Alpinismo

I fratelli Hans e Michl Innerkofler sulla Croda dei Toni. La prima salita nel settembre di 150 anni fa

“Un problema irrisolvibile”, dicevano gli alpinisti del tempo. Poi i due fratelli di Sesto individuarono la linea giusta osservando la parete dall’alto delle Cime di Lavaredo

Maestosa e imponente, la Croda dei Toni (Zwölferkofel/Cima Dodici 3.094 m) è una montagna molto complessa e articolata. E’ la cima più riconoscibile della meridiana di Sesto e probabilmente una delle più affascinanti delle Dolomiti. L’omonimo sottogruppo è compreso tra cinque valli: val Giralba, val Gravasecca, val Marden, val di Cengia e Val Fiscalina (Fischleintal). Il profilo di questa imponente montagna è inconfondibile da qualsiasi versante lo si guardi e la “Croda” – con la C maiuscola – sembra osservare dall’alto chiunque stia percorrendo i sentieri che ne raggiungono le pendici.
Dalla metà del XIX secolo molti alpinisti di fama internazionale iniziarono l’esplorazione di Croda dei Toni, cercavano una via per la salita senza riuscire a trovare una soluzione a quello che sembrava per i tempi un “problema” irrisolvibile.

La prima salita della Croda dei Toni è stata preceduta da altre due grandi imprese in Dolomiti di Sesto entrambe nel 1869 e portate a compimento dalla stessa cordata di fortissimi alpinisti: Il viennese Paul Grohmann insieme a due guide, il sestese Franz Innerkofler e il carinziano Peter Salcher. I tre salgono il 18 luglio prima Punta dei Tre Scarperi (Dreischusterspitze 3.151m), poi il 13 agosto Cima Grande di Lavaredo, ora 2.999 metri ma che prima della Grande Guerra superava di tre metri quota 3.000; nell’agosto del 1915, infatti, dagli italiani fu fatta brillare una mina sulla crestina sommitale per posizionare una “fotoelettrica”.

Michl Innerkofler, il re delle Dolomiti

A raggiungere la cima di Croda dei Toni il 28 settembre 1874 furono i fratelli Hans e Michl Innerkofler. Il secondo si guadagnò con le sue imprese il soprannome di “Re delle Dolomiti”; sue furono le prime salite alle cime più importanti delle Dolomiti di Sesto, fu preceduto solamente sulla Cima Grande di Lavaredo da Paul Grohmann. Erano gli anni d’oro delle prime e da ogni parte d’Europa arrivavano alpinisti che speravano di raggiungere le vette dei Monti Pallidi. Tuttavia Michl, con il fratello Hans, aveva formato una cordata formidabile e lasciò ben poca gloria” agli altri.  Dopo aver raggiunto nel 1974 Croda dei Toni, nel 1878 salì Croda Rossa di Sesto (Sextner Rotwand o Zehner/Cima Dieci 2.965 m) e Cima Undici (Elferkofel 3.090 m), nel 1879 la Cima Ovest di Lavaredo (2.973 m) e Cima Una (Einserkofel 2.698 m). Nel 1881 arrivò in vetta anche sulla Cima Piccola (2.857m) concludendo le prime della triade di Lavaredo. Michl chiamava la Piccola “il demonio, perché è impossibile trovare una montagna più selvaggia”. Figlio di un cacciatore di Sesto aveva frequentato le “sue” Dolomiti fin da bambino imparando a rispettare le pareti delle montagne conoscendone bene le difficoltà. Lavorava in un albergo a Carbonin e spesso il proprietario della struttura proponeva Michl come Guida ai suoi clienti.

Le parole della guida alpina Daniel Rogger, 50 volte sulla vetta della Croda dei Toni

Abbiamo incontrato nella Scuola di Alpinismo di Sesto la Guida alpina Daniel Rogger cogliendo l’occasione per porgli alcune domande. Daniel conosce molto bene la Croda dei Toni, l’ha vista e vissuta quotidianamente già da ragazzo, quando in stagione lavorava con la famiglia al Rifugio Pian de Cengia.

Come è nata la prima salita a quella che era considerata una montagna inviolabile?

“I fratelli Hans e Michl Innerkofler osservavano spesso la Croda dei Toni dal versante ovest. Lo facevano da un punto di vista importante, le Tre Cime di Lavaredo sulle quali , lavorando come guide, salivano di frequente. Da quella posizione privilegiata riuscivano a vedere un canale di neve e ghiaccio che attraversava l’alta parete tra la cima e la Croda Antonio Berti (Mittleres Zwölfer 3.029 m). Lo ritennero l’unico modo per tentare la salita, infatti scalarono per la prima volta la Croda dei Toni per questa linea”.

Si percorre ancora la via dei fratelli Innerkofler del 1874?

“Non tutti gli anni e soprattutto non in estate. Per salire il canale in sicurezza sono necessarie condizioni di neve e ghiaccio perfette, che ora è possibile trovare solamente in primavera. Cento anni fa era diverso e c’erano spesso buone condizioni perché il lungo canale era ancora parzialmente ghiacciato anche in estate. Nel 1887, fu aperta un’altra via sempre dai fratelli Innerkofler insieme a J. Reichl e M. Simon, che aggirava il canale di ghiaccio con una variante sulla sinistra. Questo aveva reso più sicuro salire quando le condizioni non erano buone”.

Quale è la via che preferisci salire con i clienti e perché? 

“Pochi giorni dopo l’apertura della variante alla prima salita, Fritz Drash salì in solitaria le rocce che sono alla sinistra del canale percorso da Hans e Michl Innerkofler nel 1874. Ora la Via Drasch è la più scalata ed è anche quella che preferisco frequentare con i miei clienti. Questa linea è un po’ più difficile in termini di arrampicata rispetto alla Normale, ma è più facile da assicurare ed è più sicura e al riparo della caduta di pietre”.

Quante volte hai raggiunto la vetta di Croda dei Toni?

“Mio zio mi portò in cima per la prima volta quando avevo 7 anni. Ci sono stato tante volte da allora. Come Guida apina questa montagna è molto meno richiesta rispetto ad altre, per esempio alle Tre Cime. Di preciso non so quante volte sono stato in vetta perché non conto mai le ripetizioni, ma penso circa 50″.

I principali rifugi di appoggio sono il Carducci (2.297m) in Val Giralba a sud, lo Zsigmondy-Comici (2.224 m) in alta Val Fiscalina e poco più a ovest il Pian de Cengia (2.584m), il più alto delle Dolomiti di Sesto. Più lontani ci sono l’Auronzo (2.320mt) raggiungibile in auto da Misurina, il Lavaredo (2.344 m) e l’ Innerkofler-Locatelli (2.438m).

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