I Catores recuperano 11 alpinisti al Sassolungo
SELVA VAL GARDENA, Bolzano — Undici persone del gruppo SEM, Società Escursionisti di Milano, sono stati recuperati dai Catores della Val Gardena lo scorso fine settimana sul Sassolungo. Sei persone della comitiva infatti, dopo essere saliti in vetta lungo la via normale, non si sentivano più in condizioni di proseguire fino a valle e così, sabato alle 9.30 di sera, è scattato l’allarme.
L’operazione di soccorso si è svolta nella notte tra il 4 e il 5 settembre. Sette Catores gardenesi sono partiti alle 22 e hanno raggiunto i primi 5 alpinisti: 3 soccorritori li hanno aiutati nelle ultime calate e li hanno riaccompagnati al rifugio dove avevano pernottato la notte precedente.
Gli altri 4 Catores nel frattempo, hanno proseguito la scalata notturna lungo la via normale del Sassolungo, la celebre montagna altoatesina su cui erano saliti in vetta gli escursionisti milanesi. Una volta raggiunte le 6 persone in difficoltà hanno dato loro bevande calde e coperte.
Secondo quanto fanno sapere dallo stesso gruppo di soccorso alpino gardenese, fortunatamente il buon senso ha prevalso sull’idea di non rimanere a bivaccare, in quanto le temperature notturne di quei giorni erano piuttosto rigide a quella quota. I sei escursionisti sono quindi stati accompagnati a valle e l’operazione di soccorso si è conclusa alle 06.30 di mattina.
sono cose da pazzi
La via normale del sassolungo non è proprio una passeggiata,e poi questi erano veri e propri ALPINISTI?
Che dire…
La gente non sa valutare le proprie possibilità
Spero che questi alpinisti-escursionisti abbiano imparato qualcosa. La via normale al Sassolungo non è per niente banale e non puo’ essere affrontata da chiunque. Lungo la cengia dei Fassani vi sono tre doppie da fare per tornare e tratti esposti. La SEM è un’associazione serissima e all’avanguardia per 1000 cose e sicuramente saprà far capire che bisogna programmare le ascensioni secondo le capacità, le difficoltà oggettive, il meteo ecc. Fortunatamente tutto si è risolto bene e un ringraziamento và ai Catores e a tutti i soccorritori di montagna.
Fondamentalmente mi sembra nuovamente che sia stato confuso l’essere in difficoltà con l’emergenza. Una via lunga come quella dovrebbe essere affrontata con l’idea e l’attrezzatura di poter/ dover bivaccare specialmente se non si è ben allenati. La stanchezza del momento poteva essere superata con un poco di riposo e poi con la luce si ricominciava a scendere. Perchè far correre inutili pericoli ad altri
La voglia di raggiungere la vetta spesso toglie lucidità nel saper valutare le proprie forze e quelle del gruppo. Tutto è bene quel che finisce bene.
Il Sassoungo non è per tutti ma non è poi così difficoltoso. Piccola critica: il percorso è poco segnalato e si è stanchi si corre il rischio di cadere nel panico…Ringrazio di avere avuto due angeli custodi eccezionali. Paolo e Oscar. Grazie!!!
P.S. Comunque non è da ripetere…