Nel Medio appennino emiliano tra i territori di Modena e Bologna il paesaggio è ricco di boschi, punteggiato da piccoli paesi o gruppi di case che sorgono sui versanti di montagne dalle forme morbide, quasi ancora collinari. Oggi queste località tranquille e non molto frequentate possono essere scoperte attraverso una rete di sentieri percorribili a piedi o in mtb in qualsiasi stagione. Castelluccio (884 m) è la frazione del comune di Montese che vanta il territorio più vasto, ricca di fitti boschi (castagni, cerri, quercioli…) da cui con ogni probabilità deriva l’etimologia del suo nome: “Castrum luci” (castello del bosco).
Ma la quiete che oggi regna in questi luoghi ha una storia recente molto diversa e turbolenta, legata al secondo conflitto mondiale.
Nei luoghi della Linea Gotica
Castelluccio è dominato dal monte Belvedere (1140 m) che, con le sue trincee, i camminamenti tedeschi e le postazioni americane, funge da monito agli orrori della Seconda Guerra mondiale che in questi luoghi fu particolarmente cruenta. Il Monte Belvedere fu infatti l’ultimo baluardo difensivo della Linea Gotica, anche conosciuta come Linea Verde: questo il nome del piano difensivo messo in atto nell’autunno-inverno 1943-44 dal comando tedesco in Italia per rallentare l’avanzata dagli anglo-americani da sud verso nord. Sfruttando la fitta boscaglia, dalla primavera del 1944 qui si rifugiarono diversi gruppi di partigiani e quando, nei mesi estivi, il paese fu occupato dai tedeschi impegnati a fortificare il crinale per l’arrivo da sud delle forze alleate, il conflitto fu inevitabile.
Ne seguirono molti scontri, rappresaglie, rastrellamenti e stragi compiute dalle truppe tedesche. Inoltre questi territori sulla linea difensiva subirono pesanti bombardamenti da parte delle forze alleate per disgregare l’efficacia della Linea verde. Castelluccio è oggi uno dei punti cardine del Museo Diffuso della Memoria, un percorso che si snoda attraverso 23 km e 8 tappe nel territorio di Montese, realizzato per ricordare alle nuove generazioni quello che è accaduto e che non deve più ripetersi.
Santuario della Madonna degli Emigranti
Sempre sulla Linea Gotica nei vicini territori di Ronchidoso (1.044 m) fu edificato nel 1902 il Santuario della Madonna degli Emigranti. Costruito sul confine esatto dei territori modenesi e bolognesi, ospitò per secoli aspri conflitti per il controllo del Frignano. La sua creazione fu voluta dall’arciprete di Gaggio, mons. Carlo Emanuele Meotti che, con grande lungimiranza, lo propose come simbolo di pace fra le due comunità e come punto di riferimento per gli emigranti.
Proprio nei locali del santuario nel giugno del 1944 si costituì la brigata partigiana “Giustizia e Libertà”, che ispirata dall’omonimo movimento politico anti-fascista e repubblicano nato a Parigi nel 1929, operò in questi territori. Tra i membri della formazione si ricorda un giovane Enzo Biagi, poi apprezzato giornalista e scrittore.
L’itinerario
Partenza e arrivo: Castelluccio di Montese (884 m)
Dislivello positivo: 330 m
Tempo: 2.30 ore
Lunghezza: 10,5 km
Difficoltà: facile
L’escursione proposta ripercorre i tracciati della Linea Gotica in questa parte appenninica con un anello che permette di attraversarne i luoghi più significativi. Si parte nei pressi del cimitero di Castelluccio di Montese (parcheggio comodo). L’itinerario è segnalato e conosciuto come “percorso viola”.
Si prende il segnavia CAI 400/4 che in un primo tratto segue la strada e poi si inoltra nel fitto del bosco, lungo un sentiero largo e ben segnato. Si procede in moderata e costante salita fino a passare accanto alla cima del monte Belvedere che è il punto più alto del percorso. Vale la pena, qui, effettuare una breve deviazione per raggiungere la croce di vetta ad un centinaio di metri di distanza.
Ripreso il sentiero si prosegue in leggera discesa fino ad arrivare a Ronchidoso a metà del percorso, dove sorge il Santuario degli Emigranti. Dietro la chiesa in una pineta ci sono alcuni grandi tavoli di legno: è il luogo ideale per fare una sosta ripensando alle vicende passate. Si riprende il cammino seguendo ora il segnavia CAI 452 procedendo in direzione del Sasso dell’Oca in leggera discesa, su un’ampia carraia circondata da estesi boschi. Da qui si ritorna a Castelluccio sempre in discesa.