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Pelmo: ritrovati morti i due soccorritori travolti da una frana durante un intervento

Monte Pelmo Versante nord (Photo www.valdizoldo.ne)
Monte Pelmo Versante nord (Photo www.valdizoldo.ne)

Updated – SAN VITO DI CADORE, Belluno — Sono stati ritrovati senza vita i due tecnici del Soccorso alpino della Stazione di San Vito di Cadore investiti da una frana di grandi dimensioni durante un intervento di soccorso, questa mattina sul monte Pelmo. La scarica di sassi ha tranciato le corde a cui erano appesi e li ha fatti precipitare per 700 metri uccidendoli probabilmente sul colpo.

Al momento la caduta di altro materiale franoso dalla parete ostacola l’avvicinamento dell’elicottero alla montagna, per questo le salme saranno recuperate non appena le condizioni lo permetteranno.

E del resto purtroppo, il peggio è stato accertato, e per Alberto Bonafede, 43 anni, e Aldo Giustina, 42 anni, entrambi di San Vito di Cadore, non c’è più niente da fare. I nomi delle vittime così come tutte le informazioni arrivano  direttamente dal Soccorso alpino Veneto che sta svolgendo le ricerche sul Monte Pelmo, la cima di 3.168 metri situata nelle Dolomiti, tra la Val di Zoldo e la Valle del Boite, in Cadore.

I due tecnici sono stati investiti dall’enorme frana alle 5.17 del mattino, mentre si stavano calando dalla cima della montagna sul versante nord, per raggiungere due alpinisti tedeschi rimasti feriti ieri sera da una prima scarica di sassi sulla via Simon-Rossi.

La violenta frana di sassi ha travolti i soccorritori a circa 2900 metri di quota, tagliando le corde a cui erano appesi e facendoli precipitare per 700 metri.

Gli accessi al Pelmo sono stati fatti chiudere da ordinanze dei sindaci competenti. Una sessantina di tecnici del Soccorso alpino di diverse Stazioni bellunesi sta lavorando sul posto. I due tedeschi bloccati da ieri sera a 150 metri dalla cima sono stati recuperati dall’elicottero e saranno trasportati in ospedale. Il Soccorso alpino si stringe alle famiglie dei suoi volontari.

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18 Commenti

  1. bisogna prendere decisioni drastiche come è stato fatto per le valanghe..fare valutazioni geologiche periodiche dei siti di arrampicata con scala di rischio.

  2. Terribile ciò che è successo. Le montagne sono vive anche in questo purtroppo. Questi eventi sono imprevedibili. Coraggiosi eroi di ogni giorno sulle montagne.

  3. Il sole tramonta ogni sera, ma ogni mattina si riaccende per regalarci un nuovo giorno, così ogni volta che si spegne un sogno, si riaccende l’emozione in una nuova vita che comunque continua. C
    Condoglianze alle famiglie.
    MARINELLA E GIANLUCA

  4. Certo,salviamoli, facciamo morire altre persone per consentire loro di andare fra qualche giorno su altre montagne con altri soccorsi ,l’importante è divertirsi.

  5. Le montagne sono vive ecc.ecc.ma due giovani sono morti per uno sport pericoloso che troppi sottovalutano.Se io pratico uno sport non posso pretendere che altri rischino la vita per soccorrermi.

  6. Spero che come accaduto sul Bianco i due arrampicatori paghino salato il conto del soccorso,126 euro per ogni minuto di volo dell’elicottero,anche se non ci ripagherebbe per la perdita di vite umane.

  7. Non credo proprio che i due malcapitati alpinisti nell’intraprendere quella salita volessero causare quanto successo. Le frane e scariche di sassi non si possono prevedere e capitano anche sui sentieri e strade di montagna come è successo a me. Ognuno di noi ha il libero arbitrio delle proprie scelte e decisioni e purtroppo chi frequenta la montagna deve avere anche la consapevolezza che qualche evento non calcolabile può succedere. Non sta a noi giudicare ma credo che in questo caso non sia corretto parlare di persone sprovvedute. E’ drammatico ciò che è successo. Due vite sono state spezzate sicuramente per salvare delle altre ma che non centrano con una scarica di sassi piovuta dall’alto. Le montagne stanno cambiando e io che le frequento da 30 anni a 360° anche extra europee me ne sto rendendo conto. Ora meritano solo rispetto e basta.

  8. Anna mi ha preceduto. Concordo pienamente con quanto ha scritto. Cerchiamo di avere un po’ di rispetto per chi non c’è piu’, ma anche per chi si è salvato.

  9. RIP
    In questo caso é fatalitá: almeno non stavano andato a salvare qualche alpinista della domenica non in grado di affrontare i problemi. Ma degli alpinisti che anche loro erano stati colpiti dalla scarica di sassi.

  10. La fatalità non si può prevenire, certamente i due alpinisti tedeschi non sapevano nulla k la parete potesse scaricare sassi. Nel caso se si sa k la zona è franosa occorrerebbe mettere dei cartelli come avvertimento. Rispetto e dolore per ALBERTO E ALDO.

  11. faccio parte delle nobili squadre del cnsas Aldo ed Alberto avevano messoin conto come tuti noi che può sucedere quello che è noto a tutti .
    Rispettiamo il soccorso semplicemente non facendo nessuna polemica ne sul socorso ne sul CAI ne sui due tedeschi ,già pagano il sapere dell’accaduto!!
    solo Onore ai due nobili EROI caduti .

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