News

Skidome a Selvino: le domande ancora aperte

skidome
Lo skidome in Olanda

BERGAMO — Che senso ha una pista da sci coperta in montagna? Riuscirà la strada che porta in Valseriana a reggere l’enorme afflusso di sciatori previsto nel business plan dello Ski Dome? Ci saranno davvero così tante persone disposte a pagare 25 euro per sciare 2 ore al coperto? E soprattutto, verrà davvero realizzato uno ski dome da una società che già altre volte ne ha annunciati in altri luoghi, ma non ne ha mai inaugurato uno?

Queste le domande che in queste ore affollano le menti degli appassionati, dei curiosi e degli abitanti del territorio a seguito dell’annuncio fatto ieri nella sede della Regione Lombardia, riguardo l’inaugurazione di un enorme Ski Dome in quel di Selvino, in pronvincia di Bergamo. L’enorme struttura – che costerà intorno ai 50 milioni di euro – dovrebbe essere completata entro il 2015 per essere pronta in occasione dell’Expo.

Accanto alle entusiastiche dichiarazioni degli enti coinvolti nel progetto, però, si stanno accavallando importanti domande riguardo la sua effettiva fattibilità e sostenibilità. Vediamole in dettaglio.

IL LUOGO
La prima domanda che sorge, leggendo la notizia, è: perchè Selvino? E soprattutto, per chi non è bergamasco, dov’è di preciso? La location scelta per il primo ski dome italiano, una struttura che in altri paesi è stata inaugurata nel cuore di città e capitali come Dubai, suona un po’ strana. Al di là dei commenti ambientalisti contro la cementificazione delle montagne, tutti si stanno ponendo grossi dubbi sulla logistica. Selvino sorge infatti ad un’ora e mezzo da Milano, e non è servita da autostrade. Gli internauti infatti, accanto agli articoli sullo skidome, postano commenti del tipo: “proprio vicinissimo” “è una bufala estiva?” o “Si, e poi? Tutti sulla strada tortuosa di Selvino?”. Vien da chiedersi dunque con che criterio sia stata scelta questa location, visto che tra l’altro non sembra che i terreni siano già stati acquistati. La domanda resta aperta.

IL PREZZO
La tariffa per due ore di sci al nuovo Ski Dome di Selvino dovrebbe aggirarsi sui 25 euro. Non poco se si pensa che d’inverno con circa 10 euro in più si scia in moltissimi comprensori per tutto il giorno, e che d’estate nelle stazioni più in alta quota si paga 30 euro per lo skipass giornaliero. Giusto per fare qualche esempio, al Plateau Rosa con quella cifra si scia su 23 chilometri di piste, idem al Passo dello Stelvio, dove con 36 euro sono a disposizione degli sciatori per tutto il giorno oltre 20 chilometri di piste comprese tra i 2758 metri del Passo dello Stelvio e i 3450 del Monte Cristallo, dove si allenano anche i grandi campioni dello sci. Ci saranno davvero persone disposte a pagare questa cifra per chiudersi due ore su una pista artificiale?

I SOGGETTI COINVOLTI
Il progetto dello skidome, che verrà realizzato in collaborazione da Regione Lombardia, Provincia di Bergamo e comune di Selvino, arriva da un nome conosciuto della montagna. Si tratta dell’imprenditore trentino Willy Nardelli, titolare di Neveland e di un noto negozio sportivo, ma anche guida alpina e maestro di sci. Nardelli aveva già annunciato la realizzazione di ski dome al Monte Bondone nel 2007. E poi a Casale Monferrato un anno fa, sostenuto dalla Provincia di Alessandria. Finora nessuna delle struttura ha visto la luce. Molti si stanno chiedendo che fine farà lo skidome lombardo, frettolosamente annunciato, ma che suscita molte perplessità.

LA MONTAGNA
E’ davvero lo skidome, lo sci al coperto, la strada per lo sviluppo della montagna italiana? Che senso ha una pista al coperto in mezzo ai monti, dove sorgono diverse e variegate piste all’aperto? Non vogliamo fare banali considerazioni ambientaliste, ma ci chiediamo se questa non sia piuttosto la via per diffondere la montagna e gli sport invernali in città. Per fortuna, lo scioglimento dei ghiacciai è ancora lontano qualche decennio e gli ultimi inverni hanno regalato molta neve alle Alpi e agli Appennini. Non sarà il caso, quindi, di rivitalizzare le nostre montagne investendo su quello che hanno da offrire? In Alto adige, in fondo, il turismo e le montagne sono fiorenti, e non grazie a strutture artificiali. Ma grazie ad una gestione intelligente.

Tags

Articoli correlati

6 Commenti

  1. Ridicolo e anacronistico imitare il Dubai. Lo sci significa libertà ,attività all’aria aperta,vivere la montagna. Come si può praticare questa disciplina dentro un tunel. E’ demenziale

  2. meno male che la mia provincia di Trento ha detto no a questo ” nuovo e schizofrenico ” mega progetto.
    stiamo sempre più perdendo il senso del limite. Fino a quando avremo menti così pensanti e schiave del dio soldo che inventano cose del genere e enti pubblici che trovano i soldi per finanziare????

  3. se questa è promozione dell’ambiente alpino e sviluppo turistico……. siamo molto lontani!!! Dovrebbero impiegare meglio il loro tempo prestando attenzione allo sviluppo del “territorio” e non a quello di qualche società!! non capisco cosa c’è di male a prendere esempio dal vicino Trentino

  4. Invece di spedere soldi in questo assurdo modo, perché non si pensa ad investire in scuole adeguate che permettano agli atleti agonisti di continuare a studiare e praticare contemporanemente lo sci a livello agonistico, ma sulle montagne……..vere………….

  5. Creare sviluppo,potenziare il turismo in un paese come il Ns.non è demenziale .Questi investimenti se gestiti bene possono solo portare enormi vantaggi oltre che economici anche occupazionali.Inoltre rendiamoci conto che già attualmente non nevica più, immaginiamoci cosa potrà accadere in futuro.Per trovare la neve bisognerà salire dai 2000 metri in su.Quindi offrire un’opportunità ai residenti delle città e paesi vicini è un’occasione unica. Un paese dove si sperpera impunemente denaro pubblico non si può sempre far polemica per un opera che concilia sport,turismo,occupazione,divertimento e tanto,tanto sviluppo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close