Tiziana Weiss, una scalata interrotta troppo presto
La fortissima arrampicatrice triestina scalò in pochi anni molte delle più impegnative vie delle Dolomiti. Poi la caduta fatale ad appena 26 anni
Piena de morbin” ossia di energia, allegria, voglia di vivere
Riccarda De Eccher
È il 2 febbraio 1952 quando Tiziana Weiss nasce in quella Trieste culla di un alpinismo spumeggiante, aperto ed innovativo. Proprio in questa città vi sono ben due sedi CAI ed i genitori sono molto attivi in quella del XXX ottobre. A dodici anni, durante un’escursione organizzata dalla sezione, vede arrivare un gruppo di scalatori con tanto di corde, imbrago e ferraglia ed è subito amore per la verticalità. Assecondata dai genitori inizia ad allenarsi nella palestra Napoleonica, tra le prime in Italia ad introdurre l’uso della magnesite, e sulle rocce della vicina Val Rosandra. L’incontro con Enzo Cozzolino, tra i primi a spingersi oltre il VI grado, crea una cordata vincente tanto in parete quanto nella vita.
Estate 1972
Tiziana passa l’estate del ‘72 tra le vie più importanti delle Dolomiti, spesso da capocordata: la Dimai alla Punta Fiames, il Campanile di Val Montanaia, lo Spigolo del Velo alla Cima della Madonna, la Tridentina e il Primo Spigolo alla Tofana di Rozes, la Pisoni alla Cima Scotoni, il Diedro Quinz al Pianoro dei Tocci, il Campanile Dülfer ai Cadini di Misurina. Purtroppo, lo stesso giorno della sua salita dello Spigolo Jori a Punta Fiames, Enzo Cozzolino cade, in solitaria, sulla Torre di Babele. Tiziana è sconvolta dalla scomparsa del suo compagno di appena 24 anni ma l’amore per lui la spinge ad allenarsi ancora di più e a cercare progetti sempre più ambiziosi. Progetti che condivide con molti altri amici conosciuti nelle avventure in tutto l’arco alpino: Gino Buscaini, Silvia Metzeltin, Peter Habeler, Giampiero Motti, Franco Piana ed Alessandro Gogna.
L’amore per il Brenta
Dopo la prima invernale della Tridentina alla Tofana di Rozes, dalla primavera del 1973 si sposta spesso nelle Dolomiti di Brenta dove ripete le grandi classiche: la Via delle Guide e la Via dei Francesi al Crozzon di Brenta, la Fox-Stenico e la Concordia alla Cima d’Ambiez, la Via Graffer allo spallone del Campanile Basso, il Pilastro Est della Tosa e la Aste alla Pratofiorito. Arriva anche la prima ripetizione della Via Alimonta alla Torre di Brenta e la seconda della via degli Astronauti alla Torre Prati.
Nel 1975, per amicizia e ammirazione di Bruno Detassis, aiuta anche come cameriera al Rifugio Brentei.
Non manca qualche incidente come quando, nell’aiutare un compagno in difficoltà al Campanile Basso, Tiziana si frattura una vertebra o quando rompe il bacino cadendo per un appiglio rotto all’improvviso.
Durante le scalate in Brenta conosce anche Piero Mozzi con il quale condivide tante salite nonché una bella relazione. Proprio con Piero, Tiziana partecipa alla spedizione verso l’Annapurna III, montagna di 7577 metri in Nepal, che si conclude senza cima per lei a seguito dell’incidente di Luigino Henry, morto in discesa dalla vetta.
Ritorno alle Dolomiti Orientali
Dopo la laurea in Scienze Naturali lavora da insegnante alla Scuola Fonda Savio di Trieste riscoprendo così montagne più vicine a casa. Sale dunque lo Spigolo dell’Agner, la Buhl alla Cima Canali, la Via delle Guide sulla parete nord del Sass d’Ortiga, compiendo la prima ripetizione, e la Castiglioni-Detassis al Sass Maor della quale effettua la prima invernale con Piero Mozzi.
Anche le Alpi Giulie le regalano grandi avventure come le ripetizioni della Deye-Peters alla Madre dei Camosci e dello Spigolo Comici allo Jalovec.
Per le imprese compiute in pochissimi anni riceve il Premio Panathlon Sport e Studio nel 1975.
Grande donna alpinista
Per Tiziana l’alpinismo non è un semplice sport ma qualcosa di molto più profondo e complesso. Quando cammina osserva e vuole conoscere ciò che la circonda per sentirsi in comunione con l’ambiente. Tanto romantica quanto capace e caparbia, caratteristiche fondamentali per emergere come alpinista donna in un mondo allora considerato prettamente maschile. Tuttavia Trieste è una città moderna e Tiziana è apprezzata e ben voluta da tutti.
Attenta alla questione dell’emancipazione della donna è ben contenta di partecipare nel 1977 con l’amica Riccarda De Eccher alla prima Marcialonga aperta ad ogni genere.
Con la sua Vespa gira libera consegnando i suoi articoli a giornali e riviste ed organizza numerose serate e conferenze sulla propria esperienza, sempre con discorsi e diapositive ben preparati a priori.
23 luglio 1978
Mentre scala la Frish-Corradini alla Pala del Rifugio, nelle Pale di San Martino, qualcosa va storto. I soccorsi sono immediati e con grande forza resiste per tre giorni all’ospedale di Verona prima di spegnersi. E’ il 26 luglio 1978 quando, a soli 26 anni e con una grande carriera davanti, ci lascia una delle più grandi alpiniste italiane e non solo.
A lei sono dedicati un Sentiero Naturalistico al Monte Tinisa e un Belvedere sul Carso Triestino proprio per dar voce al suo vivere ad occhi aperti la natura.
La sua grinta, voglia di sfide sempre nuove ed il suo amore per la vita all’aria aperta hanno portato gli alunni a dedicarle il proprio istituto comprensivo di Trieste.
Salite principali
- 1973 – Prima invernale alla Tridentina sulla Tofana di Rozes.
- 1973 – Dimai alla Punta Fiames.
- 1973 – Spigolo Nord dell’Agner.
- 1975 – Prima invernale alla Castiglioni Detassis al Sass Maor.
- 1975 – Prima ripetizione della via delle Guide al Sass d’Ortiga.
- 1975 – Prima ripetizione della via Alimonta alla Torre di Brenta.
- 1975 – Seconda ripetizione della via degli Astronauti alla Torre Prati, Dolomiti di Brenta.
- 1975 – Prima ripetizione femminile della Tissi alla Torre Trieste con Riccarda De Eccher.
- Deye-Peters alla Madre dei Camosci, Alpi Giulie.
- Spigolo Comici allo Jalovec, Alpi Giulie.
Libri
- “Arriva la Trenta. Storie e imprese di alpinisti triestini” di Spiro Dalla Porta Xidias, Lint Editoriale
Loro, gli amici. Loro, sono la mia cima, e questa vetta oggi è tutta me stessa
Tiziana Weiss




