Gente di montagna

Thomas Huber

Rileggiamo la sua vita e le sue imprese dal Tirolo al Karakorum fino a El Capitan, spesso realizzate con il fratello Alexander

“È bello camminare nelle valli perché da lì sai dove sei stato e dove puoi andare. Se hai la motivazione e la volontà arriverai in cima e respirerai la libertà.”

Thomas Huber

Insieme a suo fratello Alexander forma una delle cordate più forti di tutti i tempi. Thomas Huber conosce le difficoltà della scalata e quelle della vita. Non conosce il significato della parola debolezza, ma sa bene cosa vuole dire affidarsi alla corda di un compagno come in un cordone ombelicale che per lui e suo fratello va oltre la semplice passione. Salite estreme, speed climbing, cime inviolate e luoghi selvaggi, queste le componenti che hanno reso celebre il suo nome nel mondo alpinistico consacrandolo come uno dei più grandi del nostro tempo.

La vita

Thomas Huber nasce a Palling, in Baviera, il 18 novembre 1966. Ha un fratello, Alexander, più giovane di due anni, e una sorella. La sua infanzia passa nella campagne bavaresi, dove i genitori hanno una fattoria. Il padre, Thomas senior, è un appassionato di montagna e vi trascorre molte delle sue giornate. Qui ha vissuto molte esperienze che dalle vicine montagne di Berchtesgaden l’hanno portato sul Monte Bianco e poi oltreoceano, sul Denali. Diciamo che, in qualche modo, la strada di Thomas è stata segnata fin dalla nascita.

Nel 1992, a 26 anni, prende il patentino di guida alpina trasformando la sua passione in un lavoro.

Durante la sua via Thomas si trova ad affrontare diversi momenti difficili, prima a causa di diversi infortuni poi a causa di un tumore al rene scoperto nel 2011. Segue una delicata operazione e la fortunata guarigione.

Nel 2016, pochi mesi prima di partire per una meteorologicamente sfortunata spedizione all’allora inviolata parete nord del Latok I in Karakorum, Thomas Huber subisce un grave incidente in una falesia della Baviera. A causa di un errore durante la discesa in corda doppia precipita per 16 metri riportando un trauma cranico e diverse altre lesioni.

Sposato con Marion oggi Thomas vive a Berchtesgaden ed è padre di tre figli: Elias, Amadeus e Philomea.

L’alpinismo

Accompagnato dal padre verso le sue prime esperienze in montagna, Thomas scopre così anche il suo naturale compagno di cordata. Non deve cercare molto, gli bastano le prime salite in famiglia per capire che l’affiatamento con suo fratello Alexander è quasi perfetto. Le prime occasioni di contatto con le alte montagne delle Alpi sono settimane bianche sugli sci, ma già a 12 anni ecco le prime arrampicate su roccia sempre con suo fratello Alexander.

La prima “salita” affrontata dalla cordata Thomas-Alexander è quella del melo nel cortile di casa su cui i due fratelli fanno pratica con le manovre di corda. Una cava vicino casa diventa il loro terreno d’allenamento preferito per l’arrampicata, insieme alle mura del castello del paese.

La prima vera esperienza alpinistica senza il padre arriva sui monti del Kaiser, in Tirolo, dove i fratelli Huber mettono a segno una ripetizione estrema scoprendo fin dove sono in grado di spingersi. Da lì nessuno li avrebbe più fermati. Inizia un periodo di incredibili ripetizioni. I due fratelli sono sulle vie più difficili dell’arco alpino, ma a un certo punto scatta qualcosa e ripetere non è più sufficiente. Un giorno approcciano la parete sud del Wagendrischlhorn con l’obiettivo di creare una nuova via. Ecco che nasce Rauhnachtstanz, la prima firmata dai fratelli Huber. Nel frattempo il loro nome si diffonde sempre più tra le fila degli alpinisti tedeschi e il loro soprannome, un tempo Riedlbuam (ragazzi della fattoria Riedl), diventa Huberbuam (ragazzi Huber). Una definizione che oggi significa estremo, esplorativo, selvaggio.

Nel 1990 insieme al fratello apre The end of silence, una delle tre vie più difficili delle Alpi, che lui stesso libera nel 1994. Un anno dopo approda in America, a Yosemite, dove con il fratello imprime per sempre il proprio nome nella storia di El Capitan. Sua è la salita in libera di Salathé Wall mentre, tre anni dopo, diventa autore di firme indelebili che portano il nome di Free Rider, El Nino e Golden Gate. Nel 2003 aggiunge ancora al suo curriculum la prima libera di Zodiac.

Il 2000 lo vede celebrare il nuovo secolo in India, sulle montagne del Garwal. Qui, insieme a Iwan Wolf apre una nuova linea sullo Shivling, Shiva’s Line che rappresenta la naturale prosecuzione della via Kammerlander-Hainz. Per questa elegante ed estrema salita i due alpinisti ricevono il Piolet d’Or.

Altra prima ascensione di grande prestigio è quella che il primo luglio 2001 lo vede sulla vetta dell’oggetto II

Nel ferragosto 2008, quasi come volesse omaggiare l’altoatesino Christoph Hainz Thomas Huber compie un curioso concatenamento delle Tre Cime di Lavaredo salendo tre vie aperte da Hainz (Alpenliebe, sulla Cima Ovest; Das Phantom der Zinne, sulla Cima Grande; Ötzi trifft Yeti, sulla Cima Piccola) scendendo in base jumping.

Nel 2009 torna a legarsi alla corda del fratello per una salita in libera di grande respiro, e difficoltà. I due raggiungono le montagne del Karakorum pronti ad affrontare la Nameless Tower, l’obiettivo è la prima salita in libera della via Eternal Flame aperta da Wolfgang Güllich, Kurt Albert, Christof Stiegler e Milan Sykora nel 1989. Ci hanno provato in molti, ma solo gli Huberbuam riescono a portarla a casa.

Nel 2016, tra il 29 e il 30 dicembre compie la prima ripetizione di Metanoia, via di ghiaccio e misto aperta nel 1991 da Jeff Lowe in solitaria sulla parte nord dell’Eiger. Con lui, in questa realizzazione i compagni Stephan Siegrist e Roger Schaeli.

Tra il 2015 e il 2018 Huber dedica tre spedizioni all’allora inviolata parete nord del Latok I, senza però mai riuscire a raggiungerne la vetta in parte a causa delle difficoltà oggettive incontrare lungo le linee scelte, in parte a causa delle condizioni ambientali che in tutti e tre i momenti non si sono mai rivelate adeguate alla salita.

Seguono altre esperienze, inframezzate da momenti di stop dovuti a problemi di salute e infortuni. Ma la montagna c’è sempre e continua a esserci, più alta di una ragione di vita. Un modello, per Thomas e Alexander.

Le principali ascensioni

  • 1990 – The End of Silence, Feuerhorn, prima salita, col fratello Alexander
  • 1994 – The End of Silence, prima libera
  • 1995 – Salathé Wall, El Capitan, prima libera, col fratello Alexander
  • 1997 – Tsering Monsong, Latok II, prima salita, con Alexander, Conrad Anker e Tony Gutsch
  • 1998 – El Nino, El Capitan, prima salita, col fratello Alexander
  • 1998 – Free Rider, El Capitan, prima salita, col fratello Alexander
  • 2000 – Golden Gate, El Capitan, prima salita, col fratello Alexander
  • 2000 – Shiva’s line, Shivling, prima salita, con Iwan Wolf
  • 2001 – Ogre III, Karakoram, prima salita, con Iwan Wolf e Urs Stöcker
  • 2001 – Ogre, Karakoram, seconda salita, con Iwan Wolf e Urs Stöcker
  • 2003 – Zodiac, El Capitan, prima libera, col fratello Alexander
  • 2004 – Zodiac, El Capitan, salita in velocità in 1.51.34, col fratello Alexander
  • 2005 – Concatenamento: Cerro Standhardt, Punta Herron, Torre Egger
  • 2007 – The Nose, El Capitan, salita in velocità 2.45.45, col fratello Alexander
  • 2008 – Concatenamento Tre Cime di Lavaredo
  • 2008 – El Bastardo, Patagonia, prima salita, con Alexander, Stefan Siegrist e Mario Walder
  • 2009 – Eternal Flame, Torri di Trango/Nameless Tower, prima libera, col fratello Alexander
  • 2016 – Metanoia, Eiger, prima ripetizione, con Stephan Siegrist e Roger Schaeli.

Curiosità

Oltre a scalare Thomas è un grande appassionato di musica punk rock, tanto da essere il cantante di un gruppo chiamato Plastic Surgery Disaster.

Onorificenze

2011 – Piolet d’Or per la nuova via sullo Shivling.

Libri

A corda tesa. Alexander e Thomas Huber, di François Carrel, Alpine Studio 2019

“L’esperienza d’arrampicata più memorabile è quella in cui soffri per la maggior parte del tempo.”

Thomas Huber

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