possa toccare dopo pochi passi. Ma la stanchezza si fa sentire. In quota il vento dei giorni precedenti ha disegnato strane figure sulla superficie della neve, cerchiamo di sfruttare questi architravi per salire più velocemente e comodamente verso l’alto. Dopo cinque ore di cammino la pendenza finalmente si riduce ed appare il rosso bivacco di metallo, un igloo che sta di guardia alla cima. Che strano però! Oggi ha un cappello di ghiaccio creato dal vento e modellato ad arte!

Possiamo goderci il sole ed il clima sorprendentemente mite per la stagione. La cima di solito è spazzata dal vento sia in estate che in inverno. La lunga schiena della Majella separa, infatti, l’Abruzzo interno dalla costa dell’Adriatico. Climi diversi si incontrano o scontrano proprio lungo il filo di cresta. La giornata invernale è particolarmente tersa tanto che la costa ed il mare sono perfettamente visibili.
Il tempo a disposizione per la sosta in cima vola via rapidamente. Lo sguardo si perde nel paesaggio che appare illimitato, spazia fino al Gran Sasso ed oltre. Purtroppo, è già ora di riprendere il cammino verso valle…

 

Fabrizio e Giovanni Pelino, Giuseppe Angelone – 29-12-2011

 

 

 

Dettagli della via

Parco Nazionale della Majella
Monte Majella – Direttissima per la Rava della Giumenta Bianca
Partenza: Passo San Leonardo – 1250 mslm (Comune di Pacentro – AQ)
Arrivo: Monte Amaro – 2793 mslm
Dislivello: 1540m
Attrezzatura per l’ascesa invernale: Ciaspole o scialpinismo, ramponi, piccozza.
Indicazioni: controllare lo stato della neve, pericolo valanghe elevato.

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