“Bocconi amari” sul Monte Emiius: il mistero continua
Nessuna relazione, informazioni ridotte al minimo: la via aperta nel 2006 da Ezio Marlier e Rossano Libera sulla montagna che sovrasta Aosta continua a conservare i suoi segreti. Neppure gli ultimi ripetitori aggiungono dettagli
“Alone di mistero” è sicuramente una delle espressioni più abusate quando si parla di vie alpinistiche. Molte delle grandi vie delle Alpi, negli anni, si sono fregiate dell’epiteto di misteriose. Per non parlare di tutte le leggende che circondano molte delle più belle vie del Monte Bianco. Il mistero è spesso legato al grande senso di isolamento che si può provare su queste pareti, oltre che alla mancanza di informazioni e riferimenti.
Nel 2024 non è scontato parlare di tutto ciò legato a qualche via sulle Alpi. Le relazioni iper-dettagliate, le tecnologie all’avanguardia, la letteratura alpinistica hanno contribuito ad azzerare molto spesso il senso di ignoto che accompagna le vie.
Bocconi Amari è una via di misto al Triangolo del Monte Emilius. Sì, proprio quella cima che domina la città di Aosta e che d’estate è raggiungibile dagli escursionisti, ma che d’inverno si trasforma in una lavagna compatta di ghiaccio e roccia. La via, di difficoltà M7 e aperta nel 2006 da Ezio Marlier e Rossano Libera, è rimasta per tutti questi anni estremamente misteriosa.
“Bocconi amari è stata per lungo tempo un mistero per tutti, nessuna relazione, nessuna informazione, pochissime foto e apritori fortissimi ma controversi. L’unica ripetizione fu quella di Robert Jasper e Roger Schäli poche settimane dopo l’apertura, due fuoriclasse che ne confermarono le difficoltà e l’ingaggio dichiarati dagli apritori. Ma anche loro non divulgarono alcuna informazione precisa e in seguito, solo un buco nero di 18 anni!”
A dirlo è Enrico Bonino, guida alpina valdostana, che decide di volerne sapere qualcosa di più. “Il 29-30 novembre 2024 gli astri si allineano e decido di chiamare l’amico e fortissimo scalatore Jon Bracey per tentarne la salita. Le incognite sono infinite: chi decide di avvicinarsi a questo itinerario lo fa per forza con lo stesso spirito degli apritori. Sappiamo solo che i primi salitori si sono calati in doppia lungo la via di salita, e che Jasper e Schäli sono usciti in vetta all’Emilius per la cresta dei Tre Curati dicendo: col cavolo che ci caliamo sulle soste lasciate da Ezio e Rossano… con un non so ché di terrore tra le righe!”
Bonino e Bracey salgono, finalmente, la via tra lunghi runout e placcaggi sempre aleatori. “Le difficoltà sono oggettivamente alte ma non eccessive, quello che fa la grande differenza sono l’aleatorietà delle protezioni e soprattutto di certe soste: in molti casi, se salta giù uno, saltano giù tutti!” continua il suo racconto Bonino. “L’altra nota che caratterizza questa salita è la totale assenza di informazioni. Oggi siamo abituati che tra relazioni e siti internet sappiamo anche quale friend serve e su quale tiro. E questa incognita fa parte della difficoltà e dello charme di Bocconi Amari. Quindi non sarò io ad aggiungere informazioni più precise. Non sono più rimaste molte vie dove vivere una grande avventura qui nelle Alpi, questa è una di quelle”. Il mistero continua, dunque.