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Centrali idroelettriche sui torrenti alpini: dove sì e dove no

Diga di Pontesei (Photo courtesy http://www.sergioreolon.it)
Diga di Pontesei (Photo courtesy http://www.sergioreolon.it)

BERNA, Svizzera — Niente centrali sui fiumi di aree protette, corsi d’acqua riqualificati o in qualche modo ritenuti habitat di pregio per alcune specie. Queste, in sintesi, le linee guida approvate dai Ministri dell’ambiente degli Stati alpini nell’XI Conferenza delle Alpi, che si è tenuta dal 8 al 9 marzo 2011 a Brdo pri Kranju (Slovenia). Peccato che, per ora, le regole siano in realtà “buoni consigli” e non vincoli.

Le “Linee guida comuni per l’uso del piccolo idroelettrico nella regione alpina” specificano quali luoghi sono adatti alle centrali idroelettriche e quali invece devono essere lasciati naturali. In pratica, secondo il protocollo concordato, i corsi d’acqua di rilevanza regionale o nazionale per quanto riguarda la biodiversità o l’ambiente “non dovranno essere favoriti” nella scelta di costruire centrali idroelettriche. Si parla dei parchi nazionali, le aree Natura 2000, corsi d’acqua riqualificati o in corso di riqualificazione, e delle zone di fregola o habitat di pregio.

Come accennato, non si tratta di norme o vincoli, ma quantomeno si cerca, per la prima volta, di conciliare a livello trasnazionale l’annoso dilemma che contrappone lo sfruttamento di energie rinnovabili con la tutela dei corsi d’acqua e degli ambienti naturali.

“Si tratta comunque di un valido strumento – ha detto alla Cipra Cornelia Maier, membro del gruppo di lavoro Gestione delle acque nello spazio alpino –  che individua a livello alpino stazioni idonee e altre in cui non dare impulso all’idroelettrico, così come aree di esclusione”.

C’è da chiedersi, ora, quali saranno i commenti delle associazioni ambientaliste che meno di un mese fa hanno bocciato senza appello il “Catalogo di criteri per l’idroelettrico in Tirolo” che era stato redatto, a livello locale, con lo stesso obiettivo. “Poco chiaro e pressoché inattuabile” è stato il giudizio laconico degli ambientalisti.

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