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Moro, Urubko e Richards verso il GII

Gasherbrum II - 8032 metri (Photo Summitpost)
Gasherbrum II - 8032 metri (Photo Summitpost)

BERGAMO — Partiti! E’ cominciata l’avventura di Simone Moro, Denis Urubko e Cory Richards, decollati proprio oggi dall’Italia e diretti al colosso pakistano del Gasherbrum II. Il trio tenterà infatti di compiere la prima scalata invernale dell’ottomila ancora inviolato nella stagione fredda. L’italiano e il kazako cercheranno di ripetere lo straordinario risultato ottenuto nel 2009 al Makalu, utilizzando peraltro la stessa strategia: velocità e tempismo saranno le parole chiave.

Il trio è composto da fuoriclasse, con alle spalle tante e importanti salite in Himalaya e non solo. Moro è uno dei pochi al mondo a vantare in curriculum già due prime salite in invernale degli ottomila himalayani: lo Shisha Pangma e il Makalu, quest’ultimo conquistato a febbraio del 2009 con l’amico Urubko.

Il kazako ha scalato tutti i 14 ottomila senza ossigeno, ha aperto diverse vie nuove sulle montagne himalyane e ha alle spalle già una decina di spedizioni in altissima quota con il bergamasco. Squadra che vince non si cambia insomma, ed eccoli di nuovo pronti a compiere l’impresa che aggiungerà un altro tassello nella storia dell’alpinismo. Con loro però quest’anno ci sarà anche Cory Richards, oltre che esperto alpinista uno stimato fotografo, che si occuperà appunto delle immagini della spedizione.

“Gli ottomila d’inverno sono molto più difficili che nelle altre stagioni – ha detto Urubko -, molto più pericolosi. Serve una grande passione anche per essere pronti per il tentativo di vetta. A volte in estate puoi provare la cima, poi se va male puoi tornare indietro e riprovare un’altra volta. Qui invece bisogna essere pronti e sapere che c’è un solo proiettile che ti dà la possibilità di sopravvivere”.

Proprio per questa caratteristica dell’alpinismo invernale in Himalaya e ancora di più in Karakorum, i tre alpinisti, tutti da poco del team The North Face, adotteranno una strategia tale che permetta loro di poter essere pronti già alla prima finestra di bel tempo di tentare la vetta. La squadra provvederà all’acclimatamento su una montagna diversa e vicina al Gasherbrum II, una cima di 6000 metri, che dovrebbe tentare nella prima settimana di gennaio. Nell’ipotesi migliore i tre vi si fermeranno anche una notte in cima. Poi si volgeranno all’obiettivo vero e proprio, arrivando al campo base del GII intorno al 9-10 di gennaio.

“Spero di poter arrivare ed essere veloci e leggeri – ha detto Moro -, come siamo stati al Makalu. Per essere pronti subito saliremo una cima lì vicino di 6mila metri, dalle parti di Skardu. In modo da essere pronti in fretta”.

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