
La prima sensazione che si prova lungo la salita sulla strada asfaltata della Val Mastallone è quella di essere immersi in un mare verde tra alberi, rovi e cespugli. Anche in autunno, tra i colori di stagione, l’idea d’ambiente rigoglioso non cambia, anche con la massa di foglie adagiate a decorare il sottobosco, spesso solcato da rivoli d’acqua e cascatelle di piccoli torrenti. I pendii sono ripidi, ma di altezza modesta, anche se la valle è la laterale più estesa della Valsesia e si snoda lungo i due versanti principali: uno conduce verso Rimella (1182 m) e l’altro verso Fobello (873 m) e l’Alpe Campo, dove inizia questo itinerario. A testimonianza di un’orografia non certo lineare sono anche le trenta frazioni di Fobello, dagli 880 metri, sino ai 1330 metri di Baghera, la più alta. Parte del suo territorio è compresa dal Parco Naturale Alta Valsesia. Il paese di Fobello ospita due musei molto particolari: il Museo del Puncetto, dedicato a un merletto lavorato a mano, tipico della tradizione valsesiana e risalente probabilmente al X secolo, e il Museo Vincenzo Lancia, fondatore della storica casa automobilistica. Curioso pensare che l’ideatore della Lancia sia nato qui, in una valle dove l’asfalto è arrivato relativamente tardi, soprattutto nelle frazioni più alte. Tra l’altro, la famiglia Lancia amava trascorrere qui le vacanze estive. Al Colle Baranca, meta dell’itinerario, sono presenti anche i resti della Villa Lancia, nei pressi del Lago Baranca e di baite in pietra e legno. Il colle rappresenta un vero e proprio punto d’incontro tra diversi percorsi, mettendo in comunicazione in modo piuttosto agevole la Val Mastallone e la Val d’Egua, sul versante valsesiano, e anche la Valle Anzasca con un itinerario che scende a Bannio Anzino. Suggestivo pensare che parte della mulattiera, su cui si pone piede per salire al colle, risalga addirittura al 1883. In questo particolare periodo dell’anno è possibile trovare tratti innevati, quindi bisogna partire attrezzati adeguatamente.
L’itinerario
Partenza: Alto Sermenza (VC), loc. Campo
Dislivello: + 638 m
Tempo di percorrenza: 4 ore (a/r)
Difficoltà: E
Dalla frazione di Campo si inizia a salire lungo la mulattiera che attraversa l’alpeggio, tra abitazioni alcune accuratamente restaurate e altre ormai in stato di abbandono. Dopo un breve tratto nel bosco, si raggiunge un bivio: si tralascia la deviazione sulla sinistra che scende verso il torrente e si continua dritto sul sentiero principale (n. 517), in leggera pendenza.
Si passa accanto a una casa ben ristrutturata, posta a sinistra, e a un edificio diroccato sulla destra, proseguendo poi in salita fino a uscire dal bosco. Si attraversa, quindi, su un ponte il torrente Mastallone e si riprende a salire fino a incontrare un altro bivio sulla sinistra, che si ignora, continuando lungo il tracciato principale. Il percorso, ben lastricato, si snoda tra cespugli bassi, offrendo scorci suggestivi sul corso sinuoso del Mastallone che scorre in basso a destra. Davanti, si staglia la caratteristica piramide rocciosa del Pizzo del Moro (2334 m), verso cui si punta camminando fino all’area dell’Alpe Baranca, dove si aprono prati usati come pascoli e si trovano diverse baite in pietra. Una di queste è stata ristrutturata e oggi ospita il Rifugio Baranca (1566 m; circa 1 ora e 15 minuti da Campo, aperto in genere solo in estate), punto di sosta accogliente e, per chi lo desidera, anche luogo di pernottamento. Proseguendo lungo il sentiero lastricato, poco oltre il rifugio si incontra una piccola cappella, da cui si può già ammirare la splendida cascata che scende dal Lago Baranca. Si continua in direzione della cascata e, con un paio di tornanti, si guadagna velocemente quota fino a raggiungere la piana dove si trova il Lago Baranca (1839 m; circa 40 minuti dal Rifugio Baranca). Il lago è incorniciato da cime erbose e scoscese sui due versanti e si apre verso prati docili sul lato che discende dalle baite dell’Alpe Selle (1824 m), già chiaramente visibili dalle sue sponde. Il cammino prosegue su un sentiero sempre lastricato che costeggia, per un breve tratto pianeggiante, la riva sinistra del lago, per poi risalire agevolmente in circa venti minuti fino alle baite dell’Alpe Selle. Da qui si gode un’ampia visuale sui gruppi montuosi del Tignaga (2652 m) e del Cimone (2453 m). Poco sotto le abitazioni dell’alpe si trova una piccola cappella in pietra che segna il Colle Baranca (1818 m).
Da vedere: Torrente Mastallone e il Ponte della Gula
Il Mastallone è uno dei principali affluenti del Sesia, o della Sesia, come dicono in valle. Dal Lago Baranca fino alla sua confluenza con il fiume, il torrente scorre impetuoso, modellando nel tempo gole profonde e ripide, tra cui la suggestiva forra dell’Orrido della Gula. In alcuni tratti, il corso d’acqua si apre lasciando spazio a piccole spiagge naturali, dove il terreno si fa più dolce e accessibile. Uno dei punti più caratteristici è quello dominato dal Ponte della Gula, una costruzione ad arcata unica, con la tipica forma a schiena d’asino. Per secoli, questo ponte ha rappresentato l’unico collegamento tra Varallo e l’alta Val Mastallone. Le imponenti pareti rocciose su cui poggiano le sue estremità costituiscono il punto culminante di un orrido profondo circa 35 metri. La sua costruzione risale all’epoca medievale e, secondo la leggenda, sarebbe stata opera del diavolo, che in cambio della sua realizzazione avrebbe preteso l’anima del primo viandante a attraversarlo. Ancora oggi si racconta che, nelle notti più oscure, spiriti e presenze inquietanti si aggirino sul ponte, alimentando il fascino misterioso di questo luogo. Secondo le leggende alpine, il diavolo si è dato molto da fare con i ponti, visto i numerosi “Ponti del Diavolo” presenti nelle vaie vallate.
Come arrivare
Autostrada A26 direzione Gravellona Toce, uscita Romagnano Sesia- Ghemme.
Proseguire sulla SP 299 della Valsesia in direzione Alagna fino a Balmuccia, poi voltare a destra verso Rimasco sulla SP 10. Giunti in paese, proseguire per circa 1 km verso Carcoforo fino a raggiungere il parcheggio della seggiovia in località Cà Abate.
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