News dall’Himalaya: Kobusch da record sull’Everest, Txikon bloccato dall’appendicite
Un aggiornamento sulle spedizioni invernali sugli “ottomila” del Nepal. Il basco è in ospedale a Kathmandu, i suoi compagni proseguono, Jost ha toccato una quota-record per le spedizioni invernali sulla cresta Ovest. Proverà a spingersi oltre?
Ai piedi dell’Everest c’è un alpinista felice. Il giovane (32 anni) tedesco Jost Kobusch è tornato domenica 29 dicembre ai 5000 metri della Piramide, il laboratorio scientifico italiano a qualche ora di cammino dal campo-base nepalese della montagna.
Due giorni prima, venerdì 27, Jost aveva raggiunto i 7366 metri della vetta nevosa della West Shoulder, la Spalla Occidentale dell’Everest, dove si è fotografato con l’autoscatto. Poi ha ripreso a salire, alla luce del tramonto e poi al buio, raggiungendo la quota di 7537 metri, certificata e comunicata nel mondo dal suo tracker.
Un risultato di grande importanza per due motivi. Il primo è che la precedente quota-record raggiunta d’inverno sul “Big E” era di 7500 metri (ci riuscirono due alpinisti francesi nel 1983), e con questo risultato Jost Kobusch ha stabilito un primato.
Il secondo record riguarda il tempo impiegato, perché l’alpinista tedesco aveva già toccato la West Shoulder nel febbraio del 2020, dopo 64 giorni di salita piazzando campi e corde fisse. Stavolta, invece, è salito in stile alpino e ha impiegato solo 6 giorni, piazzando un unico campo a quota 5650 metri invece dei due del tentativo precedente.
La salita alla Spalla e alla quota 7537 metri è iniziata da una tendina piazzata a 6800 metri. Poi Kobusch è ridisceso al Lho La, il valico ai piedi della cresta Ovest dell’Everest, dove il ghiacciaio tibetano di Rongbuk lascia il posto ai dirupi del versante nepalese, e ha proseguito direttamente fino al campo-base e alla Piramide.
“Sono stati solo pochi metri, ma psicologicamente per me è stato importante” ha detto Kobusch in una telefonata dal campo-base alla redazione di ExplorersWeb. “Era buio, ma sono andato avanti il più possibile, fino alla fine della cresta di neve e all’inizio di una zona rocciosa. In discesa il vento è aumentato fino a 40 chilometri all’ora, con alcune raffiche molto più forti” ha proseguito.
Angela Benavides, la giornalista che ha parlato con Kobusch, ha aggiunto sul sito che “il giovane alpinista sembrava lucido e in salute, nonostante qualche attacco di tosse secca abituale ad alta quota”.
Quanto ai prossimi giorni, Jost ha detto “ora ho solo bisogno di riposare. Il mio obiettivo per questa spedizione era superare i 7500 metri, e di proseguire su terreno sconosciuto. Domani ci sarà tempo per prendere delle decisioni”. Chi vuol seguire la sua progressione può visitare il sito jostkobusch.de.
“Hai davanti una lunghissima camminata per arrivare alla base della piramide sommitale! Spero che sia senza vento. I migliori auguri!!” ha commentato sulla pagina Facebook di Kobusch l’alpinista croato Stipe Božić, che ha partecipato nel 1979 alla spedizione jugoslava che ha compiuto la prima salita integrale della cresta.
Un attacco di appendicite blocca Txikon
Nei giorni del primo successo di Jost Kobusch, l’alpinista basco Alex Txikon, che ha undici anni più del tedesco, ha vissuto un’esperienza opposta. Come il suo ufficio stampa ha fatto sapere nei giorni scorsi, Txikon è stato male durante il trasferimento al campo-base dell’Annapurna, di cui voleva tentare nuovamente la salita invernale che non gli era riuscita un anno fa a causa di una slavina che aveva distrutto un campo e disperso molto materiale.
“Milioni di grazie per tutti i messaggi di supporto ricevuti, grazie dal profondo del cuore. Sono stati giorni difficili qui a Kathmandu” ha spiegato Alex in un comunicato stampa e sui social. “Quella che sembrava una forte indisposizione si è rivelata un’appendicite acuta, e ho dovuto sottopormi ad un intervento chirurgico. Sto bene, sto migliorando… spero di riprendermi al più presto”.
Nelle foto si vede l’alpinista basco provato ma sorridente in un ospedale nella capitale del Nepal. Non sono ancora arrivate informazioni dai compagni di spedizione di Txikon, che sono arrivati nei giorni scorsi al campo-base e dovrebbero proseguire il tentativo di ascensione. Si tratta dell’avvocato e alpinista milanese Mattia Conte, del pakistano Sajid Ali Sadpara, dell’iraniana Sarah Abdovais e del polacco Waldemar Kowalewski. Sirdar della spedizione è l’espertissimo Chhepal Sherpa.