Alpinismo

Memoriam: Thomas Huber e compagni torneranno sull’Eiger dopo Natale

“Una delle migliori linee dell’Eiger”. Così Huber definisce la via alla quale sta lavorando insieme agli svizzeri Stephan Siegrist e Jonas Schild, e che ricorderà sei grandi nomi dell’alpinismo moderno

“Julian Zanker, David Lama, Dean Potter, Hansjörg Auer, Ueli Steck, Jeff Lowe. Sei amici che la pensavano allo stesso modo, hanno percorso il nostro stesso sentiero stretto, e oggi non sono più tra noi”.

Con queste parole il bavarese Thomas Huber, uno dei migliori alpinisti del mondo, spiega il progetto Memoriam, la via sulla parete Nord dell’Eiger che ha iniziato ad aprire cinque anni fa insieme al fratello Alexander e all’amico svizzero Stephan Siegrist. Un progetto abbandonato dopo una serie di tentativi, ma ripreso nello scorso novembre con Siegrist e un altro alpinista elvetico, Jonas Schild.

Abbiamo ridato vita al progetto perché con Memoriam vogliamo far vivere le storie dei nostri amici. In più c’è una delle migliori linee dell’Eiger, con tutto quello che la parete Nord ha da offrire, dalla roccia più solida fino alle fessure da paura e al ghiaccio” spiega Huber.

La parete Nord dell’Eiger, Eigerwand in tedesco, è una delle pareti più grandi, impressionanti e pericolose delle Alpi. La sua prima ascensione nel 1938 è stata preceduta da numerosi (e celebri) incidenti mortali. Negli ultimi decenni, grandi alpinisti come Michel Piola e Ueli Steck hanno aperto una serie di altri itinerari estremi. Spesso lo hanno fatto in autunno, quando la Nord non ha ricevuto nevicate importanti, e il gelo già invernale riduce le cadute di pietre.

Nell’infinito curriculum di Thomas Huber, 58 anni, spiccano vie di estrema difficoltà e concatenamenti sulle Alpi di Berchtesgaden, sulle Tre Cime, in Patagonia e in Antartide. Sul granito di El Capitan, nella Yosemite Valley, il bavarese ha compiuto le prime libere del Salathé Wall e di Zodiac e ben tre vie nuove – Free Rider, El Niño e Golden Gate – tutte insieme al fratello Alexander.

Tra le vie tracciate da Thomas in Himalaya spicca la Shiva’s Line sullo Shivling, in India, aperta con l’elvetico Iwan Wolf, e che è valsa ai due alpinisti il Piolet d’Or nel 2001. Nel 2009 gli Huberbuam (“fratelli Huber” in dialetto bavarese) hanno compiuto la prima libera di Eternal Flame, la via più celebre della Nameless Tower di Trango, in Pakistan.

Nel dicembre 2016, sulla Nord dell’Eiger, Thomas ha compiuto la prima ripetizione di Metanoia, una via di ghiaccio e misto aperta nel 1991 da Jeff Lowe in solitaria sulla parte nord. Insieme lui, in quell’occasione, gli svizzeri Stephan Siegrist e Roger Schaeli.

“Due settimane fa le condizioni sull’Eiger erano perfette” scrive Thomas sulla sua pagina Facebook lo scorso 26 novembre, “ma tra due mie conferenze non avevamo il tempo per tentare una salita completa di Memoriam”. Insieme a Jonas Schild, l’alpinista bavarese sistema un bivacco sopra alla Traversata Hinterstoisser, uno dei passaggi più famosi della via del 1938, e poi aprono una via nuova e più sicura da lì fino al Secondo Nevaio. Passano due notti in parete, poi scendono.

Thomas Huber ha 58 anni, Stephan Siegrist 52, Jonas Schild 32. In un’intervista a ExplorersWeb, il più giovane del terzetto racconta di “apprezzare la possibilità di stare in giro con i vecchietti”.

E poi spiega “non voglio essere irrispettoso, anzi. Loro due non permettono affatto che l’età li rallenti, e questo vale anche per le loro vite lontano dalle montagne. E’ bello vedere come invecchiare non significhi necessariamente seguire dei canoni di vita considerati normali”.

Il resto dell’impresa sull’Eigerwand, con i tiri di corda mancanti e la salita integrale di Memoriam, è rimandato “a dopo Natale, naturalmente se il tempo e le condizioni saranno buone” aggiunge Thomas Huber sui social il 30 novembre. “Speriamo che a indicarci la via, in qualche modo, siano i nostri amici che non sono più tra noi”.

Oltre a Julian Zanker, David Lama, Dean Potter, Hansjörg Auer, Ueli Steck e Jeff Lowe, ai quali Huber (insieme a Siegrist e Schild) ha dedicato fin dall’inizio la via, Memoriam celebrerà altri alpinisti che hanno legato il nome all’Eigerwand. Tra i tag utilizzati da Thomas sui social, infatti, compaiono anche Toni Kurz, la vittima più celebre dei primi tentativi, e Andreas (“Anderl”) Hintetstoisser, il capocordata della prima ascensione del 1938.

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