Moto in montagna, Cai e FederMoto: prove tecniche di pace
BERGAMO — E’ tregua tra il Cai di Bergamo e la Federazione Motociclisti italiani. I due enti, a seguito della tenzone svoltasi attraverso i media nelle scorse settimane riguardo il transito dei veicoli a motore sui sentieri di montagna, hanno deciso di sedersi insieme a un tavolo per confrontarsi sulla questione. Se l’incontro porterà a un accordo risolutivo, sarà da vedere, certo è che le posizioni di partenza, diplomazia a parte, sembrano molto distanti.
La notizia arriva direttamente dalla Federazione motociclistica italiana, che sul suo sito annuncia ufficialmente il confronto con il Cai di Bergamo per discutere della questione “moto in montagna”.
“La decisione – si legge infatti sul sito della FederMoto – scaturisce dalla convinzione che ogni cittadino debba avere il pieno diritto di fruizione del patrimonio naturale che caratterizza il territorio italiano. Ma uguale e comune convinzione di entrambe le parti è che questo debba avvenire nell’ambito del completo rispetto delle leggi in vigore, dei doveri di ogni cittadino per la salvaguardia delle qualità ambientali e della montagna, e della convivenza di tutti i fruitori di questa ricchezza. Obiettivo finale del confronto sarà la ricerca di soluzioni eque e condivise, sotto la supervisione delle Autorità incaricate di controllare il totale rispetto delle norme in materia”.
Nelle scorse settimana la polemica sulla questione era stata sollevata da una lettera aperta del Cai di Bergamo, nella quale la sezione del capoluogo orobico si rivolgeva a tutti gli enti e le istituzioni competenti per porre fine, una volta per tutte, al passaggio dei mezzi motorizzati su mulattiere e sentieri di montagna, che troppo spesso circolano impunemente nonostante il divieto della legge.
Il comunicato aveva suscitato la risposta della Federazione Motociclistica italiana, che sempre attraverso lettera aperta, aveva sì sostenuto le ragioni del Cai, respingendo però in modo assoluto un’acritica demonizzazione delle motociclette in montagna. Le moto infatti, secondo il presidente di FederMoto, sono in grado anche di portare benefici ai luoghi d’alta quota, prima di tutto da un punto di vista turistico.
Incredibile. Il CAI si è subito arreso. Luigi
Turismo d’alta quota? portano bene? ma cosa? rumori assordanti, polveroni e sentieri distrutti?
Caro Luigi Casanova, non è che il CAI si è arreso ma si è reso conto che non tutti la pensano allo stesso modo sull’utilizzo delle moto in montagna e sono tantissime le persone a favore oltre che appassionati di moto senza alcun posto (come invece lo è in altre regioni d’italia) ove andare.
pace e bene.
Alberto, guarda che il trial non fa molto rumore e non è assordante e non distrugge il sentiero, cortesemente prima di scrivere qualche cosa è bene che ti informi per benino, ciao.