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Zaia incontra il Soccorso alpino Veneto: nuovi fondi e un ticket per gli imprudenti

L'elicottero del soccorso alpino del Suem
L'elicottero del soccorso alpino del Suem

CONEGLIANO, Treviso — Un milione di euro in arrivo per il Soccorso alpino veneto. Li ha assicurati nei giorni scorsi Luca Zaia che ha incontrato a Conegliano, in provincia di Treviso, i responsabili del Cnsas del Veneto. I fondi saranno garantiti anche per i prossimi due anni, ma le nuove entrate non saranno solo affidate ai finanziamenti: secondo il governatore della regione infatti, i soccorsi in elicottero, che costituisce la spesa maggiore nelle attività di recupero, dovranno prevedere un ticket di risarcimento da parte delle persone soccorse per atteggiamento imprudente.

Innanzitutto più fondi, così come richiesto circa 10 giorni fa dai rappresentanti del Soccorso alpino veneto a seguito della tragica morte dei due soccorritori nella frana del Monte Pelmo. Nei giorni del dramma infatti, Zaia si era dimostrato vicino agli uomini del Cnsas, e si era detto cosciente del grande lavoro svolto dai volontari e disposto a dare una mano a un corpo che compie quotidianamente un’opera indispensabile quanto coraggiosa. Ma il sostegno verbale non è bastato ai soccorritori, che hanno richiesto di far seguire immediatamente i fatti alle parole.

“Il consiglio Soccorso Alpino Speleologico Veneto unanimemente non può non rilevare come le assicurazioni verbali espresse in più occasioni al momento non siano state seguite da fatti concreti – si leggeva in una nota del 10 settembre firmata da Rufus Bristot delegato del Soccorso alpino delle Dolomiti Bellunesi -. Chiediamo, quindi, la possibilità di incontrare urgentemente il Governatore Zaia al fine di potergli illustrare direttamente le finalità autentiche e le necessità economiche-finanziarie reali del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto, ricordando come lo stesso Governatore abbia affermato che dopo 60 anni di soccorso in montagna e in grotta sia giunto il momento di dare una definitiva istituzionalizzazione alle istanze più volte illustrate”.

Le richieste sono state accolte, e nel giro di pochi giorni è stato programmato l’incontro che si è tenuto il 19 settembre all’istituto Cerletti di Conegliano. Prima ancora dell’appuntamento nel trevigiano, il 13 settembre l’Assessorato alla Sanità veneto ha approvato la specifica delibera sul rifinanziamento di 600mila euro all’organizzazione per l’anno 2011 per quanto attiene le spese correnti.

Infine lunedì mattina Zaia ha incontrato i vertici del Soccorso alpino veneto. Oltre alla tranche di 600mila euro, ne arriverà un’altra di 400mila euro più avanti raggiungendo così la cifra di un milione di euro, che verrà garantita anche per i prossimi due anni. Ma per sostenere le spese delle operazioni è necessario secondo il governatore del Veneto, pensare a una formula di pagamento per chi usufruisce del soccorso in elicottero, la spesa più onerosa per gli interventi di recupero.

“La Regione vuole essere a fianco dei volontari e nelle prossime settimane cercheremo di inquadrare il futuro anche dal punto di vista economico – ha dichiarato Zaia secondo quanto riportato dal Gazzettino del Nordest -. Chi va in montagna per turismo, sport, per passione e fa danni a sé o agli altri, soprattutto perché improvvido, dovrebbe pagare. Il tema va definito. Io sostengo da tempo che chi va in montagna dovrebbe essere assicurato. Alcuni sostengono che è troppo imporre l’assicurazione ma oltre il costo dell’intervento, attualmente a carico di tutti i veneti che contribuiscono alla sanità regionale, si profila anche una responsabilità civile”.

Secondo Rodolfo Selenati, presidente regionale del Soccorso alpino, il costo di un’uscita dell’elicottero è pari a 3 mila euro, una cifra enorme se si pensa che in molti casi gli interventi sono richiesti per negligenza dei soccorsi. E proprio ai casi di imperizia pensa Zaia quando parla dell’istituzione di una sorta di ticket per i soccorsi dovuti ad “accertata” imprudenza.

La legge regionale 33 del 2007 prevede già il pagamento degli interventi di soccorso non sanitario effettuati con elicottero. Secondo quanto riferito dal Corriere della Sera del Veneto, la giunta avrebbe stabilito ora che le persone soccorse non provviste di assicurazione, pagheranno in caso di comportamenti imprudenti o rischiosi.

“Ribadisco che la Regione intende garantire la massima sicurezza a tutti – ha concluso Zaia -. Dico tuttavia che chi, per esempio, si avventura in percorsi non segnalati, in fuori pista pericolosi o in situazioni comunque di rischio prevedibile, dovrà poi pagare il costo del servizio di soccorso. È nostro compito promuovere una cultura delle responsabilità e cercare di evitare comportamenti pericolosi e irresponsabili”.

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12 Commenti

  1. Molto difficile definire giuridicamente il concetto d’imprudenza. Anche l’avventurarsi su piste chiuse per pericolo di valanghe, e’ stato in qualche caso non giudicato imprudent, per “insufficienza di dissuasione”. Vanno messe le barricate? Figurarsi l’avventurarsi in vie alpinistiche.
    Meglio preoccuparsi che i volontari del CNSAS, qualora non fosse gia’ il caso, siano ben coperti da assicurazioni vita/infortuni: sono operatori volontari che agiscano con professionalita’: le compagnie assicuratrici non dovrebbero chiedere premi eccessivi. AT

  2. Chissa’ perche’ i veneti (e gli italiani in genere) posso sostenere i costi sanitari e di intervento di chi si schianta in auto o moto perche’ vola ben oltre i limiti di velocita’, o perche’ ubriaco o “fatto”…
    O di quelli che si avventuarno in mare col gommone e poi chiedono aiuto alla guardia costiera xe’ finiscono la benzina…
    O di sub che “pallonano”…
    O di quelli che fumano…
    O di quelli che bevono o mangiano oltre misura…
    E magari stendiamo un velo pietoso su quello che costano alla societa’ le partire di calcio con i tafferugli che spesso ne conseguono…

    Secondo me non e’ sbagliato il concetto che la societa’ non deve essere costretta a farsi carico delle scelte sbagliate/azzardate di un individuo, e’ sbagliato pero’ prendersela sempre e solo con la montagna. E lo si fa solo perche’ si va a colpire una minoranza.
    Non ho mai sentito dire: chi fuma si paghi le sue radioterapie ai polmoni.
    Chi si schianta in auto perche’ ubriaco si paghi le sue cure mediche.

    E la cosa che sempre mi sconcerta, e’ che spesso i piu’ duri nei giudizi sono spesso gli stessi alpinisti sempre pronti a trovare l’errore nell’operato di altri alpinisti e quindi ad invocare verso questi ultimi pesanti sanzioni.

  3. Secondo me la soluzione è un’assicurazione a prezzo contenuto che si dovrebbe fare volontariamente.
    Chi ne è sprovvisto è giusto che paghi le spese. Vedo difficile e arbitrario pensare di giudicare l’imprudenza, poi chi lo decide il livello d’imprudenza? Magari il politico di turno, un inutile che non va in montagna, e se ci va è per qualche pranzo prima delle elezioni.

  4. basta criminalizzare chi va in montagna!! I criminali sono altrove!!
    PF leggetevi l’ultimo articolo di Alessandro Gogna sullo Scarpone, grazie

  5. Anch’io vorrei sapere se la tessera di socio cai serve per coprire le spese di soccorso alpino in caso di incidente in montagna.
    Se così non fosse a che serve la tessera?

  6. Si la tessera del CAI assicura tutte le spese dell’intervento del soccorso, basta che il socio porti la fattura alla sua sezione e questa la spedirà alla sede centrale del CAI a Milano che pagherà tutte le spese. Questo è il grande vantaggio di chi si iscrrivs al CAI. Luigi Piccoli, presidente di una sezione CAI

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