Itinerari

Il facile anello del Monte Valestra

Non raggiunge i mille metri di quota ma regala comunque grandi vedute sull’Appennino reggiano e sulla pianura emiliana. Un’escursione per tutti

Itinerario accessibile a tutti

Situato nel medio Appennino emiliano, il monte Valestra si eleva sino ai 935 metri della sua vetta. Si trova in provincia di Reggio Emilia nel territorio comunale di Carpineti. Con una caratteristica forma tondeggiante a cupola, questo rilievo rappresenta l’estremità nord-orientale di una dorsale che separa la valle del Secchia da quella del Tresinaro.

Sebbene la cima non raggiunga i 1000 m di quota, il Valestra è estremamente riconoscibile ed è un punto di riferimento visivo poiché il territorio circostante è molto morbido, con rilievi poco delineati.  Sul suo versante orientale si trova la frazione, omonima, di Valestra.

Questo monte veniva definito “sacro” per il richiamo magico nato da un intreccio di leggende e storie che si perdono nei tempi lontani. Quel che è certo è la bellezza del luogo: i versanti ricoperti da un manto di castagni, carpini e noccioli, e grandi panorami. Dai balconi naturali situati nei pressi della vetta si può spaziare dalla città di Modena alle Alpi, dalla catena appenninica tosco-emiliana alla Pietra di Bismantova.



Itinerario: una gita per tutto l’anno ai piedi del Valestra

Partenza e arrivo: Carpineti (RE), località Valestra
Dislivello: 280 m
Tempo di percorrenza: 3 ore
Difficoltà: E
Periodo consigliato: tutto l’anno

Il percorso proposto inizia dall’abitato di Valestra, che sorge ai piedi del monte, dove è possibile parcheggiare l’auto. L’itinerario è ad anello e ricondurrà al punto di partenza. Nonostante il percorso porti il nome di Valestra, si snoda sui rilievi sono ad esso prospicenti portando a scoprire i paesaggi e crinali dell’appennino modenese e reggiano.

Partendo dalla chiesa di San Pietro Apostolo si seguono le indicazioni per via Malpasso che procede per il primo chilometro in falsopiano. In seguito il tracciato avanza in discesa per un altro chilometro fino a raggiungere il punto più basso dell’anello a 620 m di quota. Si procede ancora per alcune centinaia di metri seguendo via Piola in piano fino a svoltare decisamente verso destra su via Cella. L’itinerario inizia salire dolcemente ma con costanza risalendo il versante opposto a quello di partenza; questo offre la possibilità di ammirare il paesaggio sui versanti dell’Appennino modenese.

In 2,5 km si guadagnano 150 metri di quota fino a passare accanto alla località Torrazzo dove il percorso gira ancora verso destra e per alcune centinaia di metri prosegue parallelo al crinale appenninico. Si incrocia e si segue via Costa Alta prendendola verso destra per effettuare l’ultimo lato del percorso ad anello, quello esposto verso la parte alta dell’Appennino reggiano. In circa 2 km si raggiunge il punto più alto del percorso a 850 m dove si arriva sempre in leggera e costante salita.

Eventualmente con una piccola deviazione di poche centinaia di metri prendendo via Pietra Bianca è possibile raggiungere la Big Bench #195 San Cassiano. Per completare l’anello si prosegue sempre su via Costa Alta che riporta in decisa discesa fino all’abitato di Valestra e al punto di partenza.

Una montagna popolata già dall’Età del Bronzo

I primi insediamenti umani avvennero nella media-tarda Età del Bronzo (IX – VIII sec. a.C.) ad opera dei Liguri, una comunità numerosa di cui restano molte testimonianze nella zona di San Michele, come oggetti in ceramica, vasellame, utensili in osso. Successivamente furono sottomessi dai Romani nel 176 a.C. e in seguito soggetti al governo bizantino e longobardo. Il territorio diventò una importante via di transito che collegava i territori della Pianura Padana e la Garfagnana, attraverso il passo Pradarena.

L’attrazione
Alcune profonde spaccature di origine tettonica, generatesi nel tempo nella struttura rocciosa del monte Valestra, hanno originato profonde cavità naturali. Nei pressi del sito archeologico di S. Michele si trovano tre importanti grotte: “Grotta F. Malavolti”, con uno sviluppo di metri 470 ed una profondità di metri 72, “Grotta delle Stalattiti”, con metri 60 di sviluppo e 20 di profondità e “Grotta di S. Michele”. A chi intendesse visitarle si consiglia l’accompagnamento di speleologi esperti.

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